TECNOLOGIA SOLIDALE

Formazione al digitale: solo l’educazione può arginare i Tik Tok

Rosy Russo, ideatrice del Manifesto della comunicazione non ostile, ha lanciato con altri partner Social Hosting Hub, programma di formazione e apprendimento sull’uso sicuro e consapevole di internet da parte dei più piccoli. Quanto mai attuale dopo gli ultimi casi di cronaca. Ecco di cosa si tratta

Pubblicato il 29 Gen 2021

Rosy Russo e la formazione al digitale
“Questo è il progetto del momento. E’ una risposta molto concreta alle sfide che arrivano anche dalle challenge di Tik Tok piuttosto che alla questione social e libertà di espressione.”
Rosy Russo, ideatrice (“insieme a tanti altri”, precisa lei) del Manifesto della comunicazione non ostile inizia così la nostra conversazione, partendo dagli ultimi episodi di cronaca.
Rosy, il “progetto del momento” di cui mi parli è Social Hosting Hub, la nuova iniziativa in cui ti sei coinvolta e che avete presentato ufficialmente giovedì 28 gennaio. Di che si tratta?
Social Hosting Hub è un programma di formazione e apprendimento sull’uso sicuro e consapevole di internet da parte dei più piccoli. E dico che questo è il progetto del momento perché sono tanti gli episodi – anche recenti – che ci portano all’attenzione il tema della sicurezza dei ragazzi quando navigano in rete.
È tutta farina del tuo sacco, cioè del gruppo di lavoro di Parole OStili? 
“No. È il frutto di un gran bel lavoro di rete e di scambio di esperienze fatto assieme a Fondazione Mondo Digitale, ActionAid e Comunità di S. Egidio. In Italia è raro che realtà operanti nello stesso settore o in settori affini si mettano a lavorare insieme. Noi ci siamo riusciti, con grande soddisfazione reciproca e riuscendo a vincere il bando della Google.org Impact Challenge sulla sicurezza. Lavoreremo a questo progetto per i prossimi due anni scolastici. Tutti insieme, appassionatamente.”
Conoscendoti, so che questa non è semplicemente la citazione del titolo di un grande film ma l’enunciazione di un metodo di lavoro. Quali sono le prime fasi del progetto? 
“Partiremo con 50 hub nelle scuole di tutto il Paese e puntiamo a farne crescere il numero. Gli HUB/Scuole, saranno delle “centrali formative”, luoghi di formazione e apprendimento per studenti dai 6 ai 18 anni, per i loro insegnanti, per i loro genitori e per la comunità locale (biblioteche, parrocchie, etc…), con un occhio di riguardo anche alle persone in condizioni di fragilità. Si, anche i genitori!  Vogliamo coinvolgere tutti coloro che hanno a che fare con l’educazione dei ragazzi.”
Cosa gli farete fare?
“A breve sarà disponibile il materiale che ogni partner ha sviluppato per il progetto. A questi materiali si aggiungeranno nei prossimi mesi strumenti digitali innovativi. Organizzeremo laboratori e workshop per supportare insegnanti e ragazzi. Insomma faremo un pezzettino in più a supporto della legge sull’educazione civica e alla cittadinanza digitale, che tu hai votato convintamente un anno e mezzo fa.”
Le leggi, almeno certi tipi di leggi come questa, sono come le idee: camminano con le gambe degli uomini…e delle donne, naturalmente. Sono lieto che voi siate tra coloro che hanno preso sul serio quella legge, anche perché da settembre siete già presenti nelle scuole di ogni ordine e grado con un percorso di 200 schede didatticheImmagino che il tema della comunicazione non ostile sarà presente in modo importante.
“Certo, ma ce ne saranno molti altri: attivismo digitale e partecipazione, bullismo, cittadinanza digitale, consapevolezza, cultura della convivenza in rete, educazione al rispetto e alle differenze, false notizie e informazione corretta, inclusione e integrazione digitale, navigazione sicura, solidarietà e volontariato digitale.”
Non vi fate mancare nulla…
“Non c’è più tempo: dobbiamo accompagnare i nostri figli anche nell’essere cittadini digitali responsabili, consapevoli di rischi e opportunità della rete”.
Eh sì, perché essere nativi digitali è cosa ben diversa dall’essere “competenti digitali”. Questo é un concetto che meriterebbe di essere declinato in uno dei vostri Manifesti tematici della comunicazione non ostile. In troppi ancora non capiscono che servono adulti consistenti, sia umanamente sia digitalmente parlando, per guidare i ragazzi nell’era digitale…
