AGROALIMENTARE

De Castro (Ue): “Ora la partita del Made in Italy si gioca tra Europa e mondo”

Il neo-presidente della Commissione agricoltura dell’Unione: “Le nostre eccellenze alimentari già protette in ambito europeo, ora la sfida è fuori dal continente. Servono accordi come quello Ue-Canada ed è centrale il negoziato con gli Usa”

Pubblicato il 10 Lug 2014

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Paolo De Castro, ex presidente della Commissione agricoltura Ue

“Il Made in Italy agroalimentare all’interno della Ue è già ampiamente tutelato dal cosiddetto pacchetto qualità. Ora il problema è fuori dall’Unione europea, ma per proteggere le nostre eccellenze al di là dei confini continentali è necessario che l’Unione svolga un ruolo politico-diplomatico attraverso trattati bilaterali”: lo dice Paolo De Castro, europarlamentare del Partito Democratico già presidente della Commissione Agricoltura Ue e appena eletto all’unanimità presidente per il Gruppo dei Socialisti e Democratici della Commissione Agricoltura e sviluppo rurale del parlamento europeo. In un’intervista a EconomyUp, tra le prime rilasciate dopo la nuova nomina, il docente e agronomo, in passato ministro delle Politiche Agricole nel primo e nel secondo governo D’Alema, spiega: “Per tutelare il Made in Italy agroalimentare nel mondo è il momento di lavorare sugli accordi bilaterali a livello internazionale, come è già stato fatto a ottobre tra Ue e Canada”.

Sono però ancora in molti a invocare la lotta alla contraffazione dell’agroalimentare in ambito Ue. Perché?

Non tutti sanno bene di cosa parlano. Al momento non c’è alcun dossier sul tavolo europeo sul tema della tutela della qualità semplicemente perché abbiamo già potentemente rafforzato le norme Ue grazie al pacchetto qualità, votato in aula a Strasburgo a settembre 2012. All’epoca non esitai a definirlo un successo importantissimo per il Made in Italy alimentare, costruito grazie al lavoro e all’impegno del parlamento europeo. Prevede, tra l’altro, nuove regole per tutelare i prodotti certificati dalle usurpazioni, imitazioni ed evocazioni, il cosiddetto “ex officio”. È la prima volta che una norma ex officio viene introdotta nella Ue e significa in pratica che gli Stati membri sono obbligati a ritirare un prodotto quando è contraffatto. Un caso piuttosto recente, nel novembre 2013, è stato il sequestro in Inghilterra di prodotti che riportavano falsamente la denominazione di Prosciutto San Daniele. Grazie a questa norma, più volte testata e verificata, abbiamo potuto ‘pulire’ il mercato europeo. Ma il pacchetto qualità contiene altri importanti provvedimenti quali la possibilità di indicazione in etichetta dei “marchi d’area”; la salvaguardia dei prodotti Stg (Specialità tradizionale garantita), come nel caso della nostra Pizza Napoletana; l’indicazione facoltativa di ‘prodotto dell’agricoltura di montagna’. Senza dimenticare il lavoro a difesa dell’estensione della lista di prodotti ammissibili a certificazione europea, con l’inclusione di alcuni simboli del nostro Made in Italy come il cioccolato.

Quindi il Made in Italy agro-alimentare è ‘salvo’?

Non fuori dall’Unione europea. Naturalmente le normative Ue non si applicano al di fuori dell’Unione, così c’è il rischio che nei Paesi extraeuropei prosperi il cosiddetto Italian sounding, ovvero l’utilizzo di denominazioni geografiche, immagini e marchi che evocano l’Italia per promozionare e commercializzare prodotti non riconducibili al nostro Paese. Penso al parmisan inglese o al parmesao brasiliano che niente hanno a che fare con il nostro Parmigiano, giusto per fare un esempio. In questo caso, per difendere le eccellenze italiane ed europee, l’Ue può e deve giocare un ruolo politico-diplomatico attraverso una serie di accordi bilaterali. In questo senso una novità importante è stato l’accordo di libero scambio tra Unione europea e Canada firmato a ottobre 2013.

Di cosa si tratta?

Ottawa ha riconosciuto la tutela di parte delle produzioni di qualità Dop e Igp, con la possibilità di estendere l’elenco dei prodotti ammessi nei prossimi anni. Un accordo del genere testimonia che è possibile la coesistenza tra sistemi di tutela dei marchi molto diversi come quello canadese ed europeo. Emblematico il caso del prosciutto di Parma che, dopo vent’anni, potrà finalmente essere commercializzato nel Paese nordamericano. E novità rilevanti sono previste anche per il settore lattiero-caseario, che vedrà incrementare il proprio volume di esportazioni.

Questo accordo potrà fare da modello al negoziato commerciale in corso tra Europa e Stati Uniti (Ttip)?

È quello che auspichiamo. Il Ttip annunciato a febbraio 2013 dal presidente della Commissione europea José Barroso e del presidente degli Usa Barack Obama ha un’importanza straordinaria per il settore agroalimentare europeo, non solo perché rappresenta un’occasione fondamentale di crescita economica che riequilibrerà gli scambi commerciali potenziando l’export, ma anche perché favorirà il rispetto e la tutela delle denominazioni comunitarie, togliendo importanti quote di mercato all’Italian sounding. Con il libero scambio tra Europa e Stati Uniti, il settore agroalimentare europeo vedrà finalmente aprirsi le porte di un mercato di rilevanza strategica come quello degli Stati Uniti che per l’Italia rappresenta il secondo mercato di esportazione. L’auspicio è che i negoziati vadano avanti con successo.

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