LA GUIDA

Extended reality, Realtà aumentata, Realtà virtuale, Realtà mista: cosa sono e in cosa differiscono dal Metaverso

Extended reality, realtà aumentata, mista e virtuale sono tecnologie che consentono esperienze in ambito digitale. Ma il Metaverso è un’altra cosa: impariamo a fare le opportune distinzioni

Pubblicato il 09 Ott 2023

Foto di Sara Kurig su Unsplash

“Il Metaverso ancora non esiste: i 212 mondi virtuali non sono infatti interoperabili. Solo il 54% dei mondi è Metaverse Ready”. È quanto afferma la prima ricerca dell’Osservatorio Realtà Aumentata & Metaverso della School of Management del Politecnico di Milano, presentata ad aprile 2023.

“Il Metaverso rappresenta la prossima grande evoluzione dell’interazione online, attraverso spazi virtuali interconnessi in cui gli utenti interagiscono tramite avatar – spiega Marta Valsecchi, Direttore dell’Osservatorio Realtà Aumentata & Metaverso – un universo digitale che però oggi ancora non esiste: attualmente sono presenti diversi mondi popolati da centinaia di milioni di utenti a livello globale, ma senza una piena interoperabilità tra essi”.

Di cosa si può parlare, quindi, al momento attuale, secondo gli esperti del Politecnico di Milano? Quella che esiste ora può essere definita Extended Reality e può essere ricondotta a tre tipi di “realtà”: aumentata, mista e virtuale. Analizziamo quali sono le differenze con il Metaverso.

Extended Reality: cos’è, cosa permette di fare

Per Extended reality (XR) si intende l’insieme delle tecnologie in grado di arricchire il mondo reale con elementi digitali o di creare nuovi mondi virtuali simili alla realtà. Molte aziende la stanno già utilizzando, nella gestione dei consumatori o nei processi aziendali, grazie a tecnologie in grado di creare ambienti o esperienze virtuali.

L’Extended Reality ha un mercato ben avviato in Italia: 231 progetti attivi dal 2020, di cui:

  • 126 nella gestione dei consumatori (B2c)
  • 105 in processi aziendali (soluzioni B2b/B2e – business to business e business to employee).

Nel B2c, il 34% dei progetti riguarda il settore Tourism & Art, con la possibilità, ad esempio, di visitare virtualmente musei (come la Galleria degli Uffizi) o offrire contenuti interattivi (giochi o enigmi ai Musei Reali di Torino, la ricostruzione di ambienti del passato tramite ologrammi presso il NURE).

Il 25% riguarda il Retail, per aumentare l’engagement e arricchire l’esperienza del cliente, attraverso informazioni aggiuntive sui prodotti e consentendo di visualizzare in anteprima i prodotti da remoto.

Nel B2b/B2e, i settori più attivi sono l’Industrial Production (35% del totale), dove l’XR consente principalmente di visualizzare informazioni aggiuntive per la manutenzione o il controllo qualità, e l’Healthcare (23%), dove permette la collaborazione da remoto tra i medici o la simulazione virtuale nella pianificazione dell’intervento.

Realtà aumentata: cos’è, come funziona

La realtà aumentata (AR, dall’inglese Augmented Reality) è una tecnologia che sovrappone elementi virtuali, come immagini, suoni, video o dati GPS, alla realtà fisica che percepiamo. Questo fa sì che l’utente possa interagire con un ambiente misto, composto sia da elementi reali che digitali. Il funzionamento della realtà aumentata avviene attraverso dispositivi dotati di telecamere e sensori, come smartphone, tablet o visori speciali; essi catturano l’immagine del mondo reale e la elaborano digitalmente, aggiungendo gli elementi virtuali. Il risultato è un’immagine arricchita che viene mostrata all’utente tramite lo schermo del dispositivo o un display integrato nei visori.

