Il libro

Comunicazione d’impresa, giovani professionisti raccontano

Per festeggiare i 10 anni del Master in Media Relation della Cattolica di Milano Simonetta Saracino e Alberto Negri hanno raccolto in un volume le testimonianze di ex studenti e docenti. Uno spaccato sullo stato dell’arte fra tradizione e innovazione

Pubblicato il 24 Ago 2016

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Che cosa hanno in testa i giovani laureati quando si avvicinano alla comunicazione d’impresa? Quali sono le aspettative, i preconcetti, le ambizioni e i sogni? Come conciliano la loro quotidianità digitale di naviganti attorno alla boa dei 30 anni con le regole e le tradizioni analogiche delle aziende? Quale carica di innovazione possono portare? Squarci di realtà arrivano da ObiettivoMediaRelation, un libro FrancoAngeli che non raccoglie i risultati né di una ricerca né di un sondaggio ma “celebra” i 10 di un master, quello in Media Relation e Comunicazione d’Impresa dell’Università Cattolica di Milano, attraverso i racconti, gli aneddoti e le analisi di chi lo ha frequentato, come studente e come docente. Così il lavoro di Simonetta Saracino, coordinatrice didattica del Master, e Alberto Negri, semiologo e docente alla Cattolica, aiuta a mettere insieme le tessere di un mosaico la cui forma è in mobile quanto mai.

Partiamo dalla storia di Casimiro, nickname dietro il quale si cela Domenico Spina, che adesso è occupato nell’International Press Office di Eni. Quando finisci l’università conosci gli ingredienti per fare una torta, scrive, ma non sai come usarli al meglio. È quello che si impara in buon master, che fa un lavoro a cui da tempo hanno rinunciato le aziende: insegnarti a lavorare. È la linea “militare” dei Boots on the ground, come ricorda Stefano Lucchini, responsabile della Direzione International and regulatory Affairs di Intesa Sanpaolo, condirettore e ideatore del master. Truppe in campo, quindi, grazie al rapporto fra l’accademia da una parte e un gruppo di aziende che mettono a disposizione competenze e uomini dall’altra.

Come si riconosce un potenziale buon comunicatore? Simonetta Saracino, coordinatrice didattica del master, in 10 anni ha messo a punto una matrice attitudinale in 5 punti: deve essere curioso; flessibile e disponibile al cambiamento; deve avere una forte motivazione; un’empatia relazionale ed esperienze di vita varie e dinamiche. Dalla prima selezione deriva la possibilità dell’incontro positivo con un’azienda. «Durante questi dieci anni mi ha sempre colpito vedere come questi giovani talenti si trasformino da studenti a professionisti completi», scrive la Saracino.

A che cosa porta la concreta pratica quotidiana di comunicazione in questa “stagione liquida” (come giustamente definisce i nostri tempi nel suo intervento Antonio Calabrò, giornalista passato all’impresa, che è tra i docenti del master)? Al di là di inevitabili sbavature retoriche (credere in te stesso, lo stupore del giornalista, la passione che diventa lavoro, l’istinto, il dna e via almanaccando…) e momentanei movimenti ondulatori fra pr, comunicazione d’impresa e web content, i racconti degli ex studenti diventati professionisti in azienda o in agenzia, o cresciuti come liberi professionisti (e in fondo a questo articolo vogliamo citarli tutti,perché non c’è solo Casimiro….) rivelano il guado tra il passato e questa “stagione liquida” in cui si trova la comunicazione d’impresa. Tra comunicati stampa e Twitter, fra quotidiani di carta e web content, tra vecchie relazioni e nuovi (e imprevedbili) stakeholder.

Sarà interessante in futuro capire quanti siano state più forte le aziende a omologare i giovani entrati nella squadra dei comunicatori o quanto questi siano riusciti a portare un contributo concreto di innovazione in pratiche, strumenti e obiettivi. Insomma, quanto siano stati capaci di portare i “Digital boots on the ground” (g.io)

P.S. Con Domenico Spina raccontano nel libro la loro esperienza professionale postMaster: Giovanni Scognamiglio, Davide Tammaro, Eloisa Di Felice, Chiara Cartasegna, Veronica De Bernardi, Paolo Asti, Mirko Cafaro, Roberto Valguarnera, Sara Pecchielan, Marilena Antonini, Lucia Spagnuolo. Buon lavoro a tutti.

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