“Proprio per questo ci ha entusiasmato questo nuovo progetto. Puntiamo a incontrare nelle scuole nei prossimi mesi almeno 32.000 ragazzi, con i loro insegnanti e i loro genitori. Inizieremo con la formazione dei docenti attraverso una serie di webinar e con il resto dei materiali pronti impareranno divertendosi. Vogliamo essere lievi e profondi insieme. Essere cittadini digitali consapevoli è soprattutto una questione di sicurezza.”
Il senatore Cangini sta per presentare al Senato un disegno di legge per vietare lo smartphone ai minori di quattordici anni. Sempre giovedì 28 in una intervista al QN, il professor Manfred Spitzer ha paragonato gli smartphone alla droga e all’abuso di alcol. Lo stesso ha fatto Lamberto Maffei, neurologo e vicepresidente dell’Accademia dei Lincei. Cosa ne pensi?
“Per cominciare, rilancio la nostra proposta di introdurre un’ora di cittadinanza digitale in ogni ordine di scuola.”
Ma non è già compresa nella legge sulla educazione civica?  
“Educazione civica dispone di 33 ore all’anno per tre filoni (sostenibilità, educazione civica e cittadinanza digitale). Undici ore all’anno dedicate al digitale non bastano, lo sappiamo. Data l’urgenza educativa, ci vuole una risposta importante. Anche perché in prospettiva così lavoreresti sull’analfabetismo digitale.”
Comprendo. Ma tornando all’allarme degli studiosi?
“Si può ragionare su tutto ma credo fermamente che l’unica via sia l’educazione. Lo dico anche da madre di 4 figli. Lasciare da soli i bambini e i ragazzi, con gli strumenti digitali in mano senza le giuste regole, i giusti divieti e una costante guida è sbagliato e tanto pericoloso.
Sono molto severa con noi adulti: abbiamo una grande responsabilità.”
Già…Una grande, costante, faticosa responsabilità. Faticosa ma ineludibile, alla quale nessuna legge può fare supplenza.
“É così. Ricordiamocelo quando lasciamo che sia Alexa a raccontare le fiabe della buonanotte ai nostri piccoli; quando lasciamo che a intrattenere i figli a cena sia un cartone animato, quando non siamo capaci di far rispettare le regole per cui per iscriversi ai social bisogna avere almeno 14 anni… partiamo da questo? Partiamo dal non dare il cellulare prima della scuola media e senza accesso ai social? Mi rendo anche conto che spostare l’accesso tanto in avanti è rischioso anche perchè l’età delle scuole medie é quella dove il tipo di relazione che abbiamo con i ragazzi ci permette ancora di “accompagnarli” mentre la piena adolescenza è un momento di grandi cambiamenti e scontri, è diventa più difficile essere ascoltati. Dobbiamo procedere per tentativi, ma i tentativi li può fare solo chi è presente accanto ai ragazzi.”
A proposito di età. Il 17 febbraio Parole O_Stili compie quattro anni. Come festeggerete?
“Data la situazione, purtroppo non possiamo fare un evento dal vivo. Speriamo di poterlo realizzare in autunno. Quest’anno la formula che abbiamo scelto è diversa, ma se virtuale è reale… “
Altroché se lo è. Dove vuoi arrivare con questo “misterioso” accenno?
“Stiamo preparando una serie di sorprese ancora riservate…posso però dirti che faremo una festa di compleanno. Una vera festa di compleanno, con gli inviti, i regali, la torta. E il primo regalo lo faremo noi: una piattaforma, realizzata in partnership con il ministero dell’istruzione, dove finalmente potremo caricare i tantissimi contenuti prodotti in questi anni dalle migliaia di insegnanti che abbiamo incontrato in tutta Italia. Tu ci hai seguito fin dall’inizio assieme a tuoi colleghi di tutti gli schieramenti e sai quanto abbiamo fatto con le scuole. Per il resto della festa, che come avrai capito diventerà una nuova occasione per rilanciare i dieci principi di stile del Manifesto, rimando al nostro sito: dalla settimana prossima vedrai che la festa non finisce qui… e tutti potranno contribuire. Vi aspettiamo!”
Ci sarò anche questa volta. In bocca al lupo e sempre avanti, Rosy Russo.

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Antonio Palmieri
Antonio Palmieri

Antonio Palmieri, fondatore e presidente di Fondazione Pensiero Solido. Sposato, due figli, milanese, interista. Dal 1988 si occupa di comunicazione, comunicazione politica, formazione, innovazione digitale e sociale. Già deputato di Forza Italia

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