Nel corso del primo evento della quarta edizione dell’Osservatorio Design Thinking for Business della School of Management del Politecnico di Milano ci siamo confrontati con Partner, Sponsor e le aziende ospiti su come il Design Thinking possa supportare il New Normal.
In particolare, si sono affrontati temi chiave per il contesto sociale ed economico in cui oggi ci si trova ad operare. Un primo intervento di Francesco Zurlo, membro dello scientific committee dell’Osservatorio, ha posto l’attenzione sul ruolo che la creatività ha avuto e sta avendo in questa ridefinizione del contesto socio economico e politico. Un secondo intervento di Stefano Magistretti, responsabile dello sviluppo della piattaforma di ricerca dell’Osservatorio, ha invece posto l’attenzione su quali siano le regole emergenti per la gestione di un workshop di design thinking in digitale. Dopo di che gli oltre 90 partecipanti al workshop digitale si sono suddivisi in due laboratori progettuali curati rispettivamente dai partner, Reply e Tangity nei quali sono state ripensate le modalità di lavoro nel new normal adottando i principi del design thinking e dello speculative design.
Durante l’intervento From Covid… to Creativity il Prof Francesco Zurlo ha mostrato una ricerca basata su oltre 130 casi studio di iniziative che durante il periodo di lockdown hanno visto mettere in gioco principi di creatività. Tra queste 130 iniziative 22 sono risultate essere quelle a maggior valore e interesse per il contesto creativo. In particolare hanno fatto emergere tre aspetti chiave della creatività:
- offerta di competenze in modo gratuito
nel mondo creativo i designer e non solo in questo periodo di lockdown hanno messo a disposizione le loro skills per aumentare il network e arricchire il numero di follower (e.g. STEAM da Casa by La Tata Robotica)
- abilitazione di nuove piattaforme di ingaggio
le caratteristiche intrinseche del mondo digitale hanno permesso alle persone creative di attivare piattaforme digitali per coinvolgere altri utenti o comunità. Questo ha portato al crescente bisogno di skill di bricolage e di identificazione di nuovi obiettivi (e.g. Easy Covid19 by Isinnova)
- riconfigurazione dei sistemi di generazione del valore
da ultimo, ma non meno importante la pandemia ha portato le persone e le aziende a riflettere sui nuovi sistemi di valore. Basti pensare al dibattito nel mondo della moda sulla gestione delle collezioni (e.g. Open letter by Giorgio Armani)
La chiusura dell’intervento invece ha posto l’attenzione sul focus che i diversi attori, parte della trasformazione economico sociale, stanno avendo nel ripensare al new normal. Manager, futurologi e designer hanno tutti una visione del new normal che spesso si differenzia per il focus evolvendo da un funzionalismo a una ricerca di significato sempre più profonda.
Il secondo intervento Crafting Digital Design Thinking Workshop curato da Stefano Magistretti ha posto l’attenzione sul fatto che questo New Normal abbia cambiato molte regole del ruolo che il lavoro ha nella nostra vita; è cambiato il dove, il come e il con chi lavoriamo. Facendo leva su diverse guide digitali che raccontano come progettare efficacemente un workshop di Design Thinking in digitale ha mostrato come l’attenzione debba essere messa su tre aspetti chiave, il team, i tool e le tecniche.
Partendo dal Team è fondamentale considerare il fatto che tutti i Team sono composti da persone e che questo distanziamento fisico (ancor più che digitale) ha sicuramente influenzato. Serve quindi considerare ogni membro del team di lavoro come un essere umano e non come un avatar in una call. Per quanto riguarda i Tool questo new normal ci ha insegnato come in realtà la differenza la fa il team più che il tool, il tool è un mezzo ma è fondamentale riuscire a visualizzare i pensieri, condividere documenti, organizzare il lavoro, comunicare dopo di che non esiste un tool migliore degli altri, ma è il team che deve far leva sulla sua abilità. Da ultimo le tecniche che sono emerse in questo new normal e sono fondamentali per riprogettare workshop in digitale sono la meticolosità nella preparazione del workshop, la suddivisione in dettagliate attività con tempi dedicati chiari e concisi, iterazione tra attività individuali e di team e da ultimo il pensare fin da subito che l’evento sarà in digitale e non portare in digitale qualcosa che era già usato nel fisico.
I due laboratori del pomeriggio hanno invece visto coinvolti i partecipanti nel capire come il design Thinking e lo Speculative Design potessero aiutare ad immaginare il futuro degli spazi lavorativi.
Il laboratorio facilitato da Reply dal titolo Imagining Future Work Experiences ha visto coinvolti più di 40 esperti in 5 team di lavoro che attraverso un processo di Design Thinking a sei fasi ha permesso ai team di comprendere i benefici delle soluzioni immaginate su 3 livelli chiave individuo, comunità e sistema urbano.
Il laboratorio facilitato da Tangity dal titolo the Future of Work: from Possible to Probable ha visto coinvolti anche esso più di 40 esperti divisi in altrettanti 5 tavoli di lavoro e attraverso un processo di Speculative Design, immaginando da prima il futuro nel 2030 e poi immaginando le azioni concrete da implementare domani ha proposto 6 possibili nuovi futuri di lavoro.
Quello che di interessante è emerso da questi laboratori è stato poi discusso in un round table finale che ha visto susseguirsi gli interventi di Isabella Bertoli e Chiara Torti di ENI, Giorgio Cordiner e Francesco Milanesio di Reply, Antonio Grillo di Tangity e Gabriele Elia di TIM. In questo confronti gli esperti hanno sottolineato come il mettere l’uomo al centro, in questo caso il dipendente, della progettazione dell’esperienza di organizzazione del futuro sia fondamentale. Infatti prima che membri di un’organizzazione siamo persone e questo non può essere dimenticato in un new normal che vedrà la permeazione di fisico digitale ancora più forte in futuro.