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Presidenza Confindustria, Vacchi e Boccia alla sfida dell’innovazione

Ecco chi sono i due imprenditori rimasti in lizza per la guida dell’associazione degli industriali: uno interessato all’open innovation, l’altro alle startup. Il 17 marzo i programmi, il 31 il voto

Pubblicato il 11 Mar 2016

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È corsa a due per la presidenza di Confindustria. A contendersi da qui al 31 marzo ai 99 voti necessari in consiglio generale per conquistare la prima poltrona di viale dell’Astronomia sono rimasti Alberto Vacchi, 52 anni, bolognese, amministratore delegato di Industrie Macchine Automatiche, e il salernitano Vincenzo Boccia, 51 anni, alla guida di Arti Grafiche Boccia, storica stamperia nata oltre 50 anni fa e da allora in costante espansione. Secondo Il Giornale Vacchi è il candidato appoggiato da Luca Cordero di Montezemolo. Il Corriere della Sera sottolinea che saranno cruciali i voti dei sostenitori degli altri due candidati che nel frattempo si sono sfilati dalla corsa: Marco Bonometti, 62enne imprenditore bresciano, presidente dell’Aib (Associazione industriale bresciana) e presidente e Ad del gruppo OMR (Officine Meccaniche Rezzatesi), e Aurelio Regina, presidente di Sigaro Toscano e vice dell’attuale presidente di Confindustria Giorgio Squinzi dal 2012 al 2014. Il primo ha preso tempo, dicendo che vuole vedere i programmi dei candidati, che saranno presentati giovedì prossimo, 17 marzo. Il secondo ha già fatto un chiaro endorsement per Vacchi.

Ma quanto sono innovativi i candidati alla presidenza di Confindustria? EconomyUp ha provato a individuare il tasso di innovazione delle loro aziende e dei loro progetti.

Vacchi, il candidato di Confindustria con la vocazione all’open innovation – L’industriale ha appena ottenuto il premio Leonardo Qualità Italia 2015. Segno che la sua Ima – azienda tra le principali nel mondo nella progettazione e produzione di macchine automatiche per il processo e il confezionamento di prodotti farmaceutici, cosmetici, alimentari, tè e caffè – è ritenuta ambasciatrice dell’eccellenza italiana nel mondo. In Ima innovare significa un “forte orientamento a proporsi quali fornitore di soluzioni e non di semplici prodotti”, come si legge nel bilancio di sostenibilità 2014/2015. Un’innovazione che si compone di ricerca e sviluppo interni, ma anche di una vocazione alla open innovation, con acquisizioni dall’esterno sia di competenze che di idee.

Boccia, in corsa per Confindustria mentre lancia una startup – Nel 2015 la Arti Grafiche di Boccia ha avviato un progetto sperimentale, creando una startup interna che vedrà la luce il prossimo aprile. Dalle anticipazioni si sa che la startup sarà il primo prodotto Business to Consumer dell’azienda, da sempre improntata al B2B, e che sarà il frutto di una divisione autonoma interna che ha realizzato la piattaforma, il piano di marketing e la comunicazione, sia sui social network che sui classici mezzi di comunicazione. Questa startup permetterà a ogni singolo fruitore di realizzare un giornale (da 8 a 96 pagine, con una tiratura minima di 100 copie che riceverà direttamente a casa) con propri testi e foto interamente personalizzabili di un matrimonio, un anniversario, una sagra o qualsiasi altro evento. Vincenzo Boccia ha avuto modo di pensare al mondo delle startup anche come presidente nazionale di Piccola Industria, ruolo che ha ricoperto dal 2009 al 2013. Dovendo favorire la crescita delle piccole e medie imprese, sotto la sua presidenza Piccola Industria ha lanciato AdottUp, il programma per l’adozione delle startup. (L.M.)

Per approfondire l’open innovation, cominciare a conoscerla e soprattutto capire come guidarla e trarne vantaggio, si può far riferimento all’iniziativa del Gruppo Digital 360 legata proprio a questi temi: una piattaforma che a 360° tocca tutti i temi dell’innovazione aperta.

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