Israele è divenuto rapidamente uno degli ecosistemi startup più dinamici al mondo, capace di attirare attenzione e investimenti da parte di grandi multinazionali come Apple, Google e Intel, solo per citarne alcune. Con una popolazione di poco superiore a 9 milioni, Israele vanta più startup pro-capite di qualunque altra nazione al mondo ed è stato in grado di dare vita, a oggi, a oltre 30 unicorni (da Waze a M-Systems, Melianox e Mobileye).
Questo Paese risulta particolarmente attraente per le grandi corporate internazionali per la sua specializzazione nel deep-tech. Le startup che nascono qui spesso lavorano su tecnologie che sono anni (in alcuni casi addirittura decenni) avanti e sviluppano prodotti che potrebbero un domani non troppo lontano trasformare interi mercati. Questo rende Israele la destinazione di molte grandi aziende che vogliono accelerare i propri processi di innovazione e R&D, così come per VC e CVC interessati a investire nella “next big thing”.
Ho chiesto a Ilan Regenbaum di aiutarci a comprendere gli sviluppi recenti dell’ecosistema israeliano, in attesa di andarli a toccare con mano dal 18 al 20 aprile quando, in occasione dello Scaleup Summit Israel 2023, vi porteremo una delegazione internazionale di una ventina di aziende (il gruppo italiano è stato selezionato in partnership con Elis).
Ilan, che oggi guida il Mind the Bridge Innovation Center aperto pochi mesi fa a Tel Aviv, nato in Sud Africa e cresciuto negli Stati Uniti, si è trasferito in Israele proprio per poter stare al centro dell’operatività della Startup Nation. Ha guidato l’Air Force Innovation Department – per cui ha lanciato l’Air Force Accelerator – ha avviato il primo acceleratore di startup di Gerusalemme e ha fondato tre startup.
Ilan Regenbaum, MD Israel, Mind the Bridge
In quali settori la Startup Nation sta cambiando il mondo? Cybersecurity, fintech e medical tech
Israele risulta particolarmente avanti in ambito cybersecurity, fintech e medical technology. Qui si sviluppano tecnologie capaci di proteggere sia imprese che governi da attacchi cyber, oggi sempre più evoluti e sofisticati. Anche in campo fintech stanno nascendo innovazioni potenzialmente in grado di stravolgere il mercato dei servizi finanziari. Infine, in ambito medtech, in Israele si sta sperimentando di tutto, da sistemi innovativi di consegna dei farmaci a soluzioni di digital health in grado di migliorare lo stato di salute dei pazienti.
Quali differenze rispetto alla Silicon Valley?
Ci sono tratti in comune con la Silicon Valley, ma anche sostanziali differenze. Le startup israeliane, ad esempio, hanno un maggior focus sul deep tech, anche per la necessità di dare risposta ai problemi di difesa e sicurezza del paese.
Un’altra differenza sostanziale risiede nel fatto che l’ecosistema startup israeliano risulta più piccolo rispetto alla Silicon Valley. Mentre nella Bay Area c’è una massiccia presenza di grandi aziende (indi possibilità di exit e business), quello israeliano è più limitato almeno sul fronte corporate. Per questo molte startup israeliane tendono a spostarsi per scalare sia sul fronte finanziario (IPO, anche se negli ultimi anni è cresciuta moltissimo l’offerta di late stage capital) che soprattutto di mercato (non ci sono grandi aziende locali).
D’altro canto, la piccola dimensione dell’ecosistema permette alle startup di spostarsi velocemente all’interno del paese e sviluppare relazioni consolidate (tutti conoscono tutti).
Da Startup Nation a terra degli Unicorni
Israele sta diventando una fabbrica di Unicorni. Solo per menzionarne alcuni: Waze (acquisita da Google per circa $1B), M-Systems (che, nata nel 1989 ha reso le flash memory accessibili per poi essere acquisita da SanDisk per $1.6B nel 2006), Mellanox (una network hardware company comprata da NVIDIA per circa $7B), Mobileye (comprata da Intel per oltre $15B, recentemente quotata), Fiverr (il sito per la gig-economy), Wix (la piattaforma per la creazione di siti web), Lemonade (insurtech), Monday.com (piattaforma per il project management) e Believer Meats (carne coltivata, non OGM, che farà da keynote all’opening del nostro Scaleup Summit in Israele).
I pilastri: Università, Difesa e Venture Capital
Le migliori università di ricerca sono il Technion (il MIT di Israele), l’Istituto Weizmann, l’Università Ebraica di Gerusalemme, l’Università di Tel Aviv e l’Università Ben-Gurion del Negev. A queste si aggiunge l’IDF-Israel Defense Forces: l’Unità 8200, l’Unità 81 e l’Unità di ricerca e sviluppo del Ministero della difesa (MAFAT) sono alcune delle principali fonti di innovazione del paese, da cui gemmano centinaia di startup.
Sul fronte dei fondi di investimento troviamo Aleph, TLV Partners, OurCrowd, Vertex Ventures, Viola Ventures e Vintage Investment Partners.
L’attuale situazione politica in Israele può compromettere il ruolo del Paese?
“Non c’è motivo di credere che l’acceso dibattito sulla riforma della giustizia e le proteste che stanno avendo luogo in Israele rappresentino un rischio per la sicurezza di chiunque viva o abbia intenzione di visitare il Paese. La riforma giudiziaria è un tema importante in discussione in Israele da decenni. Le manifestazioni in gran parte pacifiche delle ultime settimane (le proteste appartengono ormai al passato in Israele e spesso si sono trasformate in grandi eventi sociali piuttosto che in episodi violenti), hanno portato il Primo Ministro a sospendere temporaneamente il processo di riforma e ad aprire dei tavoli di discussione sia con i partiti di coalizione che di opposizione al fine di trovare un punto di incontro. È mia opinione personale che qualunque direzione prenda questo percorso, Israele rimarrà una democrazia attiva con un’economia forte e istituzioni stabili (inclusi il governo, la polizia, l’esercito e il sistema finanziario)”
Scaleup Summit Israel 2023: il nuovo Report
Appuntamento quindi a Tel Aviv ad aprile per lo Scaleup Summit. Una delegazione di aziende internazionali avrà l’opportunità di esplorare la Startup Nation e incontrarne i principali stakeholder oltre a beneficiare di uno scouting sprint dedicato. Ma non solo. Sarà anche l’occasione per conoscere i dati dell’ultimo Report di Mind the Bridge sull’ecosistema israeliano.