Nel corso degli ultimi 10/15 anni il modo in cui svolgiamo molte delle attività quotidiane è cambiato in maniera radicale. Complice di questo fenomeno è stata, in buona parte, quella che può essere definita una platform revolution. Dalla fruizione della musica alla gestione della mobilità, fino agli acquisti quotidiani e l’accesso alle notizie, diverse attività sono state impattate dalla comparsa di nuove piattaforme digitali. Ma cosa sono realmente i modelli di business a piattaforma? E in che modo possono agire da stimolo all’innovazione nelle imprese consolidate?
Platform thinking: il workshop
Sono queste alcune delle domande a cui si è cercato di dare risposta in occasione del quarto workshop della decima edizione dell’Osservatorio Startup Thinking, svolto lo scorso 13 dicembre al Politecnico di Milano. Oltre 50 manager delle 44 aziende partner dell’Osservatorio hanno attivamente partecipato al workshop tenuto da Daniel Trabucchi e Tommaso Buganza, Responsabili Scientifici e Direttori dell’Osservatorio Platform Thinking HUB. I partecipanti hanno avuto modo di approfondire i principali elementi fondanti dei modelli a piattaforma, confrontandosi rispetto ad alcuni casi di rilievo a livello internazionale e delineando le opportunità di innovazione per imprese consolidate in grado di adottare il platform thinking.
I contenuti presentati derivano dall’attività di ricerca dell’Osservatorio Platform Thinking HUB, nato nel 2023 al fine di mettere a terra quasi dieci anni di ricerca accademica sul tema e accompagnare le imprese nello scoprire come rendere le piattaforme uno strumento per la generazione di innovazione e nuovi modelli di business.
La parola piattaforma, troppo spesso, viene utilizzata con leggerezza, facendo riferimento a casi molto diversi come Uber, Amazon AWS, Netflix… o ChatGPT. Nel corso del workshop, attraverso il Platform Thinking Game, abbiamo avuto la possibilità di identificare le principali tipologie di piattaforme, come quelle transazionali come per esempio Airbnb, o quelle ortogonali basate sulla capacità di catturare valore a partire dai dati che i servizi digitali raccolgono, come Strava.
I vincitori del game hanno vinto una copia di “Platform Thinking – Il nuovo mindset per fare innovazione in azienda”, scritto dai Direttori di Platform Thinking HUB e recentemente pubblicato da Egea.
Il caso Amazon
La conoscenza delle diverse tipologie di piattaforma abilita i “platform thinker” a leggere la complessità della realtà che ci circonda. Nel corso della seconda parte del workshop, i partecipanti hanno lavorato sul caso di Amazon, forse l’azienda che più di tutte ha applicato i principi del platform thinking in maniera ripetuta, passando dal distribuire libri negli Stati Uniti ad un agglomerato di servizi che guida le classifiche delle aziende più redditizie e innovative del mondo da anni.
Il caso Telepass
Il pomeriggio si è chiuso con una riflessione collettiva: come possiamo portare il platform thinking nelle nostre organizzazioni? La risposta non è immediata. Il platform thinking abilita opportunità di innovazione mettendo al centro asset che le organizzazioni già hanno (prodotti, dati, spazi, infrastrutture tecnologiche) cercando nuovi gruppi di clienti, interni o esterni, che possano contribuire a uno scambio di valore continuo tramite la piattaforma, un po’ come ha fatto Telepass, creando Telepass Pay, ma anche tante altre grandi aziende anche lavorando sui processi, come abbiamo scoperto durante la ricerca del primo anno dell’Osservaotorio Platform Thinking HUB.
In questa giornata abbiamo cercato principalmente di stimolare domande su come il Platform Thinking possa abilitare processi di innovazione; nel corso della prossima edizione di Platform Thinking HUB, in partenza a fine gennaio 2024, ci occuperemo di supportare i partner nella ricerca di una risposta concreta.
La decima edizione dell’Osservatorio Startup Thinking riprende nel 2024 con il workshop di presentazione della ricerca e scouting di startup a livello internazionale sul tema “Digital Identity”, in programma a fine gennaio.