Digital transformation, un processo dalle molteplici opportunità che stimola il mondo professionale, in continua evoluzione: ma che, talvolta, può sollevare qualche incertezza, specialmente tra i giovani. C’è chi la percepisce come un ostacolo per la propria futura professione oppure teme l’innovazione, affermando di non essere in grado di rapportarsi con essa o di esserne all’altezza. Tutti dati che si possono trovare all’interno di Vodafone-YouGovThe State of iGen7, report che Vodafone ha commissionato a YouGov, agenzia internazionale di ricerche di mercato: un sondaggio su 6.000 giovani dai 18 ai 24 anni appartenenti a 15 Paesi¹ per conoscere il loro punto di vista sulle aspirazioni e preoccupazioni legate alla loro carriera futura. Un sondaggio che è alla base di What will you be?, un programma internazionale della compagnia telefonica incentrato sulle professioni del futuro
I GIOVANI NON SI SENTONO PRONTI AL LAVORO DIGITALE
Nel report spicca il fatto che oltre i due terzi (67%) dei giovani intervistati afferma di non aver ricevuto abbastanza o nessun consiglio sulla propria carriera durante il percorso di formazione o dopo aver finito gli studi (il 69% in Italia) e, di coloro che hanno ricevuto consigli, solo il 15% pensa che fossero focalizzati sui lavori digitali del futuro. Il quadro che emerge dalla ricerca non è particolarmente incoraggiante, dato che solo il 22% dei giovani si sente pronto a fare il proprio ingresso nel mondo del lavoro digitale mentre c’è chi, addirittura, crede che la spinta innovativa della digital economy possa essere addirittura dannosa per le proprie possibilità lavorative.
Fonte: YouGov
Senza dimenticare che oltre la metà dei giovani intervistati (56%) sostiene che la più grande sfida della propria generazione sia trovare un lavoro stabile e ben pagato (ben il 69% in Italia, come si può vedere dalla diapositiva sottostante), percentuale che sale a 64% tra le donne (80% in Italia).
Fonte: YouGov
Ma non solo, dato che a questa prospettiva si aggiungono i dati forniti dall’Organizzazione Internazionale del lavoro (ILO) che stima come oltre 200 milioni di giovani risultino disoccupati, mentre la stessa Vodafone opera in Paesi dove il tasso di disoccupazione giovanile (tra i 15 e i 24 anni) raggiunge livelli record: 38% in Italia, 39% in Spagna, 47% in Grecia, 53% in Sud Africa (fonte: OECD). Un paradosso considerando che un elevato numero di aziende di tutti i tipi e dimensioni fanno fatica a trovare quelle professionalità digitali che sarebbero necessarie per la crescita futura: la Commissione europea stima che circa 500mila lavori digitali all’interno dell’Unione europea rimarranno scoperti entro il 2020.
UN SUPPORTO ALLA CARRIERA IN 18 PAESI
Ecco perché Vodafone ha deciso di affrontare la questione, contemporaneamente, da due lati: la prima iniziativa si chiamerà What will you be?, un programma internazionale incentrato sulle professioni del futuro per fornire supporto alla carriera e accesso a corsi di formazione nell’era della digital economy ai giovani di 18 Paesi². In parallelo, l’azienda ha annunciato i propri obiettivi per incrementare in maniera significativa il numero di giovani che entrano in azienda per fare un’esperienza diretta in un ambiente di lavoro digitale. Vodafone si è prefissata l’obiettivo di espandere i programmi esistenti dedicati a neolaureati, stagisti, apprendisti e altri percorsi formativi in tutto il mondo³ per raggiungere un totale di 100mila ragazzi e ragazze in 5 anni.
La multinazionale inglese non è nuova a questo tipo di iniziative: nell’ultimo anno, per esempio, ha lanciato Future Jobs Finder, una piattaforma web pensata per fornire ai giovani una porta d’accesso a nuove competenze e opportunità di lavoro nella digital economy. Partendo da una serie di test psicometrici, il sistema identifica attitudini e interessi individuali per poi collegarli con le categorie di lavoro più appropriate nel mondo della digital economy. A quel punto, l’utente viene indirizzato a una serie di opportunità di lavoro nella località prescelta, incluse opportunità in Vodafone, avendo inoltre l’possibilità di accedere a diverse opportunità di formazione in ambito digitale, con molti corsi gratuiti.
Qui puoi trovare i dati integrali di The State of iGen7, con uno spaccato per ogni Paese.