Nell’ecosistema italiano delle startup ci sono varie realtà, dagli incubatori agli acceleratori, dal venture capital pubblico a quello privato, ma sono tutte iniziative poco connesse tra loro, quando non sono del tutto disconnesse. “Ognuno segue la sua linea di pensiero, invece potrebbe essere utile un collegamento nazionale tra le varie realtà” dice a EconomyUp Adriano La Vopa, esperto di strategie per l’innovazione.
È un tema di cui tenere conto in vista delle elezioni politiche del prossimo 4 marzo. Stiamo parlando, infatti, di policy pubbliche: quelle che, per esempio, ha messo in atto l’Olanda attraverso un organismo nato da qualche anno, che si chiama StartupDelta. Una partnership pubblico-privato con lo scopo di fungere da collante tra le molteplici realtà innovative e tra i cluster tecnologici disseminati in tutta la nazione. La politica italiana potrebbe prendere in esame questo modello e magari decidere che è quello che ci vuole per un Paese come il nostro, frammentato a livello geopolitico in molteplici regioni e comuni, e a livello imprenditoriale in una miriade di piccole e medie imprese (peraltro l’ossatura della nostra economia). La frammentazione sembra essere nel nostro Dna, così come la frequente incapacità di coordinarci e fare rete. In questo contesto potrebbe essere utile un organismo “unificatore”, nel quale eventualmente batta un cuore pubblico, che funga da propulsore economico ma anche strategico.
Vediamo di capire meglio cos’è e come funziona l’organismo olandese e perché potrebbe essere imitato dall’Italia.
StartupDelta è un partenariato indipendente tra pubblico e privato. Insieme con i principali innovation hub in Olanda, lavora con i ministeri degli Affari economici, della Cultura e della Scienza, nonché con la comunità delle startup e con altri partner.
CHI L’HA CREATO – La “madre” di StartupDelta è una vecchia conoscenza del mondo dell’innovazione tecnologica a livello europeo: Neelie Kroes. Dopo una carriera politica intrapresa nel suo Paese (deputata del Partito Popolare per la Libertà e la Democrazia, segretario di stato e ministro dei trasporti, ma anche componente dei consigli di amministrazione di numerose multinazionali), la Kroes è stata Commissario dell’Unione europea, prima per la Concorrenza, poi per l’Agenda Digitale. Diventata Inviato speciale per le Startup in Olanda, a luglio 2015 ha lanciato StartupDelta insieme al ministro degli Affari economici Henk Kamp e a IBM Netherlands. Ha mantenuto il ruolo per 12 mesi, poi, come aveva lei stessa stabilito, ha lasciato l’incarico, che è attualmente ricoperto dal Principe Constantijn Van Oranje-Naussau, fratello minore del re d’Olanda. Nei Paesi Bassi, insomma, all’ecosistema delle startup ci pensa la famiglia reale.
LA MISSIONE– StartupDelta punta a far confluire l’ecosistema delle startup olandesi in un unico hub interconnesso grazie ai collegamenti che questa realtà ha con il governo, le corporazioni e i principali centri per l’innovazione. In StartupDelta sono rappresentate oltre 2500 startup e aziende tecnologiche e 10 Innovation Hubs. Presentandosi in un’unica piattaforma, le società olandesi possono facilmente mettersi in collegamento le une con le altre, e con potenziali investitori o mentor specializzati. Un altro vantaggio è che le startup possono vedere cosa hanno loro da offrire gli hub regionali. In Olanda, infatti, ci sono vari cluster tecnologici specializzati in diversi settori economici a seconda della regione: l’hub di Eindhoven, Enschede, Groningen, dell’Aia e di Amsterdam hanno da offrire ognuno programmi, specializzazioni e tecnologie differenti.
Qui una rappresentazione grafica degli hub dell’innovazione nei Paesi Bassi.
PERCHÉ IL GOVERNO OLANDESE CO-INVESTE IN STARTUP
Come miglior ecosistema delle startup nella UE, i Paesi Bassi figurano al quarto posto dopo UK, Berlino e Parigi. Il ministro Henk Kamp ha spiegato: “Come governo supportiamo l’agenda che consente ai Paesi Bassi di trarre ulteriore vantaggio dalle innovazioni che sono un prodotto delle startup. La mia ambizione è fare in modo che l’Olanda sia nei primi 5 posti della classifica degli ecosistemi per startup nel mondo entro il 2020. Attualmente occupiamo il 19esimo posto. Dobbiamo continuare a lavorare per creare un clima migliore per le startup attraverso collaborazione con investitori e istituzioni”. Con StartupDelta, ha proseguito il ministro Henk Kamp, “le startup avranno benefici, in quanto possono crescere all’interno di grandi imprese. Questo farà aumentare l’occupazione e la produttività olandese, e ci darà un vantaggio competitivo”.
LE ANALOGIE CON IL MODELLO ISRAELIANO
Anche in Israele lo Stato collabora attivamente con il settore privato per coltivare le startup nazionali. Lo fa attraverso la Israel Innovation Authority (o Chief Scientist) nata presso il ministero dell’Economia, esempio particolarmente interessante di sostegno pubblico all’innovazione. L’Autorità lavora con team di validazione esterni per analizzare e selezionare le startup che accederanno ai programmi di accelerazione a tema organizzati dal governo. Lo Stato partecipa con l’85% dei fondi, il settore privato ci mette il restante 15%. L’Autorità eroga centinaia di milioni di dollari alle startup, che restituiscono il denaro solo se hanno successo. All’inizio gli argomenti dei programmi di accelerazione erano scelti dal governo, ma ultimamente sono le candidature degli startupper a indicare indirettamente al ministero in quale settore si stanno generando business innovativi.
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LA SFIDA DELLA FRANCIA
La Francia è sempre più determinata a diventare una “startup nation”. E, anche in questo caso come per l’Olanda e Israele, è il governo a guidare la battaglia per scalare i primi posti della classifica degli ecosistemi per startup. Al recente World Economic Forum a Davos, il presidente francese Emmanuel Macron ha detto che creerà un fondo da 10 miliardi di euro per finanziare l’innovazione e la ricerca. Macron ha affermato che vuole fare dell’innovazione il punto centrale della sua politica economica, per poi aggiungere che il focus sarà sull’innovazione disruptive. Uno degli strumenti che ha la Francia per attuare questa policy c’è già: si chiama Station F, ha sede a Parigi, è considerato l’hub più grande del mondo per le startup ed è stato fondato dall’imprenditore e magnate delle telecomunicazioni Xavier Niel. Tra i funding partner c’è Facebook, ma un supporto arriva anche da altre aziende del calibro di Microsoft, Amazon e Vente-privee. Insomma, un vero e ricco ecosistema.
Station F a Parigi, che cosa c’è dentro il più grande incubatore del mondo