Arrivano reazioni dal mondo dell’innovazione al Decreto Rilancio approvato ieri dal Governo Conte.
Il provvedimento contiene alcuni interventi utili, ma taglia provvedimenti che potrebbero incidere a breve termine sulla vita delle startup e delle pmi innovative: è la sintesi della dichiarazione di Angelo Coletta, Presidente di Italia Startup, a proposito del decreto annunciato dal governo il 13 maggio 2020 per rilanciare l’economia dopo i due mesi di lockdown causati dalla pandemia da coronavirus.
“Non si capisce – prosegue Coletta, alla guida dell’associazione che rappresenta l’ecosistema italiano dell’innovazione e che aggrega startup, scaleup, pmi innovative, centri di innovazione, investitori, ecc. – come mai, nell’ultima versione del Decreto, siano stati tolti tre provvedimenti che avrebbero potuto avere impatti positivi e di breve termine sull’ecosistema startup italiano, a costo zero per lo Stato.
Mi riferisco alla moratoria di un anno per le imprese innovative con esposizione debitoria verso il sistema bancario; all’estensione di un anno della permanenza delle startup all’interno del registro delle imprese innovative e all’aumento dal 30 al 50% degli sgravi fiscali per chi investe in startup e pmi innovative. Né si capisce come mai sia stato abbassato a soli 10 milioni di € lo stanziamento per le startup, per l’acquisizione di servizi prestati da parte di incubatori e centri d’innovazione pubblici o privati (erano 20 milioni nella bozza di Decreto) e siano stati tagliati i 40 milioni di investimento per la valorizzazione economica dei titoli della proprietà industriale (brevetti, disegni, marchi).
La manovra per l’ecosistema delle startup si struttura in sostanza su 3 provvedimenti: i 200 milioni del Fondo di sostegno al Venture Capital; i 200 milioni di €, per le startup e PMI innovative, nell’ambito del fondo di garanzia; i 100 milioni aggiuntivi per i finanziamenti agevolati del bando“Smart&Start”.
Interventi che riteniamo certamente utili e positivi ma che necessitano di tempi lunghi per essere immessi sul mercato, a causa delle necessarie fasi di attuazione regolamentare. Il nostro impegno, sottolinea Italia Startup, prosegue nella fase di emendamenti in Parlamento e nel fare in modo che quanto prospettato dal Decreto possa trovare rapida ed efficace attuazione. L’obiettivo di fondo – passata la fase di emergenza – è che il nostro Paese si doti di un vero e proprio piano industriale di medio termine, a supporto dell’innovazione italiana. Obiettivo che trova solo parziale riscontro in questo provvedimento emergenziale”.
Un parere più positivo sul Decreto Rilancio arriva invece da VC Hub Italia, l’associazione fondata nel 2019 dai principali gestori di fondi di Venture Capital privati in Italia, che associa oltre 20 fondi di venture capital e 60 startup. VC Hub Italia esprime apprezzamento verso l’esecutivo per l’introduzione nel decreto di alcune norme volte a tutelare e promuovere startup e PMI innovative dalle conseguenze della crisi generata dall’emergenza Covid-19.
“A nome di VC Hub esprimo soddisfazione per l’introduzione nel Decreto Rilancio di alcune norme finalizzate a supportare startup e PMI innovative nella gestione della crisi generata dalla diffusione del COVID-19″ dichiara Fausto Boni, Presidente di VC Hub. “Ci fa piacere notare come alcune fra le proposte da noi avanzate siano state incluse, come la previsione di un fondo in favore delle startup innovative e l’istituzione di un fondo a sostegno del venture capital. Come fatto fino ad ora, rimaniamo a disposizione per collaborare con spirito costruttivo alla stesura dei decreti attuativi e alla conversione parlamentare, auspicando che vengano privilegiati meccanismi che prevedano l’assegnazione di una parte significativa delle risorse incluse nel “Pacchetto startup” a operazioni che tengano conto dell’effettivo valore delle imprese e della loro possibilità di posizionarsi in futuro come leader di settore”.
“Ci auguriamo che nelle prossime settimane i decreti attuativi possano prevedere misure che chiariscano ulteriormente alcune norme” prosegue Boni. “A questo proposito, restiamo in fiduciosa attesa di specificazioni rispetto al principio della destinazione del fondo di sostegno per il venture capital che a nostro modo di vedere dovrebbe fondarsi sulla modalità di co-investimento con un moltiplicatore 4:1 rispetto agli investimenti privati, attraverso la formula del prestito “convertendo”. Inoltre, in considerazione delle difficoltà delle startup nel recuperare presso gli istituti bancari i prestiti erogati con garanzia statale, ribadiamo la necessità di introdurre per le banche erogatrici un automatismo nella concessione del credito qualora le stesse startup e/o i soci forniscano la somma necessaria a integrare la garanzia statale, portando così al 100% quella per la banca erogatrice.
Considerando l’attuale emergenza, VC Hub confida inoltre che il processo per l’erogazione dei fondi sia rapido ed efficiente per permettere le assegnazioni entro e non oltre la fine del 2020.