Caro leader dell’innovazione,
benvenuto nel campus della Harvard Business School. Tra poche ore ti unirai a noi in un viaggio verso il futuro, apprenderemo nuove tecniche e nuove strategie utili a creare e guidare la cultura dell’innovazione nel tuo paese, nella tua azienda o nella tua organizzazione.
Il viaggio che ti aspetta è fatto di teoria, ma soprattutto di pratica, nello zaino sul tuo letto troverai alcuni tool che ti serviranno durante tutto il corso.
Queste sono le prime cose che ho letto appena arrivato nella mia camera, al quarto piano di uno degli edifici più nuovi e tecnologici dell’intero campus. Apro immediatamente lo zaino per vedere cosa c’è dentro e trovo:
- Un’agenda MOLESKINE con impresso il logo della Harvard Business School e il nome del corso
- Tre penne diverse
- Un libro, scritto dalla professoressa a capo del dipartimento (Linda Hill)
- Tutto il programma del corso
- Un ombrello (alla tipica maglietta con il logo dell’Università hanno preferito un pratico ombrello, dopo tutto siamo a Boston, freddo e pioggia non mancano mai).
Faccio una doccia e raggiungo l’aula della prima lezione, entro curiosissimo di conoscere i miei compagni di corso, apro la porta pensando a cosa dire e scopro di essere il primo, mando un messaggio a mia moglie: “da non credere sono appena arrivato e ho scoperto di essere la persona più intelligente in aula” (arrivate fino in fondo prima di considerarmi un presuntuoso…)
L’aula dove si svolgerà il corso non è un’aula in verità, nel senso che non è la classica aula dove ci sono banchi, sedie, proiettori e/o palchi, lo spazio a nostra disposizione è davvero molto grande e le uniche cose presenti sono grandi lavagne bianche con pennarelli di vari colori, una di quelle dove un allenatore da le ultime istruzioni prima della partita. Lo spazio in cui lavoreremo è sicuramente insolito, da quel momento in poi, mi sono sempre riferito a quell’aula che tutti chiamavano il forum, come la “piazza” un posto dove non ci sono esperti, tutti hanno background diversi e si incontrano e discutono moltissimi temi svariati con il solo obiettivo di saperne di più.
Il corso inizia con un benvenuto istituzionale, la “faculty” si presenta raccontando che questo corso è il frutto di 10 anni di ricerca e duro lavoro di tutti i presenti, a giudicare dal loro background dovrebbero avere circa 300 anni ciascuno, se li portano abbastanza bene quindi.
La prima lezione inizia esattamente come mi aspettavo, sottolineando che per molti di noi, quello che andremo a sviluppare e incoraggiare è un’insolita mentalità che richiede comportamenti di leadership completamente nuovi, che all’inizio ci sembreranno folli. Mi guardo attorno per scoprire i miei compagni di corso, vengono da 5 continenti e 32 paesi diversi, vedo la loro espressione, identica a quella che credo di aver mostrato anche io in quel momento, emozionato e curioso per quello che stava per iniziare.
Tra disegni (letteralmente), lezioni frontali e le prime timide risate, inizio a farmi un’idea di cosa significhi creare una cultura che favorisca la nascita dell’innovazione.
- Le nuove idee quasi mai nascono grazie alla visione illuminata di singoli individui eccezionali, ma sono piuttosto il risultato di una combinazione di diverse skill, portate nel progetto da un numero elevato di persone, che collaborano seguendo un processo che raramente è lineare e quasi mai è prevedibile. La leadership influisce davvero molto sulla capacità di innovare, questo non dovrebbe essere una sorpresa, perché avere idee nuove non è un problema, ci possono riuscire tutti e anche diverse volte al giorno, creare dei prodotti innovativi di successo che durino più di una settimana, invece, è un’altra cosa.
- Dietro ogni nuovo servizio o prodotto di successo, di una qualunque società o organizzazione c’è un incredibile lavoro collettivo e soprattutto c’è un ambiente aziendale che rende l’innovazione un processo spontaneo e sostenibile. Non ci si aspetta che nessuno dei leader presenti qui all’Harvard Business School torni a casa per inventare qualcosa di nuovo, sottolinea Linda Hill, quello che si aspettano da noi è di sviluppare la capacità di creare uno spazio, un momento, un ambiente, un luogo o un contesto in cui le persone siano felici di svolgere il duro lavoro necessario per risolvere i problemi in modo innovativo, e siano capaci di farlo.
- L’innovazione è qualcosa di nuovo e utile, scalabile e non è un processo rapido fatto da pochi, è un duro lavoro di collettività che deve partire dal basso verso l’alto e dall’alto verso il basso, un processo in cui si generi un sano conflitto senza alcun pregiudizio. L’innovazione è un caos controllato, e a controllarlo, sono i leader dell’innovazione. Come dice Linda Hill
“Il tuo compito da leader dell’innovazione è quello di allestire il palco, non di usarlo per esibirti”
Nell’ultima parte della giornata vengono creati i team, ognuno formato da 6 persone, nel corso dei prossimi giorni faremo tanti lavori di gruppo cambiando team continuamente, ma questo è il gruppo di lavoro con cui prepareremo tutti i lavori e i vari business case. Il mio gruppo di leader dell’innovazione è formato da: Christiaan Heemskrek – Sales Leader Google – Olanda, Craig Ariano – Director of Finance and Business Analytics at Weill Cornell Medicine – USA, Bernardo Novick – Head of ZX Ventures- Uruguay, Hadil El Sheik – Head of Liabilities Products- Abu Dhabi Islamic Bank- Egitto, Sandile Hogana – Head of product Fundi – Sud Africa
Ci tengo a nominarli perchè loro saranno parte integrante e fondamentale del mio corso, come ci hanno ripetuto più volte oggi: “abbiamo racchiuso in questo corso diversi leader dell’innovazione provenienti da società, mercati, paesi e background diversi, lo abbiamo fatto perché una delle cose più importanti di questo corso è sviluppare la capacità di ascoltare gli altri e osservare i problemi da angolazioni diverse. Non ci sarà spazio per osservatori passivi, sarete coinvolti in un processo attivo che mescola importanti conversazioni, veri dibattiti e lavori pratici, la cosa peggiore che potete fare all’interno del vostro gruppo, è essere d’accordo su tutto”
Ho richiamato mia moglie, sono sicuro che quella sensazione di essere il più intelligente dell’aula (vuota) non si ripeterà mai più per tutta la durata del corso.