Ampio interesse e vivace discussione si sono sviluppati circa le modalità con cui è possibile e opportuno misurare l’impatto dell’innovazione.
È questo un tema che l’Osservatorio Startup Thinking studia e sviluppa ormai da dieci anni attraverso il lavoro con oltre 100 imprese, grazie al quale abbiamo dato alcune risposte alla discussione e definito modelli originali con cui affrontare il problema. I lavori dell’ultima ricerca saranno presentati il 5 dicembre al Politecnico di Milano al convegno aperto “Digital & Open Innovation 2025: per imprese e startup è ora di misurare l’impatto!”
Facciamo un passo indietro: di quale innovazione parliamo?
Misurare l’impatto dell’innovazione: l’importanza di ricerca e test
L’innovazione è da sempre un tema strategico per le imprese, ciò che oggi è cambiato è la velocità e profondità con cui le imprese devono agire. Da un lato crescono i costi per l’innovazione, sempre più tecnologica e multidisciplinare, dall’altro diminuiscono i ricavi per la riduzione dei cicli di vita a causa della maggiore informazione, infedeltà e globalizzazione dei clienti. A questo si aggiunge l’ingresso nella competizione di player sempre più imprevedibili, come ben descritto già nel 2014 da Downes e Nunes in Big Bang Disruption. Ecco, quindi, che diventano fondamentali le fasi di Ricerca e Test, volte a identificare possibili opportunità e sperimentarle in chiave imprenditoriale. Obbiettivo deve essere raccogliere velocemente la maggior quantità di informazioni e capire rapidamente se procedere verso un progetto oppure cambiare strada, se vincere o fallire.
È di questa innovazione che parliamo, quella in cui è massimo il grado di incertezza, ma al contempo è massima la ricchezza di opportunità. Parliamo dell’innovazione il cui obiettivo non è verificare se si stanno rispettando i tempi e i costi del Gantt, ma è l’innovazione che consente di ridurre i rischi e le incertezze per potere poi investire in modo significativo e su larga scala nelle fasi di esecuzione e implementazione.
Misurare l’impatto dell’innovazione: il framework, le applicazioni, gli indicatori
Secondo le nostre ricerche e attività, è quindi importante definire un framework di riferimento ed è altrettanto importante applicarlo alle specificità di ogni impresa e del proprio contesto. Bisogna farlo con un bilanciamento tra indicatori qualitativi vs quantitativi, indicatori di breve vs lungo termine, indicatori tangibili vs intangibili, indicatori facilmente misurabili vs difficilmente misurabili. E inoltre, questi indicatori devono essere dinamici per seguire le fasi di sviluppo del processo di innovazione in continua evoluzione.
Le 3 prospettive dell’Innovation Accounting
Come se non bastasse, l’Innovation Accounting deve concentrarsi su tre diverse prospettive per dare una fotografia completa dello stato di innovazione in azienda, senza tralasciare né i progressi incrementali di breve termine, né quelli più radicali che spesso vengono raggiunti nel lungo periodo.
La prima prospettiva è quella di progetto, del team che ci lavora, per tracciare e misurare il successo o gli insuccessi. Da un lato si deve misurare se si sta conducendo il processo di innovazione in modo ottimale e dall’altro se i risultati effettivi del progetto di innovazione rispetto a quelli attesi.
Una volta monitorato il singolo progetto, la seconda prospettiva è quella del portafoglio dei progetti di innovazione che riguarda il vertice aziendale e la strategia di innovazione. Attraverso il monitoraggio del portafoglio è possibile garantire una pipeline continua di progetti e prendere decisioni di investimento (o di chiusura) rispetto agli obiettivi aziendali di trasformazione. Le dimensioni su cui impostare il portafoglio sono molteplici ed ogni azienda può scegliere le sue: il potenziale di business, il rischio associato, l’affinità con il business, e così via.
La terza ma non meno importante prospettiva è quella relativa alla valutazione dell’impatto dell’innovazione sull’azienda nel suo complesso, è la prospettiva dell’Innovation Manager. È senza ombra di dubbio la prospettiva con cui siamo meno abituati a confrontarci, quella più complessa da affrontare per la sua multidimensionalità e intangibilità. Nel modello dell’Osservatorio Startup Thinking, elaborato con i colleghi di Methodos, consideriamo sei diverse dimensioni di impatto che si autoalimentano lungo il processo di innovazione per una progressiva trasformazione dell’azienda verso un sempre maggiore livello di maturità dell’innovazione.
L’importanza della sostenibilità
Infine, non dobbiamo dimenticarci della prospettiva imprescindibile della sostenibilità che deve permeare ogni sforzo di innovazione per garantire la creazione di reale valore nel tempo e per il futuro. Per questa dimensione serve adottare modelli che sappiano immaginare futuri lontani e coinvolgere indicatori che misurino il benessere e il progresso.
Di questo discuteremo con oltre 20 tra C-level, Innovation Manager, Startupper e investitori delle più importanti realtà italiane e alcuni autorevoli esponenti del panorama economico nazionale, il 5 dicembre al Politecnico di Milano. Vi aspettiamo “Digital & Open Innovation 2025: per imprese e startup è ora di misurare l’impatto!”