L’Open Innovation è stata protagonista dello scenario mondiale nel 2016 e si sta gradualmente affermando anche in Italia. Non tutti, ancora, capiscono a fondo il significato di questo termine coniato nel 2003 dall’economista americano Henry Chesbrough, ma il processo è ormai iniziato da alcuni anni ed è certamente inarrestabile. Open innovation significa sostanzialmente un modello di innovazione secondo il quale le imprese, per creare più valore e competere meglio sul mercato, non devono basarsi soltanto su idee e risorse interne ma possono ricorrere a strumenti e competenze tecnologiche che arrivano dall’esterno, in particolare da startup, università, istituti di ricerca, fornitori, inventori, programmatori e consulenti.
♦Open Innovation, che cosa vuol dire (e da quando se ne parla)
Le multinazionali, o almeno alcune di esse, hanno capito già da tempo che, per sopravvivere, devono innovare e innovarsi, e che questo molto spesso non è possibile se si ricorre soltanto a risorse interne.
♦Solomon Darwin, Garwood Center for Corporate Innovation, Berkeley University: «Le multinazionali-dinosauri hanno bisogno delle giovani startup per non morire»
Ecco alcuni casi di implementazione dell’Open Innovation da parte di grandi società e multinazionali con sedi all’estero e, di seguito, qualche esempio italiano. Alcuni di questi progetti sono partiti nel 2016, altri sono in corso da qualche anno e magari proseguiranno negli anni a venire. Naturalmente è solo un elenco rappresentativo e non pretende di esaurire tutti i casi di innovazione aperta che si stanno concretizzando in questi mesi nel nostro Paese e nel resto del mondo. Ma può servire per comprendere la tendenza e fornire ulteriore ispirazione agli innovatori.
L’OPEN INNOVATION DEI BIG INTERNAZIONALI
►Open innovation, tutti i programmi di Shell per le startup – La multinazionale supporta le realtà innovative con vari progetti: da Shell LiveWIRE, che ha sostenuto 6.200 imprenditori investendo 4,3 milioni di dollari, a #makethefuture, per le startup dell’energia pulita. C’è anche il corporate venture capital di Shell Technology Ventures. E in Italia ShellInventaGIOVANI punta sulla Basilicata
►General Electric, come funziona l’acceleratore per startup sanitarie nei mercati emergenti – General Electric Healthcare, divisione della multinazionale statunitense, concederà fino a 50 milioni di dollari a realtà che sviluppano soluzioni medicali innovative principalmente in Africa e India. Possono candidarsi società di tutto il mondo, italiane comprese. È l’ultimo progetto di innovazione aperta di GE
►Scabbio (Manpower): così facciamo open innovation nel lavoro con startup e hackathon – Il presidente Mediterraneo ed Europa Orientale del gruppo spiega come la società sta investendo in nuove imprese e progetti innovativi per facilitare l’attività di recruiting. «A fine ottobre, con la fondazione Human Age Institute, lanciamo una piattaforma di corsi online sulle competenze digitali»
►easyJet, perché una compagnia aerea scommette sulle startup – La società britannica di voli low cost ha stretto un accordo con Founders Factory, incubatore ed acceleratore londinese: investirà ogni anno in 5 startup. È il sesto partner aziendale, ma l’unico nel comparto aviazione. La Ceo Carolyn McCall: «Le future generazioni di imprenditori ci danno un pensiero ‘fresco’ sulle nuove tecnologie».
►Open-F@b, la call4ideas di BNP Paribas Cardif per innovare la customer experience – La compagnia assicurativa ha lanciato in Italia un contest per startup e innovatori, in collaborazione con InsuranceUp e Polihub, per migliorare la relazione dei clienti con il mondo delle assicurazioni e con l’azienda. I vincitori sono stati Amyko, Spixii e D-Hearth.
