L’open innovation è la grande sfida dell’innovazione. E se già per aziende consolidate è un’attività complessa da avviare, a maggior ragione è un impegno che può spaventare le PMI, che hanno risorse molto più limitate non solo in termini di risorse finanziarie e competenze ma soprattutto di networking. Nasce dall’idea di ridurre questo gap il progetto realizzato dalla Regione Emilia-Romagna attraverso ART-ER – Attrattività Ricerca Territorio, società consortile che unisce i soggetti dell’ecosistema innovazione per la crescita condivisa e sostenibile. Un progetto il cui nome rivela già l’importanza dell’impresa.
Si chiama infatti EROI (Emilia-Romagna Open Innovation), ed è una piattaforma online che connette gli attori interessati ad avvicinarsi all’open innovation e permette loro di costruirsi un network qualificato, dalle tecnologie a know-how di business e competenze. Uno dei suoi strumenti principali è proprio il meccanismo delle “sfide”, pensate per favorire l’incontro tra domanda e offerta di innovazione.
Come funzionano nel concreto? Ci siamo fatti raccontare l’esperienza da uno degli utenti di EROI, l’azienda chimica HDG Group S.r.l., che attraverso una sfida ha ottenuto contatti preziosi per la realizzazione di soluzioni all’insegna della sostenibilità.
Come funzionano le sfide su EROI?
Le sfide all’interno della piattaforma EROI sono strutturate su due funzioni complementari: quella, appunto, di sfida, lanciata da un Seeker che ricerca una soluzione per un proprio bisogno specifico e quella di soluzione, proposta da un Solver che offre la propria collaborazione.
Ad ogni sfida pubblicata viene assegnato un animatore, che supporta il Seeker nella ricerca di innovazione facilitando i contatti con altri attori e reti. Il Seeker decide quindi quali delle risposte ricevute siano in linea con i suoi bisogni, creando un matching con i contatti interessanti.
“La SFIDA può essere uno strumento utile nelle varie fasi di un percorso di innovazione” precisa Piergiorgio Iacobelli, Community Manager di EROI. “Dalla fase di individuazione del bisogno specifico, fino all’implementazione finale, o anche a concetti legati ad aspetti del business, modelli di business, connessioni per la vendita/distribuzione”.
“Non solo: capita talvolta di ricevere proposte lontane dal bisogno che si aveva in mente, ma che offrono spunti di innovazione inaspettati e interessanti in una logica di serendipity molto importante per l’open innovation”.
Una piattaforma di networking flessibile e utile per tutti gli ambiti tecnologici
“Uno dei freni principali all’open innovation è l’idea che le aziende hanno di compromettere la segretezza dei propri progetti” spiega Piergiorgio. “EROI, tuttavia, è prima di tutto una piattaforma di networking, e come tale non richiede nel lanciare le sfide di rivelare dettagli discrezionali: è sufficiente raccontare la propria idea o il bisogno per cui si desiderano soluzioni e con cui accendere l’attenzione dei solver che potranno rispondere. Ci sarà poi la possibilità di approfondire, dopo il matching che la piattaforma ha generato, tutti gli aspetti anche quelli più tecnici utilizzando le normali modalità di tutela delle informazioni scambiate, come per esempio un NDA ”.
Grazie al suo approccio semplice, le sfide di EROI sono uno strumento flessibile e utile per tutti i settori e ambiti tecnologici, dell’agroindustria al medicale, dai servizi allo sviluppo di nuovi prodotti, dal digital a tecnologie più tradizionali.
“L’open innovation è un vitale strumento di competitività anche e soprattutto per i settori più tradizionali. Per non restare indietro è oggi più importante che mai per questi settori aprirsi alla collaborazione”.
EROI, la sfida lanciata da HDG Group
È proprio questo il caso di HDG Group, che opera nel settore chimico.
“HDG Group è un’azienda che realizza prodotti per la cura dei materiali, specialmente per legno e materiali lapidei e si sta impegnando in un percorso verso la sostenibilità” spiega Irene Dardani, Presidente CDA e Direttore Tecnico della società.
“Stiamo cercando soluzioni innovative in accordo con le linee guida dell’economia circolare. In particolare, cerchiamo materie prime che derivino dal recupero di scarti. Ma si tratta di un argomento molto complesso: talvolta i processi per utilizzare materiali provenienti da recupero risultano avere più impatto sull’ambiente di quelli che partono da materie prime vergini. Per questo per noi è importante trovare interlocutori esperti in materia che possano sostenerci in progetti di circolarità veramente ecocompatibile ”.
Conoscendo da anni ART-ER come luogo di formazione e divulgazione su innovazione, tecnologia e digitale per le piccole aziende, l’azienda ha scelto di condividere questa progettualità sulla piattaforma EROI.
“Abbiamo lanciato una sfida per cercare interlocutori qualificati: partner che potessero fornirci rifiuti da riutilizzare come materia prima ma anche laboratori o università con il know-how necessario per aiutarci a caratterizzarli e capire la migliore applicazione commerciale a cui destinarli – con l’obiettivo di aprire anche nuove linee di business”.
Lanciata a luglio 2021, la sfida si è chiusa a ottobre con 6 soluzioni raccolte.
“Tutti e sei i contatti si sono rivelati molto interessanti” spiega Irene, “Sono rimasta piacevolmente sorpresa dalla concretezza e dalla qualità delle soluzioni proposte. Sta ora partendo un progetto con uno dei sei Solver, ma anche gli altri sono contatti che manterremo per possibili progettualità future.”
“Mi sento di dire che la sfida abbia portato risultati positivi e ci abbia dato davvero la possibilità di trovare contatti molto interessanti” conclude Irene, “Consiglierei la piattaforma a tutte le aziende con un approccio open: è il tipo di strumento perfetto per chi vuole fare un progetto un po’ più grande e trasversale ed è pronto a mettersi in gioco”.