Nonostante il Covid, la guerra in Ucraina e le perturbazioni del quadro economico, la maggioranza delle aziende sono ancora impreparate a gestire il cambiamento di fronte a crisi e, in genere, a eventi imprevisti, perché seguono pratiche antiquate, non si dotano delle tecnologie necessarie o non hanno le competenze per usarle. Lo rivela il nuovo report di Board International: il 90% a livello globale (l’81% in Italia) delle aziende che hanno cercato di avviare qualche forma di trasformazione della pianificazione dal 2020 in poi ha fallito almeno in parte nel proprio tentativo
I nuovi dati elaborati dalla tecnologia software di Board International, fornitore leader a livello mondiale di soluzioni di Intelligent Planning che aiutano le aziende a pianificare in modo più efficace ottenendo informazioni strategiche e risultati migliori, dicono che, nonostante quasi tutte le organizzazioni a livello globale (Italia: 99%; Globale: 97%) abbiano realizzato una qualche forma di trasformazione della pianificazione a partire dal 2020, la maggioranza assoluta riferisce di avere fallito almeno in parte nel proprio tentativo e di avere difficoltà a gestire il cambiamento e la trasformazione digitale.
Fondata nel 1994, Board International oggi conta 25 uffici in tutto il mondo ed è riconosciuta dai principali analisti ed esperti del settore, tra cui BARC, Gartner e IDC.
Trasformare la capacità di pianificare: il fallimento dei progetti
A tre anni dall’emergere della pandemia di Covid-19, che ha causato un’ampia perturbazione economica e sociale, la nuova indagine comparativa di Board sulla trasformazione della pianificazione ha coinvolto 2.450 decision-maker tra Regno Unito, Stati Uniti, Germania, Francia, Italia, Giappone, Australia e Singapore, chiedendo loro come vadano le cose alla luce di una serie di eventi economici “senza precedenti”. Solo il 13% degli intervistati (Italia: 16%) ha dichiarato di non aver risentito di eventi come la pandemia di Covid-19, la guerra in Ucraina e la crisi dovuta all’aumento del costo della vita.
Di conseguenza, l’85% dei partecipanti (Italia: 87%) afferma che la pianificazione viene ora affrontata più seriamente all’interno dell’azienda, il 76% (Italia: 71%) ha visto aumentare i budget destinati alla trasformazione della pianificazione e ai team di pianificazione, e il 94% degli intervistati (Italia: 95%) riferisce che i consigli di amministrazione e/o gli investitori chiedono un approccio più strategico al tema.
“Con il clima di incertezza che si respira nel mondo, i dirigenti d’azienda devono riconoscere una nuova realtà: è iniziata l’era delle perturbazioni continue”, spiega Marco Limena, CEO di Board. “Questa frase vuole rappresentare un campanello d’allarme per le aziende che devono adattarsi continuamente e trovare nuove risorse e strumenti efficienti per affrontare le difficoltà poste dal contesto odierno. La pianificazione continua è ormai un imperativo, ma la buona notizia è che le aziende in grado di sviluppare le proprie capacità digitali possono orientare la propria attività alla velocità del cambiamento e ottenere così un vantaggio competitivo”.
LA RESISTENZA DEI FOGLI EXCEL
Che cosa frena la trasformazione delle aziende
Il report evidenzia che il 90% (Italia: 81%) dei progetti di trasformazione è fallito per qualche motivo. La mancanza di risorse tecniche all’interno dell’azienda viene citata come la causa principale da oltre un quarto (26%) dei decision-maker (Italia: 21%). La mancanza di investimenti nelle competenze (23%) (Italia: 18%) e la scarsità di risorse del team (22%) (Italia: 12%) sono rispettivamente la seconda e la terza causa più citata.
Oltre al gap di competenze, i dati rivelano che un altro ostacolo per il progresso è rappresentato dall’ampio uso di pratiche di pianificazione inefficienti. Alla domanda su quali strumenti utilizzino per i processi di planning, la quasi totalità (Italia: 98%; Globale: 98%) dei decision-maker ha dichiarato di effettuare parte della pianificazione su fogli di calcolo come Excel, uno strumento sviluppato nel 1985. I responsabili del planning impiegano in media 27 ore alla settimana per modellare diversi scenari per la loro azienda.
La necessità di un nuovo approccio diventa evidente quando si chiede ai decision-maker quanto si sentano pronti a gestire il prossimo evento “globalmente significativo” che si profila all’orizzonte. Alla domanda se si sentissero pronti a far fronte a continue perturbazioni della supply chain (Italia: 27%; Globale: 29%), all’aumento dei tassi di interesse (Italia: 24%; Globale: 22%), a un’altra pandemia (Italia: 38%; Globale: 32%) o a una recessione (Italia: 35%; Globale: 34%), circa un terzo degli intervistati ha dichiarato di non esserlo.