STARTUP INTELLIGENCE

Energy Transition: 7 startup italiane che stanno cambiando il mondo dell’energia

L’Osservatorio Startup Intelligence e l’Osservatorio Energy & Strategy del Politecnico di Milano hanno censito 407 startup dell’Energy Transition nel mondo, con finanziamenti ottenuti per quasi 8,4 miliardi di dollari. Qui alcune realtà italiane

Pubblicato il 08 Gen 2021

Startup e Sostenibilità

Il mondo energy sta vivendo una rivoluzione copernicana: quello che per decenni è stato un sistema basato sulla presenza di pochi grandi impianti di produzione e sulla netta distinzione tra soggetti produttori e quelli consumatori di energia si sta trasformando, lentamente ma inesorabilmente, in un sistema incentrato sulla figura del prosumer – soggetti che al tempo stesso sono produttori e consumatori di energia –, in cui nel medio termine saranno dominanti sistemi di produzione distribuiti molto spesso alimentati da fonti rinnovabili non programmabili. In questo processo oramai noto come “transizione energetica” gli attori in gioco sono molteplici ed un ruolo primario è ricoperto dai player più disruptive per definizione, le startup.

Per questo motivo l’Osservatorio Startup Intelligence e l’Osservatorio Energy & Strategy del Politecnico di Milano hanno censito 407 startup che hanno sviluppato soluzioni e value proposition connesse all’Energy Transition operanti in Italia e all’estero. L’interesse verso il tema è confermato anche guardando i volumi di investimenti ricevuti dalle startup: complessivamente esse hanno ricevuto finanziamenti per quasi 8,4 miliardi di dollari.

Finanziamenti alle startup dell'Energy Transition
I risultati della Ricerca sono stati presentati da Josip Kotlar, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Energy & Strategy, Marco Guiducci e Nicola De Giusti, rispettivamente Project Manager e Ricercatore dell’Osservatorio, in occasione del Workshop di Startup Intelligence dedicato a questa tematica. L’incontro ha ospitato il pitch di 7 startup di fronte alla platea della community degli Innovation Manager italiani; tra le aziende erano presenti anche Agos, Autostrade Tech, Bper Banca, Bticino, Cassa di Risparmio di Bolzano, Costacurta, Credem Banca, Edison, Eni, Esselunga, Ferrovie dello Stato Italiane, Gruppo Enercom, Gruppo Hera, Gruppo Tea, IGPDecaux, Inail, Parmalat, Pirelli, Poste Italiane, Prysmian Group, Saipem, Simonelli Group, Sky Italia, Smartpaper, Snam, Terna, TIM, VIVIgas energia.

Nella Ricerca sono state analizzate le aree di business in cui operano le startup, intese come ambiti applicativi di appartenenza. Nello specifico, emerge come le realtà attive nell’area “Carbon Footprint” – che offrono soluzioni mirate alla riduzione dell’impatto ambientale in termini di emissioni di gas serra – risultino essere quelle più presenti sul mercato, coprendo il 36% del campione analizzato. Appartenenti a questa categoria sono tre startup ospitate al Workshop. Be Charge, presentata dal Business Development Manager Daniel Cascone, è attiva nei servizi di ricarica per veicoli elettrici, attraverso un’infrastruttura proprietaria diffusa sul territorio, contribuendo allo sviluppo e alla crescita della mobilità elettrica su tutto il territorio nazionale. César Mendoza ha quindi illustrato NITO, startup anch’essa attiva nell’ambito della mobilità, che progetta, produce e commercializza veicoli elettrici (motociclette, biciclette e monopattini principalmente) di design ed ecologici sfruttando le eccellenze dell’industria italiana. Glass to Power, come ha raccontato il Founder & Chief Executive Officer Emilio Sassone Corsi, si focalizza invece sull’industrializzazione e produzione di sistemi fotovoltaici basati sulla tecnologia LSC (concentratori solari luminescenti) per facciate intelligenti di grandi edifici vetrati o uffici, permettendo non solo di generare elettricità da pannelli che risultano totalmente trasparenti, ma anche di ridurre del 10-15% i fabbisogni energetici lato HVAC.

A seguire per numerosità nel campione analizzato, le startup che offrono soluzioni abilitanti il paradigma della “Circular Economy” e che costituiscono circa un quarto del totale. Tra queste troviamo Waga Energy, presentata al Workshop da Edoardo Trottini, Business Development Engineer, startup che ha sviluppato una tecnologia per valorizzare il biogas di discarica in biometano, sostituto rinnovabile del gas naturale, trasformando una fonte di inquinamento in energia locale e rinnovabile.

Il 19% del campione di analisi è poi costituito da startup che hanno una value proposition volta all’”Energy Efficiency” e che si pongono l’obiettivo di ridurre i consumi energetici mantenendo inalterato l’output. Enerbrain, nello specifico, come raccontato dal CEO e Co-Founder Giuseppe Giordano, sviluppa soluzioni intelligenti per gli edifici. I sensori comunicano alla piattaforma software la temperatura, i livelli di umidità e CO2 e i vari dati di consumo di gas, elettricità ed acqua; la piattaforma, tramite un algoritmo di Artificial Intelligence costruisce un modello predittivo e invia le conseguenti istruzioni a delle centraline che, a loro volta, agiscono sugli attuatori per automatizzare e regolare i vari parametri.

Infine, il 14% del campione è rappresentato da startup che hanno sviluppato una value proposition connessa a sistemi di accumulo e batterie (58 startup) e il 7% da realtà che si occupano di Energy Demand Management. Tra le prime troviamo Green Energy Storage, presentata dal Process Manager Matteo Fedeli, che ha brevettato una batteria a flusso basata su una molecola organica, il chinone, estraibile sia da elementi vegetali che da scarti dell’industria petrolifera, le cui caratteristiche sono flessibilità, scalabilità, efficienza, basso costo e basso impatto ambientale.

Nella categoria di Demand-side Response troviamo HelioSwitch, startup incubata in PoliHub che, nelle parole del Chief Business Officer Simone Biondi, offre diversi servizi erogati come Software as a Service (SaaS) ai vari attori del mercato elettrico attraverso un’unica piattaforma cloud che integra: l’utilizzo di previsioni meteo probabilistiche ensemble forecast e analisi di dati storici, per la previsione di produzioni e di consumo elettrico, con Uncertainty Quantification; l’ottimizzazione Monte Carlo della programmazione oraria di tutte le risorse di flessibilità, inglobando le correlazioni tra le diverse sessioni dei mercati elettrici.

Le startup ospitate al Workshop sono la metà di quelle italiane attive nel panorama Energy Transition, con limitati finanziamenti rispetto all’estero. Come si è visto, però, non mancano iniziative interessanti; e la numerica italiana, rispetto a quella europea (222 startup), permette comunque di collocarci al quinto posto in un’ipotetica classifica continentale di Paesi leader per generazione di nuove realtà imprenditoriali attive nell’Energy Transition.

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Eliana Bentivegna
Eliana Bentivegna

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