Innovazione

Freemarket, compra gratis e parlane bene

A Copenaghen nasce il primo supermercato virtuale nel quale è possibile comprare prodotti a costo zero, basta soltanto lasciare una recensione sulle merci e un post sui vari social network. È la nuova filosofia del “tryvertising” che si appresta a sconvolgere le regole del marketing

Pubblicato il 11 Set 2014

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Immaginate un supermercato virtuale (fin qui nulla di nuovo), con un magazzino reale, dove per pagare non si usano soldi (qui già l’interesse cresce). Per acquistare il vostro succo di frutta preferito o una birra da bere con gli amici non servono soldi, basta spendere un po’ del proprio tempo ed essere disposti a dare il proprio contributo a un’innovativa campagna di marketing.

Dall’evoluzione retail della sharing economy nasce Freemarket, un sito web e un negozio a Frederiksberg (Copenaghen), che sta conquistando la clientela danese, triplicando in un mese i suoi acquirenti da 5 mila a 15 mila. L’idea di poter riempire il carrello di prodotti senza dover passare dalla cassa per pagare alletta ovviamente molte persone, basta essere un po’ social addicted e non troppo fissati con la tutela della privacy.

Il sito, lanciato da Simon Taylor, classe 1980, propone una sorta di equo scambio tra grandi brand di alimentari, che fanno provare i loro prodotti gratuitamente, e i clienti, che in cambio danno una controprestazione pubblicitaria, riempiendo un questionario con molte informazioni personali e condividendo la loro esperienza sul prodotto nei vari social network (Facebook, Twitter o Instagram), con tanto di foto e recensione. Ogni articolo ha le sue regole e una campagna di marketing specifica alla quale il cliente dovrà attenersi, accettando di passare i propri dati personali alle aziende fornitrici. Insomma, una foto postata su Instagram vale una lattina gratis di limonata o un gelato.

L’intenzione del fondatore è quella di sovvertire le regole del marketing, prendendo spunto dall’economia della condivisione e spingendo sul concetto del tryvertising, un mix tra la prova gratuita del prodotto e pubblicità, che coinvolge direttamente il consumatore e si basa sui suoi feedback. Un modo originale e anche economico per le aziende di testare i nuovi articoli su un mercato ristretto di persone, schedate e targhettizzate in base alle loro preferenze e ai loro comportamenti d’acquisto.

Simon Taylor, venendo da esperienze nei magazzini reali, ha provato a creare un canale di marketing “innovativo e positivo, un universo senza il rumore fastidioso dei media, nel quale la pubblicità si fa dal vivo e per i consumatori è facile e divertente conoscere nuovi prodotti”. Instaurare questo rapporto face-to-face tra produttori e consumatori è un’impresa abbastanza difficile, soprattutto in Danimarca dove, a detta dello stesso fondatore, bisogna fare i conti con “lo spirito conservatore delle aziende che si comportano allo stesso modo da 20 anni”.

“Si tratta di cambiare le abitudini d’acquisto – spera Taylor – e rompere il muro negativo che separa la maggior parte dei consumatori dalla pubblicità tradizionale”. Questa specie di passaparola della nuova generazione, nelle piazze virtuali dei social, è di sicuro una forma democratica di pubblicità, ma anche molto selettiva perché spinge soltanto il prodotto che realmente piace a chi l’ha provato e non ci sono trucchi di marketing che tengano.

Con il motto “Try before you buy” (Prova prima di comprare), Simon Taylor invita i suoi utenti a testare gli oltre 50 prodotti messi a disposizione su Freemarket prima di procedere al loro effettivo acquisto. Infatti, tra le regole del gioco c’è che ogni articolo può essere provato gratuitamente una sola volta e ogni mese si possono scegliere fino a un massimo di 10 prodotti e tre buoni regalo.

Anche Taylor ha il suo ritorno economico: c’è un abbonamento minimo per usufruire del sito, di poco più di 2,50 euro al mese, e le aziende fornitrici pagano un canone per esporre i loro prodotti nella vetrina virtuale. Grandi nomi internazionali hanno accettato al sfida, come San Pellegrino, Algida danese (Frisko), Cloetta, Toffifee, solo per citarne alcuni. Dopo aver testato il meccanismo in Danimarca, gli obiettivi sono prossime aperture in Svezia e Finlandia, nel 2015, e in Inghilterra all’inizio del 2016.

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