Il libro

“Ecco 10 metodi per creare un Paese più innovativo”

In “È facile cambiare l’Italia se sai come farlo”, Alessandro Rimassa (IED) indica il decalogo da seguire per far sì che il Belpaese migliori. Per ogni strada, ci sono storie e spunti. Si va dalla necessità di una visione ampia all’urgenza di creare startup, non solo per fare impresa ma per stimolare al cambiamento

Pubblicato il 23 Lug 2014

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Il bestseller È facile smettere di fumare se sai come farlo ha aiutato milioni di persone ad abbandonare il vizio delle sigarette perché ha fatto passare un concetto fondamentale: con il giusto metodo, anche le sfide più proibitive diventano fattibili. Adottando lo stesso principio, il nuovo libro di Alessandro Rimassa, direttore della scuola di comunicazione e management di IED (Istituto Europeo di Design), prova a rendere semplice l’impresa – indubbiamente complessa – di trasformare l’Italia in un Paese migliore.

Il titolo riecheggia quello del volume contro il fumo: È facile cambiare l’Italia se sai come farlo (14,90 €, Hoepli). La ricetta proposta per innovare il Belpaese è un decalogo di metodi da seguire, ciascuno dei quali condito da spunti e storie di successo.

Ecco le dieci regole per cambiare il Paese:

Metodo numero uno
È facile cambiare l’Italia, se immaginiamo un futuro frutto di una visione chiara e inclusiva.

Metodo numero due
È facile cambiare l’Italia, se sviluppiamo la cultura del progetto e dell’innovazione.

Metodo numero tre
È facile cambiare l’Italia, se attiviamo meccanismi di condivisione e progettazione partecipata.

Metodo numero quattro
È facile cambiare l’Italia, se scegliamo co-creazione e intelligenza collettiva al posto del potere del singolo.

Metodo numero cinque
È facile cambiare l’Italia, se impariamo a ossigenare il cervello e azionare il pensiero laterale.

Metodo numero sei
È facile cambiare l’Italia, se liberiamo l’energia dei giovani mettendoli al centro del sistema.

Metodo numero sette
È facile cambiare l’Italia, se costruiamo una human-centered-society con lo sharing come nuovo modello socio-economico.

Metodo numero otto
È facile cambiare l’Italia, se condividiamo che fondare una startup sia un forte gesto politico con valore sociale.

Metodo numero nove
È facile cambiare l’Italia, se crediamo nel made in Italy come fattore di unicità del nostro Paese.

Metodo numero dieci
È facile cambiare l’Italia, se trasformiamo lo Stato in una casa trasparente, aperta alla partecipazione attiva dei cittadini.

Tra le strade suggerite, la prima è un invito a progettare il cambiamento avendo in testa una vision ampia, ambiziosa: «È facile cambiare l’Italia se immaginiamo un futuro frutto di una visione chiara e inclusiva». Un altro metodo, il numero tre, riguarda la necessità di sposare una logica wiki, in cui a dettare legge sono i contenuti generati in modo condiviso dagli utenti: «È facile cambiare l’Italia, se attiviamo meccanismi di condivisione e progettazione partecipata».

La quinta metodologia indicata da Rimassa, già autore di Generazione mille euro, ha a che fare con il modo di trovare le soluzioni: «È facile cambiare l’Italia, se impariamo a ossigenare il cervello e azionare il pensiero laterale». Significa che è necessario attivare percorsi mentali non convenzionali e far circolare il sapere senza essere gelosi. Buoni esempi, in tal senso, sono le conferenze ispirazionali in stile Ted. Non manca il riferimento alle nuove imprese innovative (metodo n.8: «È facile cambiare l’Italia, se condividiamo che fondare una startup sia un forte gesto politico con valore sociale»), definite un «movimento straordinario» perché oltre a creare lavoro fanno crowdpulling, ovvero motivano le persone a innovare.

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