“Le risorse petrolifere si sono esaurite, perciò gli Emirati Arabi Uniti si sono duramente impegnati per diversificare la loro economia, dall’aviazione al design, dai centri commerciali ai brand del lusso”. Un Paese avamposto di innovazione, come spiega a EconomyUp Alex Frino, Deputy Vice-Chancellor (Global Strategy) dell’Università australiana di Wollongong a Dubai (Uowd), una delle più prestigiose del Medio Oriente, nonché il primo ateneo estero ad aprire a Dubai e tuttora il più grande.
CHI È ALEX FRINO
Economista impegnato nelle relazioni tra aziende e accademia, Alex Frino ha studiato alla UOW e alla Cambridge University, è un ex Fulbright Scholar e vanta oltre un centinaio di pubblicazioni. È stato Chief Executive Officer di Capital Markets Cooperative Research Centre Limited, istituzione di ricerca con dotazione di 100 milioni di dollari fondata dal governo federale australiano e partner di una ventina di multinazionali finanziarie internazionali.
IL MASTER IN LUXURY
Alex Frino si è fatto promotore della recente alleanza tra l’Università di Wollogong e la Graduate School of Business (MIP) del Politecnico di Milano: il primo Global Executive Master in Luxury Management (GEMLUX). In partenza nel 2019, il corso – 12 mesi part-time per consentire ai professionisti che lavorano di prendere parte al programma – offrirà esperienze e conoscenze nella gestione complessiva dei marchi di lusso, consentendo agli studenti di trascorrere periodi nelle più importanti capitali del lusso del mondo.
DUBAI E L’INNOVAZIONE: VERSO EXPO 2020
Gli Emirati Arabi Uniti hanno abbracciato pienamente la rivoluzione digitale e da qualche tempo sono diventati un modello per il Medio oriente e non solo, piazzandosi ai primi posti nel ranking internazionale per investimenti in nuove tecnologie.
Emirati Arabi, burocrazia zero e innovazione: una Silicon Valley nel Golfo Persico
Un percorso iniziato nel 2008 e portato a maturazione negli ultimi anni, grazie ai sostanziosi stanziamenti pubblici e privati effettuati nell’ICT per compensare in qualche modo il crollo del prezzo del petrolio.
Dubai: Architettura e infrastrutture
L’innovazione emerge nel mondo dell’architettura, per esempio, con grattacieli e costruzioni futuristiche. Ma anche nelle infrastrutture. Dopo essersi aggiudicata l’Expo 2020, Dubai ha annunciato il proprio progetto di Smart City con l’obiettivo di diventare una delle città più connesse e sostenibili al mondo. Il progetto farà uso dell’Internet of Things (connessioni intelligenti tra macchine, persone e dati) per sviluppare infrastrutture intelligenti destinate alla vita di tutti i giorni.
Dubai: Innovazioni tecnologiche e Museo del Futuro
Lo Sceicco Mohammed Bin Rashid Al Maktoum, Vice-Presidente e Primo Ministro degli EAU nonché Governatore di Dubai, ha annunciato che il 25% degli edifici di Dubai sarà costruito con la tecnica della stampa 3D entro il 2030. Inoltre gli EAU hanno lanciato il Dubai Future Accelerators, un programma per invitare i migliori innovatori al mondo a lavorare su sviluppo, ricerca, tecnologie all’avanguardia e startup. Il primo progetto, il Museum of the Future, dovrebbe aprire nel 2019: sarà un museo fatto di spazi immersivi e simulazioni interattive. Lo racconterà venerdì 28 settembre a Milano, a Meet The Media Guru, il suo direttore, Noah Raford.
Chiediamo ad Alex Frino un breve commento sulla Digital Transformation a Dubai.
Dubai e l’innovazione. Perché questo sviluppo così veloce?
Dubai è un luogo con una tradizione nel settore petrolifero, ma il petrolio è finito, per questo stanno diversificando gli investimenti. Gli emiratini hanno dovuto impegnarsi davvero intensamente per cercare di sviluppare la loro economia in tutte le aree: nell’education, per esempio, ma anche nell’aviazione: Negli EAU ci sono le maggiori linee aeree e i migliori velivoli. Attualmente anche il settore del design è pioniere di innovazione, così come si sperimenta nello shopping. Nei prossimi due anni si lavorerà a uno dei più grandi centri commerciali nel mondo. Come Università di Wollongong siamo parte dello sviluppo dell’education negli Emirati Arabi Uniti.
Dubai significa anche luxury. Perché ha scelto Milano per la partnership con il MIP?
Circa due anni fa abbiamo realizzaro che gli EAU sarebbero diventati un centro internazionale dei brand di lusso. Non volevamo perdere questa opportunità. Abbiamo constatato che quello del MIP è uno dei migliori programmi al mondo in luxury brand management. Perciò li abbiamo contattati. Loro sapevano che eravamo la più importante università straniera a Dubai. È stato un matrimonio naturale. Questa iniziativa riconosce il significato commerciale e culturale del mercato del lusso in Medio Oriente. Prevediamo che sarà estremamente utile per i professionisti che operano non solo nella moda, ma anche nel mondo delle automobili, nella nautica, nei gioielli.
Avreste potuto scegliere Parigi o altre città europee.
In base a qualsiasi ranking, l’Italia ha brand più grandi di Svizzera e Francia. È naturale venire in Italia, così come è naturale venire a Milano, che ha brand di lusso ed è una delle migliori città del mondo.
Ci sarà continuità tra l’Expo 2015 Milano e l’Expo a Dubai nel 2020?
Sì, è una connessione positiva. All’Expo di Dubai ci sarà anche uno spazio per il MIP. Abbiamo firmato un accordo, ci stiamo lavorando. E contiamo di portarlo a termine.