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Droni, nuovo regolamento: potranno sorvolare le città

In base alle regole aggiornate dall’ENAC i veicoli “unmanned” potranno volare sopra centri abitati, ma non su “assembramenti anomali” come i cortei. E non potranno portare a bordo videocamere professionali. Previste misure più stringenti per la selezione delle scuole di pilotaggio

Pubblicato il 20 Lug 2015

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Per la prima volta in Italia gli operatori qualificati di droni potranno sorvolare città e centri abitati, pur rispettando regole precise. È uno dei punti salienti dell’atteso aggiornamento del Regolamento per il volo dei droni civili appena pubblicato dall’Enac, Ente nazionale per l’aviazione civile, che introduce anche regole più severe per le scuole che vogliono certificare i piloti e controlli a distanza del mezzo. Il testo, che sarà operativo a partire dal 15 settembre, ha già suscitato commenti positivi, ma anche qualche dubbio.

Si tratta comunque un passo avanti rispetto al primo regolamento italiano in assoluto, emanato circa un anno fa, che stabiliva le regole relative agli Unmmaned Aerial Vehicles (Uav). Con il tempo ci si è resi conto che servivano procedure più agevoli, così le associazioni del settore hanno chiesto nuove regolae per favorire l’utilizzo dei droni e di conseguenza contribuire ad incrementare questo nascente mercato.

Il nuovo regolamento è ricco e dettagliato. Per quanto riguarda l’utilizzo professionale dei droni, tutti gli operatori autorizzati Enac potranno usare i loro mezzi per volare anche sopra i centri urbani e le città a patto di non sorvolare assembramenti anomali di persone, per esempio cortei o manifestazioni. A detta dei suoi sostenitori, una norma di questo tipo è in grado di imprimere nuovo impulso all’uso dei droni per scopi commerciali.

Sono inoltre stati adottati nuovi criteri per la selezione delle scuole di pilotaggio di droni. A tutt’oggi ce ne sono circa 90. Finora tutti i piloti in possesso di una licenza Enac erano autorizzati a insegnare nelle scuole di pilotaggio di droni. Il nuovo regolamento consente loro l’insegnamento di questa specifica materia solo a seguito di una specifica formazione relativa agli unmanned veihicles. “E’ palese che Enac pensi che le attuali scuole italiane per Sapr, che sono circa 90, siano troppe e che non tutte abbiano i requisiti, l’organizzazione e il personale qualificato a sufficienza per essere definite tali” è il commento di Sergio Barlocchetti, ingegnere aerospaziale esperto di droni e blogger di Dronitaly, ente che organizza un periodico evento sui droni a Milano. “Il nuovo regolamento, con le sue novità in materia di formazione, porterà a una selezione e chi si augura anche a un miglioramento, dei centri di addestramento. Speriamo che lo stesso avvenga con le società di consulenza che si stanno accreditando come funghi”.

Un’altra novità riguarda sistema il controllo a distanza dei droni: il problema dei droni è che vanno integrati nello spazio aereo. Il volo di un drone potrebbe entrare nell’orbita di quello di qualsiasi altro veicolo e disturbarne il percorso. Il regolamento sostiene che i droni devono poter essere controllati a distanza dagli enti preposti dall’aviazione, ma secondo Barlocchetti questo punto della nuova normativa non è del tutto chiaro.

Per quanto riguarda gli appassionati, ovvero aeromodellisti, nel nuovo regolamento è previsto che sui loro droni usati per scopi ludici non possano essere installate videocamere professionali. Un provvedimento che sta facendo mugugnare alcuni addetti ai lavori, perché, dicono, anche se un appassionato vola per riprendere e fotografare un paesaggio per se stesso, l’utilizzo di una qualsiasi fotocamera potrebbe contravvenire il regolamento Enac.

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