Il bello e ben fatto italiano piace, soprattutto all’estero. Le vendite di prodotti italiani, infatti, raggiungeranno i 15 miliardi di euro nel 2021, 4,5 miliardi in più rispetto ai livelli del 2015, con un aumento del 43% in sei anni. Queste le stime nei trenta principali mercati emergenti individuati da “Esportare la dolce vita”, la ricerca elaborata dal Centro Studi Confindustria e da Prometeia, arrivata alla settima edizione.
Lo studio è stato condotto con il contributo di 9 associazioni di Confindustria – Anfao, Assica, Assocalzaturifici, Confindustria Alberghi, FederlegnoArredo, Federorafi, Federvini, Sistema Moda Italia e Ucina – e analizza lepotenzialità di crescita delle vendite di beni BBF nei trenta nuovi mercati più promettenti per l’Italia dal 2016 al 2021.
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Gli Emirati offriranno il maggior contributo alla crescita, seguiti dalla Cina e dalla Russia, che continuerà a perdere rilevanza. Nel 2021 i trenta nuovi mercati importeranno dall’Italia quasi quanto fanno oggi Francia e Germania insieme. Un contributo importante verrà dalla domanda della classe benestante: in tutto il mondo ci saranno 212 milioni di “nuovi ricchi” in più nel 2021 rispetto al 2015, persone con un reddito lordo pro-capite pari a 35mila dollari. La metà di essi risiederà nei principali centri urbani di Cina e India, ma la classe benestante si sta ampliando anche in paesi molto vicini all’Italia, come per esempio la Polonia. È proprio grazie allo sviluppo di questa classe benestante che l’export BBF è salito dai 7,6 miliardi del 2010 ai 10,4 miliardi del 2015. E questa tendenza proseguirà.
Le piccole e medie imprese italiane hanno puntato con decisione sui mercati emergenti durante la crisi, quando la diminuzione della domanda nei mercati maturi le aveva messe in difficoltà. Ora il vento è cambiato: i paesi avanzati tornano a crescere e i loro consumatori a spendere, mentre i paesi emergenti sono in rallentamento, se non addirittura in recessione. Le loro difficoltà economiche non hanno però allentato i legami che le imprese italiane hanno tessuto con i consumatori benestanti dei nuovi mercati, che continuano a consolidarsi perché si fondano su dinamiche di lungo periodo, che la congiuntura può influenzare solo temporaneamente. La domanda di bellezza e di qualità di questi consumatori continua a rivolgersi all’Italia, in particolare ai prodotti del bello e ben fatto (BBF), che sono i beni di consumo di fascia medio-alta che si contraddistinguono per il design e la qualità dei materiali e delle lavorazioni.
La ricerca CSC-Prometeia analizza in particolare l’andamento dei settori alimentare, con focus su salumi e vini, bevande spiritose e aceti (VSA), arredamento, abbigliamento e tessile casa, calzature, occhialeria e oreficeria-gioielleria. Nel 2021 le importazioni di BBF italiani del settore alimentare arriveranno a 2,8 miliardi di euro, 598 milioni in più rispetto al 2015, con i salumi a 42 milioni di euro, in crescita di 5,6 milioni, e VSA a 488 milioni di euro, in crescita di 107 milioni; quelle dell’arredamento saliranno fino a 3,3 miliardi di euro, da 2,1 miliardi; quelle dell’abbigliamento aumenteranno fino a 3,5 miliardi, dai 2,6 miliardi, con metà della domanda incrementale proveniente da Russia e Cina; quelle delle calzature arriveranno a 1,7 miliardi, con un aumento di 582 milioni, metà del quale proverrà dalla Russia, che nonostante le difficoltà rimane il principale sbocco, e dalla Cina; quelle dell’occhialeria saliranno fino a 934 milioni di euro, da 608 milioni, con un contributo di 166 milioni d’import, circa la metà dell’aumento, da parte di Cina, Emirati, Turchia e Brasile; infine, quelle di oreficeria-gioielleria cresceranno fino a 2,7 miliardi di euro, 904 milioni in più.
L’edizione di quest’anno si concentra anche su due settori che sono vetrine di promozione dei prodotti “belli e ben fatti”: l’alberghiero italiano di fascia alta, che rappresenta per il visitatore straniero una porta di accesso al made in Italy, e la nautica, considerata dai consumatori dei nuovi mercati come opportunità di ostentare il proprio status.
Gli stili di consumo nei nuovi mercati evolvono rapidamente e in direzione favorevole per i beni del bello e ben fatto italiano. Le forze che trasformano i consumi hanno intensità diverse nei trenta nuovi mercati e incidono non solo sul potere di acquisto dei consumatori, ma anche sulle loro preferenze di spesa. Tra i principali importatori di BBF italiano, il paese più promettente è la Cina, seguita da Emirati, Russia e Brasile.