Elserino se n’è andato ieri sera.
Non ci vedevamo da prima della pandemia, da quando più o meno ogni mese ci incontravamo nel suo studio in cui ormai da più di vent’anni lo vedevo ed in cui ho potuto apprezzare e forse capire una delle menti più brillanti con cui ho avuto la fortuna e l’onore di potermi confrontare. E da cui ho potuto imparare quello che, forse, so, ed a cui essere quindi sempre grato.
Addio a Elserino Piol, protagonista dell’innovazione tecnologica in Italia
Il lampo di Elserino Piol
Lo conobbi, quasi per caso quando da neoassunto cominciai a lavorare all’Olivetti a metà anni ’90.
Una passione per il suo inseparabile sigaro. Lavoratore infaticabile. Incuteva timore, era velocissimo, a volte burbero, ma spesso o quasi sempre, essenziale ed illuminante.
E quella luce, quel lampo non l’ha mai perso, anche quando in età ormai non più giovanile, continuava a raccontarmi le più incredibili storie di Olivetti e non solo e dei grandi dell’innovazione planetaria con cui si era sempre seduto al tavolo. Ma allo stesso tempo comunque continuava ad avere un’opinione su tutto ciò che di nuovo arrivava, su tecnologie e modelli di business che intuiva sempre anche se a volte neppure conosceva.
Era un lettore quasi compulsivo, dalla memoria formidabile e soprattutto dalla capacità di associare suggestioni, nozioni e relazioni in modi incredibili: ogni problema aveva una soluzione ed un’opportunità associata.
Elserino Piol mi suggerì il nome P101
L’innovazione, la velocità e un punto di vista sempre diverso, sempre non banale erano le caratteristiche del suo pensiero. L’innovazione era il suo stesso pensiero e viceversa.
Elserino stesso mi suggerì di usare il richiamo alla mitica P101 quando ancora nel 2012 volevamo insieme ad altri colleghi e amici, riportare il venture capital all’attenzione degli imprenditori italiani.
Quel nome che mi suggerì veniva da una tra le innumerevoli innovazioni che quell’Olivetti che Elserino visse a lungo. Olivetti che a lungo lo vide come protagonista di tante di quelle che furono le innovazioni di business, di tecnologia e di modello che ancora oggi (anche senza saperne tutta la storia), vedono nel loro DNA la sua firma.
Lo rimpiangerò e lo rimpiangeremo, così come rimpiangeremo non avere più quel lampo che tante volte ci ha stregati, suggestionati e nel bene e nel male ci ha fatto fare quello che abbiamo fatto.
Ma non ci sono solo rimpianti, anzi. C’è un grande lascito che sta a noi, i nostri amici e colleghi e chi lo ha conosciuto, portare avanti e tenere come tesoro.
Sono certo che in questo momento starà pensando a qualche cosa di nuovo, mi piacerebbe sapere cosa, ma sono certo che ne resteremmo ancora un’ultima volta affascinati.
Buon viaggio Elserino.