La realtà aumentata nel retail: esempi

La realtà aumentata può trasformare il settore del retail, migliorando l’esperienza di acquisto del cliente e fornendo nuovi strumenti per i venditori. Ecco alcuni esempi di come può essere utilizzata:

  • Prova virtuale dei prodotti: attraverso applicazioni di realtà aumentata, i clienti possono “provare” vestiti, occhiali, trucco e altri articoli senza doverli indossare fisicamente. Questo può essere particolarmente utile per lo shopping online, dove i clienti non possono toccare o provare i prodotti.
  • Visualizzazione dei prodotti in contesti reali: la realtà aumentata può aiutare i clienti a visualizzare come un prodotto si adatterebbe al loro ambiente. Ad esempio, un’applicazione di AR può permettere a un cliente di vedere come un pezzo di mobili o un elettrodomestico si adatterebbe alla sua casa.
  • Esperienze di shopping immersive: alcuni negozi stanno sperimentando l’uso della realtà aumentata per creare esperienze di shopping più coinvolgenti. Ad esempio, un cliente potrebbe usare un’applicazione di AR per accedere a informazioni supplementari su un prodotto, vedere recensioni di altri clienti o visualizzare suggerimenti di prodotti correlati.
  • Formazione del personale: la realtà aumentata può anche essere utilizzata per formare il personale del retail. Ad esempio, può simulare situazioni di vendita, aiutare i nuovi dipendenti a familiarizzare con il layout del negozio o fornire istruzioni su come gestire determinati prodotti.
  • Guida all’interno del negozio: la realtà aumentata può essere utilizzata per guidare i clienti all’interno di un negozio, indicando dove si trovano i prodotti che cercano o suggerendo percorsi ottimizzati per il loro shopping.
  • Campagne di marketing interattive: la realtà aumentata può essere utilizzata per creare campagne di marketing coinvolgenti, permettendo ai clienti di interagire con i prodotti in modi nuovi e creativi. Ad esempio, un brand potrebbe creare un gioco di AR che incoraggia i clienti a visitare il negozio e a interagire con i prodotti.

Realtà virtuale, cos’è, come funziona

La realtà virtuale (VR, dall’inglese Virtual Reality) è una tecnologia che permette all’utente di immergersi in un ambiente simulato, che può essere una replica del mondo reale o un mondo completamente immaginario. Questa tecnologia funziona creando un ambiente tridimensionale generato al computer che può essere esplorato e, in alcuni casi, con il quale si può interagire.

Per sperimentare la realtà virtuale, l’utente indossa un visore speciale, dotato di uno schermo per ciascun occhio, che fornisce una vista stereoscopica dell’ambiente virtuale. Il visore è dotato di sensori che tracciano i movimenti della testa dell’utente, permettendo al sistema di aggiornare l’immagine in base alla direzione in cui l’utente sta guardando.

Molti sistemi di realtà virtuale includono anche dispositivi di input manuali, come guanti o controller, che permettono all’utente di interagire con l’ambiente virtuale. Alcuni sistemi più avanzati utilizzano anche dispositivi di feedback tattile o sistemi di tracciamento del corpo intero per aumentare ulteriormente il senso di immersione.

Esempi di uso realtà virtuale

La realtà virtuale (VR) offre un’ampia gamma di applicazioni in vari settori. Ecco alcuni esempi:

  • Gaming: è probabilmente l’uso più conosciuto della realtà virtuale. I giochi VR offrono un’esperienza immersiva che porta i giocatori dentro l’azione del gioco.
  • Formazione e istruzione: la VR può creare simulazioni realistiche per l’addestramento in campi come la medicina, la difesa, l’ingegneria e l’educazione. Ad esempio, un chirurgo in formazione può praticare un’operazione complessa in un ambiente virtuale prima di eseguirla su un paziente reale.
  • Tour virtuali: la realtà virtuale può generare tour virtuali di luoghi remoti, edifici storici, musei, proprietà immobiliari e molto altro. Questo permette alle persone di esplorare luoghi che altrimenti non potrebbero visitare.
  • Riabilitazione e terapia: la VR può trovare impiego come strumento di riabilitazione per i pazienti che stanno recuperando da ictus o lesioni, aiutandoli a ripristinare le funzioni motorie. Inoltre, è stata utilizzata per trattare vari disturbi psicologici, tra cui la fobia sociale, l’ansia e il disturbo da stress post-traumatico.
  • Progettazione e prototipazione: gli architetti e i progettisti possono sfruttare in modo efficace la realtà virtuale per creare modelli 3D dei loro lavori, potendo esaminare i progetti da diverse angolazioni e apportare modifiche prima di costruire un prototipo fisico.
  • Intrattenimento: oltre ai videogiochi, la VR è utilizzata per creare esperienze di intrattenimento immersive, come film e concerti virtuali. Un esempio è “Star Wars: Secrets of the Empire” di The VOID che offre un’esperienza di realtà virtuale interattiva basata sulla popolare serie di film.

