L’economia circolare può rappresentare un’enorme opportunità per il futuro, generare prodotto interno lordo, posti di lavoro e soprattutto una nuova coscienza collettiva, riutilizzando quello che è già stato immesso sul mercato o rendendo più efficienti sistemi e processi di produzione, dall’energia alle industrie. Ne sono convinti i fondatori di Tondo, organizzazione non profit nata con l’obiettivo di creare un ponte tra università, startup, aziende, istituzioni e cittadini sul tema del riutilizzo. Per parlare di economia circolare Tondo organizzerà un forum, che avrà come tema principale il mare, il prossimo 14 novembre a Genova. Da un precedente forum, che si è tenuto a Milano nel febbraio scorso, è nato un report, Re-think, che si può scaricare QUI.
IL REPORT RE-THINK 2019
Economia circolare: lavorare su città, materiali, tecnologie
Al centro del report “Re-think” ci sono le città, i materiali e le tecnologie. Le città sono il motore dell’economia moderna dove viene prodotto l’85% del GDP (gross domestic product, prodotto interno lordo) e dove vengono consumate il 75% delle risorse. Le città circolari e smart si basano su materiali, tecnologie e flussi che ottimizzano e mettono in relazione le infrastrutture con il capitale umano e sociale di chi le abita. I materiali sono alla base di ogni prodotto. La fase di disegno del prodotto rappresenta la più rilevante anche per la scelta dei materiali e la considerazione degli impatti che questi possono provocare durante l’uso ed all’ipotetica fine del ciclo di utilizzo. Le tecnologie stanno sempre di più trasformando le nostre vite: possono migliorare l’uso delle risorse riducendo gli sprechi, semplificando i flussi o ottimizzando l’uso delle infrastrutture.
Economia circolare: riciclo, allungamento della durata di vita, efficienza nell’uso
Come ha spiegato nel report Roberto Zoboli, Professore Ordinario di Politica Economica e Delegato del Rettore al coordinamento della Ricerca Scientifica dell’Università Cattolica, l’idea di sviluppare l’Economia Circolare può forzare e orientare il sistema economico complessivo verso nuovi modelli di comportamento. Questo significa far prevalere la sostenibilità ambientale e sociale. Uno schema concettuale utile per inquadrare l’Economia Circolare è quello adottato dall’OECD, che evidenzia tre anelli di lettura diversi:
— la chiusura dei flussi di risorse, ciò che è conosciuto da lungo tempo come recupero e riciclo, dove il sistemarifiuti ha un ruolo centrale, ma anche il riutilizzo e il re-manufacturing dei prodotti;
— il rallentamento del circuito d’uso, ossia l’allungamento della durata di vita dei prodotti e il contrasto all’obsolescenza accelerata rispetto a ciò che è logico dal punto di vista tecnico e accettabile a livello sociale;
— il restringimento del circuito d’uso, cioè l’efficienza nell’uso delle risorse che si concretizza nell’evitare lo spreco e nel produrre di più con la stessa quantità di risorse e materiali, con un focus che si estende al design e forme di “sharing economy”.
Per raggiungere questi obiettivi, uno dei driver fondamentali è dato dalle Direttive Europee sui rifiuti. Queste norme danno degli obiettivi molto ambiziosi da un punto di vista del riciclo e richiamano anche alla responsabilità estesa del produttore e alla plastics strategy, che cerca di ridurre l’uso delle plastiche monouso e riequilibrare la differenza tra raccolta differenziata e riciclo effettivo degli imballaggi in plastica. Altro driver rilevante per lo sviluppo dell’Economia Circolare sono gli aspetti culturali e comunicativi. Su questo, in Europa, molto impatto hanno avuto gli studi e le ricerche sviluppati dalla Ellen Mac Arthur Foundation.
