Note di cambiamento

Come una trasmissione rivoluzionò la radio e la musica

All’Auditorium di Roma “Per Voi Giovani”, un festival e una mostra di fotografie di Carlo Massarini, volto tv dell’innovazione. Che qui spiega perché 40 anni dopo fare quel tipo di programma sarebbe ancora rivoluzionario. Visto quel si ascolta in giro…

Pubblicato il 24 Giu 2013

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Per Voi Giovani, per chi non può ricordarlo, è un programma radiofonico in onda su Radio Due, -insieme al suo spinoff notturno Popoff- dalla fine degli anni 60 al 1976. Nel 1970 il direttore Paolo Valmarana affida Paolo Giaccio e Mario Luzzatto Fegiz il remake di un programma di buona musica (soul e jazz) che già esiste, condotto da Renzo Arbore. Da rubrica registrata i due lo trasformano in un programma quotidiano in diretta, calato nella contemporaneità del post-68 italiano. Portano i microfoni nelle scuole e nelle fabbriche occupate, organizzano letture di letteratura e poesia, si traducono i testi delle canzoni, si intervistano artisti e pensatori del periodo, si scovano nuovi artisti (Venditti, De Gregori, Pino Daniele, Alan Sorrenti, Bennato, NCCP) trasmettendoli prima ancora dei debutti discografici. E, soprattutto, per la prima volta la RAI trasmette organicamente la musica del periodo: si apre una finestra sul rock anglo-americano, che in Italia veniva pubblicato solo in minima parte, a volte con ritardi di mesi. Lo stupore degli ascoltatori di fronte a una musica meravigliosa che non avevano mai sentito è infinito.

Negli anni, al microfono si alterneranno molti dj, ognuno con le sue affinità elettive, ognuno col suo stile radiofonico: oltre a Giaccio e Fegiz, Claudio Rocchi, Raffaele Cascone, Dario Salvatori, Michelangelo Romano, Maria Laura Giulietti, Riccardo Bertoncelli, Richard Benson, Eugenio Finardi, Massimo Villa. E anche il sottoscritto. Nasce la Radio FM all’italiana, molto lontana dalla radio di adesso, appiattita su format e successi discografci. Si trasmette di tutto, e tutto insieme: musica gradevole e difficile, strumentale e cantata, in formato 3 minuti e a facciata intera. Gli ascoltatori partecipano, scrivono, si collegano via telefono, diventano una community (si direbbe adesso). L’onda rock in Italia arriva quindi dalla radio: PVG e Popoff diventano il punto di riferimento per le nuove generazioni.

E’ il big bang della musica in Italia: concerti, Festival, tour dei maggiori artisti internazionali, riviste musicali, la nascita di un mercato discografico. La creatività è d’obbligo, gli artisti fanno a gara per andare aldilà dei limiti conosciuti e la musica è senza barriere, è diversa da qualsiasi cosa ascoltata prima, e diventa parte integrante della cultura giovanile.

Sono passati 40 anni, e ovviamente è cambiato tutto: la musica, come viene distribuita e ascoltata, la società, i mezzi di comunicazione. La cosa curiosa è che fare adesso questo tipo di radio, visto quello che abbiamo intorno, sarebbe rivoluzionario. Esattamente come allora. Per questo mi piace racconatere di PVG usando il presente.

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