Realtà mista: cos’è, come si compone

La realtà mista (MR, dall’inglese Mixed Reality) è una tecnologia che combina elementi di realtà virtuale (VR) e realtà aumentata (AR) per creare un ambiente in cui gli oggetti fisici e digitali coesistono e interagiscono in tempo reale.

In altri termini, mentre la realtà virtuale immerge completamente l’utente in un ambiente completamente digitale, la realtà aumentata sovrappone elementi virtuali al mondo reale. La realtà mista, invece, non solo sovrappone, ma integra effettivamente gli oggetti virtuali con quelli fisici. In un ambiente di realtà mista, gli oggetti digitali e fisici possono interagire l’uno con l’altro in tempo reale.

Per esempio, un utente potrebbe vedere un oggetto digitale – come un mobile o un elettrodomestico – posizionato in un ambiente reale, e potrebbe muoverlo o manipolarlo come se fosse un oggetto fisico. Questo rende la realtà mista particolarmente utile in una varietà di applicazioni, tra cui la progettazione e l’architettura, la formazione e l’istruzione, il gaming, e molti altri campi.

I dispositivi di realtà mista, come i visori HoloLens di Microsoft, utilizzano telecamere, sensori e algoritmi avanzati per mappare l’ambiente fisico e tracciare i movimenti dell’utente, permettendo una precisa interazione tra oggetti reali e virtuali.

Esempi di uso di realtà mista

La realtà mista può essere applicata in vari campi, grazie alla sua capacità di combinare il mondo reale con elementi virtuali in maniera interattiva. Ecco alcuni esempi:

  • Formazione e istruzione: la realtà mista può essere utilizzata per creare simulazioni realistiche per l’addestramento in campi come la medicina, la meccanica, l’aeronautica e molti altri. Ad esempio, un chirurgo potrebbe praticarsi su un modello virtuale di un corpo umano prima di eseguire un’operazione reale.
  • Progettazione e architettura: può servire agli architetti e ai progettisti per visualizzare e manipolare modelli 3D dei loro progetti in un ambiente reale. Questo può aiutare a identificare problemi di progettazione e a presentare con efficacia le idee ai clienti.
  • Manutenzione e riparazione: la realtà mista può fornire assistenza visiva in tempo reale per le procedure di manutenzione e riparazione. Ad esempio, un tecnico potrebbe vedere le istruzioni sovrapposte su un oggetto reale, come un motore, e seguire i passaggi per eseguire una riparazione.
  • Intrattenimento e gaming: può creare esperienze di gioco immersive, in cui i giocatori interagiscono con oggetti virtuali nel loro ambiente reale.
  • Commercio al dettaglio: i rivenditori possono avvalersene per migliorare l’esperienza di acquisto dei clienti. Ad esempio, un cliente potrebbe “provare” mobili in casa sua vedendo come appaiono in realtà mista prima di effettuare l’acquisto.
  • Turismo: le attrazioni turistiche possono sfruttarla per migliorare l’esperienza dei visitatori, ad esempio sovrapponendo informazioni storiche o culturali all’ambiente reale.

Cosa è davvero il Metaverso e come si differenzia dalla Extended Reality

La grande maggioranza degli italiani conosce il concetto di Metaverso solo a livello superficiale, secondo una ricerca svolta dall’Osservatorio in collaborazione con BVA Doxa. Infatti, l’86% degli utenti internet tra 18 e 75 anni ne ha sentito parlare, ma appena l’8% conosce il tema “per davvero”. I frequentatori assidui (utenti internet oltre i 18 anni che accedono ogni giorno ad almeno un mondo virtuale) in Italia possono essere stimati in circa 1,4 milioni; per oltre la metà di questi, i principali mondi sono Fortnite e Minecraft, utilizzati soprattutto per giocare o socializzare.

