Il sistema produttivo mondiale è destinato a cambiare. Almeno, questo sembra essere il futuro secondo il movimento dei makers e dei Fablab, i laboratori dove i progetti possono diventare subito realtà.
“I makers sono giovani che non hanno ancora un lavoro, oppure pensionati, o persone che hanno un impiego, ma che nel loro tempo libero si dedicano a un hobby. Si tratta comunque di soggetti che in ogni caso hanno conoscenze tecnologiche piuttosto elevate” – ha spiegato a Economyup Enrico Bassi, designer e maker, coordinatore del FabLab di Torino, nonché docente di Design&Engineering presso la Libera Accademia di Belle Arti di Brescia. “I FabLab sono laboratori basati su tecnologie di fabbricazione digitale che permettono ai makers di costruire praticamente ogni oggetto partendo da un file, che riduce drasticamente la necessità di un’elevata capacità manuale e aumenta la possibilità di diffusione del progetto stesso grazie alla presenza di un network”.
Fondatore del movimento è Neil Gershenfeld, direttore del centro Bits & Atoms del Mit di Boston, che nel 2001 ha voluto “mettere le macchine a disposizione degli studenti”. Oggi, i FabLab sono 261 sparsi in tutto il mondo e consentono a chiunque di realizzare ciò che desidera. “I makers possono venire nei nostri laboratori per soddisfare una propria esigenza personale o anche solo per divertirsi – ha continuato Bassi. Nella maggior parte dei casi, presso i FabLab si producono oggetti che non hanno un grande appeal dal punto di vista industriale in quanto non hanno un mercato ben definito, oppure rappresentano un’alternativa più economica a prodotti di nicchia, come accade spesso, per esempio, nel mondo della fotografia o della cinematografia”. Di questi, infatti, solo una piccola percentuale trova uno sbocco industriale o viene prodotta in serie anche a causa delle grosse difficoltà di accesso al credito che si riscontrano in Italia. I FabLab sono però hub di contaminazione che permettono di approfondire conoscenze, di apprenderne di nuove e di diffondere le proprie attraverso l’organizzazione di workshop ed eventi . Rappresentano pertanto un luogo privilegiato per le aziende che puntano su novità e innovazione.
“Nel nostro paese, c’è molto entusiasmo per i FabLab – ha spiegato Bassi. Tanto che in un anno siamo passati da due a nove. Grossi problemi a livello legislativo, come per esempio quelli relativi alle norme sulla sicurezza sul lavoro, rappresentano tuttavia un freno a una loro più rapida diffusione”.