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Governare l’incertezza: leadership e strategie innovative per la resilienza aziendale



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In un mondo dominato dalla complessità la resilienza aziendale è la capacità di adattarsi rapidamente per restare rilevanti. Che cosa fare, le sfide e il ruolo della leadership

Pubblicato il 26 mar 2025

Marco D'Alfonso

Senior analyst presso Buono & Partners



resilienza aziendale

Organizzazioni in grado di affrontare crisi globali, cambiamenti improvvisi e instabilità costante senza perdere slancio: è questo il nuovo standard di resilienza che le aziende sono chiamate a costruire. In un mondo dominato dalla complessità, la capacità di adattarsi rapidamente non è più un vantaggio competitivo, ma una condizione necessaria per restare rilevanti.

Introduzione alla resilienza aziendale: definizione e importanza 

Resiliènza s. f. [der. di resiliente]. – In psicologia, la capacità di reagire di fronte a traumi, difficoltà, ecc.

Applicata al mondo delle imprese, la resilienza aziendale è la capacità di un’organizzazione di resistere a shock esterni — economici, tecnologici, geopolitici o ambientali — o interni e di riorganizzarsi in modo efficace, mantenendo continuità operativa e visione strategica.

Costruire un’organizzazione resiliente significa agire su più livelli: dai processi aziendali alle competenze delle persone, passando per una cultura organizzativa capace di sostenere fiducia, responsabilità e comunicazione trasparente.

La resilienza aziendale non è quindi un tratto innato, ma una competenza da sviluppare nel tempo, attraverso percorsi strutturati con un focus sulle soft skill che ne costituiscono il nucleo, come adattabilità, pensiero critico e gestione dell’incertezza.

Perché la resilienza aziendale è basilare nel contesto attuale

Nello scenario contemporaneo, caratterizzato da volatilità sistemica, la resilienza organizzativa non rappresenta più un vantaggio competitivo, ma una condizione imprescindibile per la sostenibilità delle imprese.

Secondo il Global Risks Report 2025 del World Economic Forum, tra i principali rischi percepiti nei prossimi due anni figurano la disinformazione (al primo posto), l’instabilità sociale e politica, il peggioramento delle condizioni economiche e i rischi legati all’adozione dell’intelligenza artificiale.

Di fronte a questa eterogeneità di rischi, diventa essenziale per le organizzazioni essere in grado di navigare l’incertezza e adattare rapidamente le proprie strategie.

La resilienza, in questo scenario, va intesa come una forma di capacità trasformativa: non solo resistenza passiva agli shock, ma abilità di assorbirli, rielaborarli e, laddove possibile, anticiparli.

Risultati chiave del report McKinsey sulla resilienza

Pubblicato a gennaio 2025 dal World Economic Forum in collaborazione con McKinsey & Company, il white paper Resilience Pulse Check: Harnessing Collaboration to Navigate a Volatile World, frutto di un’indagine condotta su oltre 250 leader del settore privato a livello globale, fotografa un panorama in cui l’urgenza di costruire capacità organizzative resilienti è ampiamente riconosciuta, ma ancora scarsamente tradotta in azioni concrete.

Il framework proposto dal report identifica sei dimensioni della resilienza (finanziaria, operativa, digitale e tecnologica, di mercato, organizzativa, sociale) e quattro capacità trasversali (preparazione, risposta alla crisi, riorientamento strategico e foresight).

Come la collaborazione può aiutare a navigare in un mondo volatile

Il paper sottolinea come la collaborazione tra settore pubblico e privato sia fondamentale per rafforzare la resilienza sistemica. Le aziende indicano tra le aree prioritarie la necessità di migliorare l’accesso al capitale, promuovere la stabilità macroeconomica e preparare la forza lavoro alla trasformazione tecnologica. Tuttavia, solo il 28% dichiara di partecipare attivamente a partnership pubblico-private, e l’89% segnala ostacoli normativi o legali alla collaborazione.

Un dato che evidenzia quanto sia ancora limitata la collaborazione tra queste due sfere, nonostante la crescente consapevolezza che solo approcci coordinati possano affrontare efficacemente sfide complesse.

