L’innovazione in A2A passa per un programma che, passo dopo passo, vuole arrivare alla realizzazione di un progetto.
Il Gruppo A2A è la più grande multiutility italiana, da dieci anni all’avanguardia nei servizi sul territorio e nelle soluzioni tecnologiche, con cento anni di storia e di esperienza. Ai vertici nei settori dell’energia e gas, dei servizi ambientali e del teleriscaldamento, il Gruppo si occupa anche di mobilità elettrica, l’illuminazione pubblica, ciclo idrico integrato e soluzioni per le smart cities. La società, nata nel 2008 dall’incontro delle ex aziende municipali di Milano (AEM e AMSA) e di Brescia (ASM) conta ad oggi oltre 12.000 dipendenti.
A2A e la governance dell’innovazione
La governance dell’innovazione in A2A ha vissuto un importante passaggio nel corso del 2017, con la creazione di “Innova2a”, il nuovo programma del Gruppo che ha l’obiettivo di implementare un processo virtuoso e sistemico di generazione e gestione dell’innovazione, in grado di rispondere in modo strutturato e vincente alle sfide imposte dal mercato e di anticipare quelle future. Lo ha raccontato in occasione del tavolo di lavoro sul Modello Operativo dell’Osservatorio Startup Intelligence Marco Turchini che, come Group Head of Innovation di A2A, guida questa Funzione: “Le attività svolte sono state sin da subito finalizzate al raggiungimento della fase di execution, così da non limitarsi ad un solo processo di ideazione e raccolta di idee. Attraverso la sperimentazione e l’utilizzo di Minimum Viable Product (MVP), si vuole giungere velocemente alla valutazione di ipotesi di scale-up interne”.
Il processo di ricerca di innovazione, improntato in un’ottica di Open Innovation, inizia con una fase di exploration, durante la quale vengono svolte attività di raccolta delle idee attraverso la relazione con l’ecosistema e dal recepimento dei bisogni emersi dal dialogo con le Business Unit/Funzioni. Durante la seconda fase del processo, denominata generation, le idee maggiormente mature e strutturate vengono definite e arricchite tramite la creazione di concept contestualizzati e valutabili con indicatori specifici. I concept sono quindi presentati dinanzi allo Shark Tank, il comitato costituito da AD, Capi BU/Staff e referenti esterni che valuta e seleziona le iniziative più innovative. All’incontro (che si svolge quattro volte l’anno) il team che sta portando avanti l’iniziativa ha l’occasione di presentare il proprio concept tramite un pitch di 3 minuti con una struttura definita: problema da affrontare, value proposition, composizione del team, stima dei costi e delle tempistiche di realizzazione.
La fase successiva è quella dell’execution, a cui accedono le idee selezionate in occasione dello Shark Tank. Le iniziative sono infatti prioritizzate e le più rilevanti procedono ad una fase di sperimentazione di durata variabile da 1 a 6 mesi. “In questa fase sono predilette quelle iniziative di durata ridotta – sicuramente inferiore all’anno – così da assicurare che il focus e l’impegno siano concentrati e continuativi durante tutta la realizzazione del progetto” afferma Sebastiano Silvestri, Innovation Manager di A2A, durante la presentazione tenuta in occasione del workshop Startup Intelligence dedicato al modello operativo.
Fino alla fase di sperimentazione il budget rimane sempre a carico della Funzione Innovazione; superata però la sperimentazione avviene il coinvolgimento, anche a livello di risorse, della Business Unit/Funzione maggiormente interessata dalla specifica innovazione. Il processo si conclude quindi con lo scale-up dell’iniziativa a livello di Gruppo, fase che spesso risulta essere la più delicata e complessa, in cui è necessario un continuo monitoraggio al fine di mettere a terra il progetto sviluppato e perfezionato lungo tutte le fasi del modello operativo.
Ad oggi sono approdati in Shark Tank più di 60 progetti innovativi.