L’economia digitale in Italia è in ritardo, ma ci sono le energie e le competenze per colmare il gap. Un solo dato, sintetico e di sistema: in Italia il rapporto tra mercati digitali e Pil è pari al 3,6%, contro una media europea del 5,9%, quindi con un deficit annuo di 40 miliardi di euro. È il valore che si deve e si può recuperare investendo in innovazione digitale, creando le condizioni perché questa circoli tra le nostre imprese e le pubbliche amministrazioni e riconoscendo meriti e visibilità a chi produce nuova ricchezza.
I Digital360 Awards, il contest organizzato tra giugno e luglio dal nostro gruppo, ha confermato quanto siano importanti e utili tutte le iniziative che creano occasioni di incontro e conoscenza tra le imprese e pubbliche amministrazioni e i fornitori più innovativi di soluzioni digitali. L’obiettivo dei Digital360 Awards è proprio quello di favorire un collegamento immediato e diretto tra chi propone l’innovazione digitale e chi la deve utilizzare. Per questo, il contest si è rivolto a tutti i fornitori innovativi – dai grandi vendor, alle software house e ai system integrator territoriali, fino ad arrivare alle startup, ammesso però che abbiano almeno un cliente attivo (quindi gli Awards non sono stati e non saranno un call4ideas!). Per questo, la giuria è formata esclusivamente dai Chief Information Officer delle principali aziende italiane e di qualche importante pubblica amministrazione, che sono i principali utilizzatori delle soluzioni digitali innovative.
140 progetti in gara, 39 finalisti, 16 premiati – a seconda della categoria tecnologica e settoriale di appartenenza – dai 50 CIO della giuria.I progetti vincitori dei Digital 360 Awards sono esempi di successo nell’utilizzo del digitale nelle imprese e nella pubblica amministrazione del nostro paese. Esempi che possono essere da stimolo per diffondere la cultura dell’innovazione e dell’imprenditorialità in ogni settore.
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Che cosa ci dice l’esperienza dei Digital360 Awards? Almeno tre i segnali che lasciano ben sperare per il futuro prossimo. Primo. C’è stata una grande
disponibilità dei CIO a partecipare, dedicare tempo, analizzare e valutare attentamente i progetti in gara: a conferma di un forte desiderio di capire meglio l’innovazione digitale nelle sue svariate dimensioni proposta dai molteplici operatori. Secondo. Si è toccata con mano una elevata qualità dei progetti proposti, a testimonianza di un’Italia che è in grado di proporre innovazione digitale, anche originale, creativa. Terzo. Un bel numero di progetti finalisti e vincitori sono arrivati, e questa è una bella sorpresa, anche dalle regioni del sud e dal mondo universitario. La prova concreta della superficialità e della fretta di alcuni (pre)giudizi che rappresentano il Sud poco incline all’innovazione tecnologica e l’Università troppo teorica e poco pronta a contribuire concretamente all’innovazione delle imprese e delle pubbliche amministrazione.
C’è un’altra Italia oltre i luoghi comuni. Un’Italia che si ingegna per colmare quel vuoto di 40 miliardi di euro. Farla emergere è un’opportunità e un dovere. Progetti come i Digital360 Awards hanno questo compito, che non si esaurisce certo con un episodio. Il lavoro è solo all’inizio. Il cantiere resta aperto. E torneremo ancora a parlarne.