Le principali sfide identificate dalle aziende nel report

La fotografia scattata dal paper evidenzia una distanza ancora marcata tra consapevolezza e azione. L’84% delle aziende si dichiara non sufficientemente preparata ad affrontare le sfide attuali e future, e solo il 13% ha integrato in modo strutturato indicatori di performance legati alla resilienza nelle proprie strategie.

Le minacce percepite con maggiore intensità sono la cybersecurity (52%), i cambiamenti normativi (51%) e l’instabilità macroeconomica (43%), a conferma di un contesto dominato da rischi trasversali e interconnessi.

Il gap più evidente riguarda le quattro capacità trasversali considerate essenziali per affrontare l’incertezza: preparazione, risposta alla crisi, riorientamento strategico e foresight. Solo l’8% delle imprese si ritiene ben preparato nell’anticipare scenari futuri, e appena il 7% nella capacità di ridefinire tempestivamente le proprie strategie in risposta a eventi critici.

Anche a livello settoriale, emergono importanti differenze, infatti, i comparti finance, energy e tech mostrano maggiore solidità, spesso grazie a sistemi di gestione del rischio già consolidati. Al contrario, settori come logistica, sanità e retail si rivelano più esposti, in particolare sulle dimensioni organizzativa e operativa, dove le difficoltà di coordinamento interno e la rigidità dei processi frenano la capacità di adattamento.

Strategie per migliorare la resilienza aziendale

Per tradurre la consapevolezza in azione, la resilienza deve innanzitutto diventare un elemento imprescindibile della strategia aziendale.

Implementare la resilienza in azienda: passi pratici

Il paper mostra come molte organizzazioni restino ancorate a logiche di breve periodo, trascurando iniziative strutturali orientate al lungo termine e in grado di generare valore tangibile e duraturo.

Tra gli spunti pratici più rilevanti emergono la costituzione di team trasversali, capaci di integrare prospettive eterogenee e approcci complementari nella gestione delle progettualità, e l’introduzione di KPI specifici per monitorare sia i punti di forza e le aree di miglioramento interne, sia le minacce e le opportunità provenienti dall’ambiente esterno

Fondamentale anche l’introduzione di pratiche di revisione periodica delle strategie, che permettano all’organizzazione di apprendere e adattarsi in modo continuo.

Investire sulle soft skill fondamentali per il futuro

Le soft skills rappresentano da tempo un elemento essenziale per la resilienza aziendale. Come riportato dal recente “LinkedIn Skills on the Rise 2025”[4], tra le competenze in più rapida crescita nel 2025 figurano adattabilità, intelligenza emotiva, comunicazione persuasiva, creatività e leadership collaborativa.

In uno scenario volatile come quello che viviamo, segnato da evoluzioni tecnologiche e continui cambiamenti nei modelli di lavoro, sviluppare queste abilità significa rafforzare la capacità delle persone — e di conseguenza delle organizzazioni — di affrontare l’incertezza, prendere decisioni in scenari complessi e collaborare efficacemente.

Per rendere queste competenze realmente operative e diffuse, è fondamentale investire in percorsi formativi capaci di integrare apprendimento esperienziale, sviluppo individuale e pratiche di team.

Il ruolo della leadership nella costruzione di un’azienda resiliente

La costruzione di una cultura resiliente parte dalla leadership. Un leader resiliente è in grado di affrontare l’incertezza con lucidità, trasmettere stabilità e generare fiducia all’interno dei team. Il suo ruolo non si limita alla sfera decisionale, ma si estende alla dimensione culturale dell’organizzazione. È infatti attraverso l’esempio e il comportamento quotidiano che contribuisce a creare un ambiente in cui le persone si sentono libere di esprimere il proprio potenziale, assumersi responsabilità e proporre soluzioni innovative.

Leadership e resilienza: un binomio vincente

Come emerge dal paper analizzato nelle sezioni precedenti, il rafforzamento della leadership è una leva prioritaria per superare il disallineamento tra consapevolezza del rischio e capacità reale di risposta. Le organizzazioni più mature in termini di resilienza sono quelle che hanno sviluppato leadership distribuita, con un management in grado di prendere decisioni rapide e promuovere visioni di lungo periodo.

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