L'EVENTO

CyberSecurity360 Summit: sempre più attacchi informatici, ma le pmi sono impreparate

Nel 2018 sono stati 1552 i casi di attacco rilevati dal Clusit, il+38% rispetto all’anno precedente. Lo ha ricordato Gabriele Faggioli, CEO di P4I-Partners4Innovation e Presidente del Clusit, al CyberSecurity360 Summit organizzato da Digital360. L’adeguamento al GDPR ha aumentato la sicurezza, ma attenzione alle sanzioni

Pubblicato il 30 Mag 2019

Gabriele Faggioli, presidente del Clusit

Gli attacchi informatici nelle aziende sono sempre più numerosi e devastanti: con una media di oltre 4 episodi gravi ogni giorno, sono 1.552 i casi rilevati dal Clusit nel 2018, +38% rispetto all’anno precedente. Ma le aziende italiane, e soprattutto le PMI, sono ancora in larga parte impreparate a difendersi: il mercato delle soluzioni di Information Security & Privacy, seppur in crescita del 9%, vale solo 1,19 miliardi di euro nel 2018, con investimenti principalmente concentrati sull’adeguamento al GDPR o su componenti di sicurezza tradizionali, fortemente sbilanciato sulle grandi imprese, che rappresentano il 75% della spesa. Se ne è parlato il 30 maggio a Milano al CyberSecurity360 Summit, l’evento di Digital360 che ha delineato lo stato di avanzamento del mercato in materia di sicurezza delle informazioni e del cyber risk attraverso il confronto tra i massimi esperti del tema e i principali rappresentanti dell’imprenditoria.

“Di fronte a minacce crescenti e sempre più gravi – ha detto in apertura dei lavori Gabriele Faggioli, CEO di P4I-Partners4Innovation, Presidente del Clusit e Responsabile scientifico dell’Osservatorio Information Security & Privacy del Politecnico di Milano –  i cui casi più eclatanti sono ormai protagonisti delle cronache, una fetta importante delle imprese italiane è ancora gravemente non protetta: quasi una su cinque non ha un piano di investimenti specifico per l’information security o stanzia risorse solo in caso di bisogno. L’allarme riguarda in particolare le PMI, chiamate a compiere un salto in avanti per affrontare con strumenti adeguati minacce ormai quotidiane, in particolare nel cybercrime, allo scopo di estorcere denaro o sottrarre informazioni per ricavarne soldi, che rappresenta il 79% degli attacchi dello scorso anno”.

“Già negli scorsi mesi – ha proseguito Faggioli – l’adeguamento al GDPR ha rappresentato un’occasione per aumentare i livelli di sicurezza delle imprese italiane, ora una nuova spinta verrà dall’inizio della fase due di applicazione del regolamento europeo. Sono iniziati, infatti, i controlli del Garante della Privacy che prevedono importanti sanzioni in caso di irregolarità. Le imprese non sono chiamate solo a presentare una check list di adempimenti, ma devono dimostrare la rispondenza alla normativa, la capacità di risposta e le logiche interpretative scelte in materia di sicurezza e privacy. Una nuova fase che deve essere colta come un’opportunità per realizzare nuovi piani di information security e privacy di lungo periodo per affrontare le sfide crescenti”.

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