Quali caratteristiche ha il business plan di una startup? Come uno strumento abituale in ogni impresa si adatta alla natura particolare di un nuova impresa innovativa? È sempre necessario?
Ne parla in questa video intervista Raffaello Balocco, founder e CEO di Digital360 (il gruppo che tra l’altro edita anche EconomyUp), che sarà docente nel modulo dedicato al business plan dello Startup Boot Camp Flex, il nuovo percorso di formazione imprenditoriale del MIP che comincia in settembre.
Nella primissima fase di vita di una startup un business plan è persino impossibile da preparare, perché troppi elementi sono ancora da definire: la value proposition, il prodotto o il servizio stessi, le fonti di ricavo, la struttura dei costi. E infatti si usa il cosiddetto lean startup approach che sarà al centro di un altro modulo dello Startup Boot Camp Flex.
“Bisogna aspettare il lancio sul mercato del prodotto o del servizio per poter redigere un vero business plan”, dice Balocco. “Durante il processo di test e sperimentazione si raccolgono tutte le informazioni per validare il modello di business. Su questa base si può sviluppare un business plan con le sue proiezioni future”.
C’è quindi una grande differenza con l’impresa consolidata che quando deve lanciare un nuovo prodotto sul mercato ha già gli elementi e le metriche per poter fare un business plan più tradizionali. Ma l’approccio della startup può tornare utile anche alla grande azienda quando intende lanciare prodotti o servizi in nuovi segmenti di mercato o con nuove modalità, quando cioè vuole fare innovazione.
Ma come si può portare qualcosa di così concreto dentro un corso di formazione? “È una sfida importante ma il nostro non sarà un corso teorico”, spiega Balocco. “Tutti i partecipanti potranno lavorare su un loro progetto imprenditoriale. E poi potranno confrontarsi con diversi imprenditori e mentor esperti della materia. I business plan li faremo e li faremo insieme”
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