►Open innovation, ecco come funziona l’Europcar Lab – Fabrizio Ruggiero, Deputy CEO, è anche il responsabile del team di 10 persone della società di autonoleggio che a Parigi lavora su nuovi possibili modelli di business e ha fondi per 80 milioni. «Partiamo dai bisogni della clientela, che fanno anche da guida nella selezione delle startup». Numerosi gli investimenti in nuove imprese europee, tra cui l’Italiana Wanderio.
►Aurélien De Nunzio, l’under 30 francese che ha sviluppato la sua startup durante uno stage a Leroy Merlin – Una storia di open innovation che arriva dalla Francia: un giovane startupper di 23 anni è riuscito a creare una società, Permettez-moi de construire, mentre faceva alternanza scuola-lavoro presso un punto vendita di Leroy Merlin a Lilla.
L’OPEN INNOVATION IN ITALIA
►Open innovation, Snam: nel 2016 una call per startup e un hackathon – L’innovazione è un’attività strutturata collettiva, dice il Direttore ICT del gruppo energetico. Per tre anni ha seguito un metodo che nel corso del 2016 è stato “capitalizzato” in altri settori dell’azienda. Parola d’ordine: apertura all’interno e all’esterno.
►Sia: «Valutiamo due startup fintech al mese per nuovi investimenti» – Nicolò Romani, responsabile dell’Innovation Lab della società milanese che si occupa di sistemi di pagamento, spiega come il gruppo affronta la digital disruption e monitora le nuove imprese italiane ed europee per migliorare i propri servizi.
►Open Innovation, come funziona growITup di Microsoft (che darà 10 milioni alle startup italiane) – Con Fondazione Cariplo, la multinazionale americana lancia un progetto che punta sull’incontro tra aziende made in Italy e giovani imprese. L’investimento nei prossimi tre anni in sette diversi settori
►Edison: «Le invenzioni delle startup entrano nella nostra offerta» – Claudio Serracane, direttore Research Development & Innovation della società dell’energia, spiega come l’azienda innova anche acquisendo prodotti dall’esterno e poi assemblandoli sotto forma di “soluzioni”. Grazie a Edison Pulse è iniziata una collaborazione più stretta con due neoimprese: Traipler e MySnowMaps.
►Zucchetti: il nostro modello di open innovation? L’hub aeroportuale – Il Gruppo lombardo di soluzioni software e hardware in un anno ha acquisito 14 società. Antonio Grioli, presidente del Comitato direttivo: «Lasciamo i dirigenti al loro posto e puntiamo a non “zucchettizzare” le realtà acquisite. Grazie anche all’Integration Manager che favorisce le sinergie».
►Genenta, la startup del biotech si allea con un’azienda per un prodotto anti-cancro – L’accordo tra la società co-fondata da Pierluigi Paracchi e MolMed, guidata da Riccardo Palmisano (da poco presidente di Assobiotec), prevede lo sviluppo e la produzione di una terapia genica per il trattamento del mieloma multiplo.
►Saipem, come funziona “La Fabbrica dell’Innovazione” con le idee di 50 giovani – La società specializzata in infrastrutture per l’industria petrolifera ha aperto un laboratorio (fisico e virtuale) nella sede di San Donato Milanese: gli innovatori selezionati in azienda elaborano progetti su specifici temi. Previste collaborazioni con università e startup.
►Colombo (Colmar): le innovazioni? Le cerchiamo al di fuori del nostro settore – L’amministratore delegato dell’azienda di sportswear racconta come il lavoro di ricerca&sviluppo sui materiali è fatto soprattutto con realtà che operano in ambiti diversi dal tessile, tra cui la startup del grafene DirectaPlus. Tra le sfide per il futuro ci sono le tecnologie wearable e l’Internet delle cose.
►Polo Meccatronica, perché Trento investe 80 milioni (pubblici) nell’hub per aziende e startup – A Rovereto uno spazio di 17mila metri quadrati ospita una ventina di imprese, una quindicina di startup e un acceleratore. Punta su elettronica, meccanica, sensoristica, robotica e software. La filiera ha già generato 400 nuovi posti di lavoro.