DIGITALIZZAZIONE E AMBIENTE

Economia eco-digitale: cos’è e quali opportunità offre il connubio tra digital transformation e sostenibilità



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L’economia eco-digitale è un neologismo che vuole indicare la duplice transizione verso un’economia che offre non solo valore economico, ma anche ambientale e sociale. Questa nuova era è guidata dalla convergenza tra digitalizzazione e sostenibilità. Il report di Capgemini

Pubblicato il 5 feb 2024



Economia eco-digitale
Economia eco-digitale (Foto di Google DeepMind:)

L’economia eco-digitale, o economia circolare e digitale, è un neologismo che si riferisce all’integrazione della trasformazione digitale e della sostenibilità ambientale nell’ambito economico. Da tempo si parla di come, per la sostenibilità ambientale, sia indispensabile anche la tecnologia digitale. Adesso il fenomeno è stato indentificato con un nuovo nome. In Italia questa transizione è considerata fondamentale per rilanciare l’occupazione e l’economia, e per affrontare sfide ambientali e energetiche. Secondo uno studio condotto da Capgemini in collaborazione con il Digital Design Data Institute di Harvard, si prevede che l’economia eco-digitale raddoppierà entro il 2028, raggiungendo quasi 33.000 miliardi di dollari

Economia eco-digitale: cosa significa

L’economia eco-digitale, secondo il report del Capgemini Research Institute, rappresenta la duplice transizione verso un’economia che offre non solo valore economico, ma anche valore ambientale e sociale. Questa nuova era è guidata dalla convergenza tra digitalizzazione e sostenibilità, un connubio che apre la strada a opportunità significative. Si prevede che crescerà grazie allo sviluppo di nuovi modelli di business, flussi di entrate e costi efficientati, oltre alla riduzione delle emissioni globali di gas serra attraverso le tecnologie digitali. L’economia eco-digitale è caratterizzata dall’utilizzo di dati, tecnologia cloud, ecosistemi collaborativi e prodotti e servizi connessi, il tutto con un focus sulla sostenibilità.

“The eco-digital era”: il report

Ecco alcuni punti chiave:

  1. Dimensione globale:
    • Si prevede che l’economia eco-digitale raddoppierà entro il 2028, raggiungendo quasi 33.000 miliardi di dollari.
    • L’Italia attualmente rappresenta solo l’1,5% di questa economia, ma ha un potenziale superiore alla media globale.
  2. Benefici delle tecnologie digitali:
    • Negli ultimi cinque anni, l’implementazione delle tecnologie digitali ha permesso alle organizzazioni di ridurre il consumo energetico di quasi un quarto e le emissioni di gas serra (GHG) del 21%.
    • L’adozione del digitale stimolerà la crescita economica, mettendo al centro la sostenibilità.
  3. Modelli di business e flussi di ricavi:
    • L’era eco-digitale sta dando vita a nuovi modelli di business e flussi di ricavi.
    • L’efficienza dei costi è migliorata grazie all’utilizzo di dati, cloud, ecosistemi collaborativi e prodotti/servizi connessi.
  4. Ruolo dell’intelligenza artificiale generativa:
    • L’intelligenza artificiale generativa e altre tecnologie emergenti stanno ridefinendo il panorama economico e sociale.

Cosa può fare l’Italia per un’economia più eco-digitale

L’Italia si trova di fronte a un momento cruciale nel suo percorso verso l’innovazione e la modernizzazione. Il Paese ha davanti a sé l’opportunità unica di rafforzare la propria posizione nel panorama dell’economia eco-digitale, un settore in rapida espansione e di fondamentale importanza per il futuro sostenibile del nostro pianeta. La strada da percorrere per realizzare questo obiettivo passa attraverso una serie di azioni strategiche mirate a promuovere la digitalizzazione e l’innovazione.

In primo luogo, l’iniziativa “Next Generation Italia” rappresenta un pilastro fondamentale in questo processo. Con un investimento di oltre 300 miliardi di euro, mira a modernizzare il Paese attraverso il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Di questi, ben 46,3 miliardi sono destinati specificamente alla missione “Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura”, con l’obiettivo di catalizzare la rivoluzione digitale sia nella Pubblica Amministrazione sia nel sistema economico più ampio. Questo impegno finanziario è un chiaro segnale dell’importanza che l’Italia attribuisce alla trasformazione digitale come leva per il progresso.

Tuttavia, gli investimenti da soli non sono sufficienti. È essenziale che l’Italia si doti di un quadro regolamentare che favorisca l’adozione delle tecnologie digitali e stimoli l’innovazione. Questo implica la creazione di un ambiente normativo che non solo faciliti l’innovazione interna ma anche armonizzi le proprie leggi con quelle europee, rimuovendo gli ostacoli agli investimenti e alla collaborazione transfrontaliera.

Un altro aspetto cruciale è l’empowerment femminile e l’inclusione sociale. L’Italia deve puntare su una maggiore equità di genere e su un’attenzione particolare alle questioni giovanili e regionali, soprattutto per quanto riguarda il Mezzogiorno. Promuovere l’occupazione giovanile e lo sviluppo delle competenze, nonché garantire un equilibrio territoriale, sono passi fondamentali per costruire una società più inclusiva e competitiva.

Infine, la collaborazione tra il settore pubblico e quello privato è indispensabile per accelerare l’innovazione e lo sviluppo di soluzioni digitali sostenibili e competitive. La creazione di sinergie tra i diversi attori può tradursi in un circolo virtuoso che alimenta la crescita economica e il progresso tecnologico.

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