Economia circolare: i danni causati dagli sprechi e dal non riciclo
Come ha spiegato Francesco Castellano, Fouding President di Tondo, e Founder & Managing Partner di Novu, per comprendere l’importanza dell’Economia Circolare bisogna in primo luogo prendere in esame alcuni dei problemi che l’umanità si trova a fronteggiare in questo momento. Uno dei temi più rilevanti di questi anni è sicuramente il surriscaldamento dell’atmosfera causato dalla CO2 emessa principalmente per la produzione energetica, per l’attività industriale, e per i trasporti. In particolare, riporta Castellano, secondo l’ultimo studio dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) dell’ottobre del 2018, per evitare l’incremento della temperatura globale oltre gli 1,5 gradi celsius rispetto al periodo pre-industriale (il limite massimo per evitare effetti catastrofici sull’ecosistema globale) abbiamo circa 12 anni per ridurre del 50% le emissioni di CO2 e circa 30 anni per eliminarle totalmente. In caso contrario, alcuni degli effetti che si stanno già manifestando allo stato attuale si amplieranno ancora di più con un impatto devastante di siccità, incendi ed alluvioni. Tali eventi hanno già causato danni per 320 miliardi di $ nel 2017.
In aggiunta sono da tenere presenti i danni causati dall’inquinamento dell’aria, per cui muoiono circa 9 milioni di persone l’anno, e a causa dell’inquinamento “indoor” o “outdoor”. Per problemi respiratori o collegati ad essi spendiamo circa 3 mila miliardi l’anno tra medicinali e cure mediche.
Altro tema particolarmente rilevante è la plastica ed i danni derivanti da essa. Solo il 15% della plastica viene riciclata a livello mondiale (OECD 2018), il 25% è sottoposto a recupero energetico ed il restante 60% finisce in discarica, viene abbandonato o peggio bruciato all’aperto. A causa della cattiva gestione della plastica vengono riversate circa 8 milioni di tonnellate di plastica nel mare all’anno provocando la morte di circa 1 milione di animali all’anno, tra pesci ed uccelli, che ingeriscono involontariamente le plastiche e le microplastiche.
Nel mondo si producono 300 milioni di tonnellate di plastica ogni anno, l’equivalente del peso totale dell’umanità. In l’Italia circa 0,5 milioni di tonnellate di rifiuti plastici sono riversati in natura.
Economia circolare: le opportunità di business
Al di là degli aspetti etici, l’economia circolare è un’opportunità di business: “Secondo uno studio di McKinsey del 2015”, sottolinea Castellano, “esiste un’opportunità di mercato pari a 1.800 miliardi di euro solo considerando i settori della mobilità, delle infrastrutture e del cibo”.
In aggiunta ci sono i fondi strutturali per 5,5 miliardi di € ed il programma Horizon2020 che ha un forte focus sull’Economia Circolare con circa 1 miliardo di €. Un’opportunità che resta alquanto ampia considerando che ad oggi il mondo risulta circolare solo al 9% secondo un recente studio di Circle Economy. L’Economia Circolare ha un ambito di azione molto ampio, per “Re-think” si è deciso di focalizzarsi su tre macro-ambiti energia, materiali e città, nella piena consapevolezza che ci sarebbero altri ambiti, quali ad esempio l’ambito agricolo o della riforestazione o l’ambito marino che risultano di grande rilevanza. L’ambito probabilmente più rilevante nei prossimi anni sarà quello energetico. In seguito allo studio dell’IPCC, c’è stato un adattamento della strategia energetica europea e dei relativi target, per cui sarà necessario arrivare all’80% di fonti rinnovabili entro il 2050. In aggiunta, ci sarà un indispensabile passaggio da impianti energetici centralizzati ad un’energia distribuita e decentralizzata, con un aumento anche dell’efficienza energetica degli edifici tramite l’utilizzo di intelligenza artificiale e IoT.
IL FORUM DI TONDO
Tondo organizzerà un nuovo forum sul mondo dell’Economia Circolare il prossimo 14 novembre a Genova. Tema: il mare. “L’Economia Circolare può essere applicata anche in questo ambito, producendo effetti benefici sull’ecosistema marino. L’evento avrà quattro aree di approfondimento: bioeconomia marina, energia marina, barche circolari e re-used materials. Il mare rappresentauna risorsa essenziale per il nostro pianeta e deve essere preservato”, afferma Castellano. L’evento “Re-think – Circular Economy Forum” è stato pensato per stimolare un pensiero critico nei confronti di alcuni elementi dell’attuale sistema economico e industriale, mostrando casi concreti e possibili trend evolutivi.