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Le otto caratteristiche per costituire il Metaverso

Per fare chiarezza tra le molteplici definizioni, l’Osservatorio ha sintetizzato gli elementi chiave tra le fonti disponibili e ha definito il Metaverso come “un ecosistema immersivo, persistente, accessibile a tutti, interattivo e interoperabile, composto da mondi virtuali interconnessi tra loro in cui le persone possono socializzare, lavorare, effettuare transazioni, giocare e creare asset, accedendo anche tramite dispositivi immersivi”. Una realtà che deve essere modulabile e consentire il possesso di asset e la rappresentazione tramite avatar.

I “mondi virtuali” per costituirlo devono quindi essere:

  1. persistenti
  2. accessibili da tutti
  3. immersivi
  4. modulabili
  5. interoperabili
  6. transazionali
  7. consentire il possesso di asset
  8. permettere la rappresentazione tramite avatar

È proprio la necessità che siano presenti queste otto caratteristiche a marcare la differenza fra Metaverso e Extended Reality (realtà aumentata, mista e virtuale).

Una differenza che spiega chiaramente Valeria Portale, Direttore dell’Osservatorio Realtà Aumentata & Metaverso: “Per dare forma al Metaverso, rendendolo una realtà sempre più completa, coinvolgente e capace di creare valore per tutti gli attori servirà la collaborazione di sviluppatori, aziende, istituzioni e anche degli utenti – occorrerà definire standard condivisi per rendere i mondi virtuali interoperabili attraverso il Web3 e le tecnologie blockchain, migliorare la user experience sia dei mondi virtuali (in termini di qualità grafica, fluidità dei movimenti e modalità di interazione tra gli utenti) sia dei device di accesso, sviluppare una regolamentazione su data collection e privacy, oggi totalmente assente, e, non da ultimo, popolare i diversi mondi, abituando gli utenti a usare frequentemente questa nuova modalità di navigazione e dando loro la possibilità di fruire di contenuti, servizi ed esperienze di valore”.

Per l’interoperabilità fra mondi virtuali con la definizione di standard condivisi, nel maggio 2022 è nato il Metaverse Standard Forum, ente che raggruppa diverse realtà con l’obiettivo comune di favorire lo sviluppo di un Metaverso aperto e inclusivo.

Nasce il Metaverse Standards Register

Lo scorso 25 settembre, il Metaverse Standards Forum ha lanciato il Metaverse Standards Register, un database accessibile al pubblico di organizzazioni che sviluppano specifiche di interoperabilità relative al Metaverso.

Il Metaverse Standards Register consentirà ai gruppi di standardizzazione e a coloro che desiderano utilizzare gli standard di interoperabilità di esplorare rapidamente dove concentrare al meglio i propri sforzi per promuovere l’obiettivo di massimizzare l’interoperabilità in tutto l’ecosistema Metaverse. Nella prima fase, più di 64 organizzazioni si sono unite allo Standards Register Domain Group per contribuire, o sono candidati che hanno fatto domanda e sono in fase di approvazione per l’accesso in upload.

In una seconda fase, il Registro mapperà il panorama delle attività, delle specifiche e delle pubblicazioni di standardizzazione relative al Metaverso per consentire la navigazione e l’analisi dell’ecosistema delle attività di standardizzazione rilevanti per la costruzione di un Metaverso aperto, consentendo l’identificazione di sinergie, interfacce, connessioni e potenziali lacune nel panorama della standardizzazione.

The Metaverse Standards Register Process

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Pierluigi Sandonnini
Pierluigi Sandonnini

Ho una formazione ibrida, tecnologica e umanistica. Nuove tecnologie I&CT e trasformazione digitale sono i miei principali campi di interesse. Ho iniziato a lavorare nella carta stampata, mi sono fatto le ossa al Corriere delle Telecomunicazioni negli anni a cavallo del Duemila. Collaboro con Digital360 dal 2020

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