L’Italia è fra le 37 economie al mondo spinte dall’innovazione, quindi sul gradino più alto dell’evoluzione economica, ma è al 137esimo posto (addirittura dietro la Grecia, 127esima, e alla Spagna, 115esima) per efficienza del mercato del lavoro (il cui ranking si suddivide in “Flessibilità”, nel quale lo Stivale è 135esimo, e “Efficienza nell’utilizzo dei talenti”, che vede il Belpaese al 134esimo posto). Va un po’ meglio nella classifica globale della competitività, che ci vede al 49esimo posto, in calo però rispetto allo scorso anno quando eravamo 42esimi.
Insomma, i dati del Global Competitiveness Report 2013-2014 danno di che riflettere. Soprattutto se si scorre la classifica verso l’alto e si vede che sono più competitivi dell’Italia perfino Paesi come la Lituania, le Barbados, la Repubblica Ceca, le Mauritius, la Turchia, la Polonia, Malta, Panama, l’Azerbaijan, l’Indonesia, la Thailandia, il Cile, l’Estonia, Porto Rico e la Malesia. E dopo di noi in classifica, ma con lo stesso punteggio, c’è il Kazakistan. Quello sperduto Paese asiatico che tutto il mondo ha preso in giro guardando Borat al cinema adesso rischia di fare le scarpe all’Italia in quanto a competitività.