Si chiama “Voucher Manager” il voucher per l’innovation manager previsto dal testo definitivo della Legge di Bilancio. Il nostro Innovation Manager, quindi, è sopravvissuto. Un po’ ammaccato ma resta in auge. All’articolo 19 comma 23 la Legge prevede 25 milioni di euro per gli anni 2019, 2020 e 2021 per sostenere l’iniziativa disciplinata al comma 21 dello stesso articolo.
Voucher per l’Innovation manager solo per le PMI
Le sole Piccole e Medie Imprese, con l’esclusione delle Grandi, disciplinate e definite dalla raccomandazione 2003/361/CE della Commissione del 6/5/2003 risultano essere beneficiate dell’intervento e dalle prestazioni dell’Innovation Manager. Leggendo la norma ex art. 1 “La categoria delle microimprese delle piccole imprese e delle medie imprese (PMI) è costituita da imprese che occupano meno di 250 persone, il cui fatturato annuo non supera i 50 milioni di EUR oppure il cui totale di bilancio annuo non supera i 43 milioni di EUR.”
Voucher da 40mila euro: ecco come funziona
Per le Piccole Imprese si prevede un voucher annuale di 40.000 euro per 2019 e 2020 (periodo imposta) rimborsabile a fondo perduto sino al 50% dei costi sostenuti per acquisire prestazioni consulenziali di natura specialistica che siano funzionali alla messa in atto dei processi di trasformazione tecnologica e digitale che utilizzano le tecnologie abilitanti previste dal Piano Nazionale Impresa 4.0. Sono compresi anche i progetti di ammodernamento degli asset gestionali e organizzativi dell’impresa, e in ultimo sono compresi anche gli interventi per l’accesso ai mercati finanziari e dei capitali.
Le Medie Imprese si vedono però decurtare questo incentivo sia nella soglia degli investimenti (25.000 euro) e nell’aliquota del rimborso che passa al 30%. Lo stesso incentivo sale a 80.000 euro con l’aliquota del rimborso al 50% per le aziende che si costituiscono ex lege in Reti d’impresa con un aggravio delle procedure burocratiche autorizzative della spesa da sostenere.
L’impianto della Legge di Bilancio originaria viene quindi mantenuto, si restringe il campo dei destinatari alle sole PMI e si estende l’oggetto dell’intervento che riguarda progetti tecnologici, gestionali, organizzativi e di finanza aziendale. La Legge, nella sua versione definitiva, conferma l’istituzione del supporto da parte di un Innovation Manager, rinominato nella Legge “Voucher Manager”.
Un elenco per gli innovation manager
Viene confermata anche la necessità di istituire un “Elenco”, che disciplini questo supporto consulenziale alle PMI. In particolare, l’azienda potrà sottoscrivere il contratto di consulenza con società o manager in possesso di adeguati requisiti di qualificazione e iscritti in un apposito “elenco”.
Entro 90 giorni da oggi, il MISE con apposito Decreto dovrà stabilire i requisiti soggettivi, i criteri e le modalità per la concessione dei contributi e l’istituzione dell’elenco delle società e dei professionisti dal quale “scegliere” l’Innovation/Voucher Manager.
Tempi di attuazione: primi progetti in giugno
Non voglio entrare nel merito dell’iniziativa ma mi preme fare alcune considerazioni.
La prima è relativa ai tempi d’attuazione. Ipotizziamo che il MISE lavori alacremente e che i tre mesi, i 90 giorni previsti, siano sufficienti per definire tutte le dinamiche e i funzionamenti del provvedimento. Ad aprile 2019 avremo i famosi elenchi dalle quali le PMI potranno “selezionare” la società o il professionista “innovativo” a cui rivolgersi. Nella mia esperienza ipotizzo almeno un mese di negoziazione tra la definizione del perimetro d’intervento, l’individuazione del o dei progetti d’azione e naturalmente la componente economica. A fine maggio potranno quindi partire i progetti.
Le PMI avranno quindi a disposizione 5 mesi di lavoro, elimino in via precauzionale i mesi di agosto e dicembre del 2019, per mettere in atto la progettualità selezionata. Quindi il nostro Innovation Manager che potrà, come abbiamo letto, essere anche una società di consulenza valutata meritoria e innovativa, in questi ipotetici 5 mesi dovrà far compiere all’azienda un percorso di “digitalizzazione”. Potremmo quindi chiederci che tipo di progetti saranno avviati.
Quante aziende potranno accedere al Voucher Manager
La seconda considerazione è relativa all’ammontare dello stanziamento e al numero delle aziende che ne potranno usufruire. Ipotizziamo che i 25mln di Euro annuali siano ripartiti in 50% piccole e 50% medie imprese. Ipotizziamo con facilità che ogni singola azienda data la tipologia di progetto impegni la somma massima prevista ovvero 40k euro per le piccole e 25k per le medie abbiamo che 12,5 mln /40k e 12,5mln/25k comportano che 313 piccole e 500 medie aziende possano accedere all’investimento. Un totale di 813 aziende su una base costituita di circa 760mila PMI (76% del totale imprese, pari a 996mila) escludendo l’86% delle imprese che sono «micro» (fatturato minore di 2 milioni di euro). Fonte: Analisi Interne Banca IFIS su dati società con bilancio depositato in Camera di Commercio. Fate voi le proporzioni.
In obiezione a questa considerazione potreste dirmi che i progetti non avranno tutti il valore massimo ma sappiamo bene quali possano essere i reali costi che le società di consulenza applicheranno e che se riduciamo l’importo della consulenza automaticamente ridurremmo il perimetro e l’impatto del progetto. Già vedo progetti di app, e-commerce e marketing digitale.
Quali saranno i criteri di selezione dei progetti?
L’ultima considerazione è sulla dinamica e sui criteri di selezione dei progetti. Saranno favoriti i progetti con durata pluriennale in un’ottica di trasformazione progressiva? Se un’azienda beneficia dell’investimento un anno potrà richiederlo anche l’anno successivo? Vedremo.
Colgo l’occasione per riformulare da parte mia e di tutti gli Innovation Manager che mi hanno contattato dal 1° Novembre scorso, la proposta di supporto gratuito al ministro Di Maio e ai funzionari del MISE per poter definire il funzionamento di questo provvedimento nell’interesse delle PMI che restano l’asse portante della nostra economia e i soggetti più bisognosi di un vero e proprio salto culturale verticale in tema di Innovazione e di Digitale.
Che questa iniziativa sebbene limitata ma con un perimetro d’azione specifico non sia un’altra occasione persa e un’altra occasione per alimentare un sottobosco fatto di crediti, esami, certificazioni e cultura assembleare.