STARTUP INTELLIGENCE

Come è strutturata l’innovazione in CDP: gli Evangelist, le sperimentazioni, le startup



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L’Innovation Lab & Digital Transformation di Cassa Depositi e Prestiti (CDP) ha identificato 55 Innovation Evangelist, sta sperimentando tecnologie grazie anche a un FabLab e sta interagendo con tante startup. Ne parlano i responsabili

Pubblicato il 20 set 2024

Rita Giordano

Analista Osservatorio Startup Thinking Politecnico di Milano



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CDP

Cassa Depositi e Prestiti (CDP) è una delle principali istituzioni finanziarie in Italia, dedicata a sostenere lo sviluppo economico del Paese attraverso investimenti strategici in infrastrutture, innovazione e sostenibilità. Negli ultimi anni, CDP ha confermato il proprio impegno nell’innovazione e nella trasformazione digitale, creando un’unità specifica: Innovation Lab & Digital Transformation.  Valeria de Flaviis, responsabile dell’area Innovation Lab & Digital Transformation, insieme a Adriano Amalfi e Flavia Sciannandrone, rispettivamente, Responsabile di Innovation Lab e Responsabile di Digital Transformation, spiegano con chiarezza le tappe di questo percorso intrapreso anche insieme ai ricercatori dell’Osservatorio Startup Thinking, con cui l’azienda collabora ormai da tempo.

Cassa Depositi e Prestiti: i 55 Innovation Evangelist

Per CDP ogni iniziativa di innovazione non è un obiettivo isolato ma rientra in un processo strategico più ampio e coordinato. In questo contesto, il ruolo degli Innovation Evangelist è fondamentale per garantire che le priorità di innovazione rispecchino le reali esigenze aziendali e che i progetti siano realizzati coinvolgendo fin da subito le aree aziendali interessate. A tal fine, CDP ha identificato 55 Innovation Evangelist, selezionati attraverso una candidatura spontanea creando un gruppo di avanguardia sui temi di innovazione e digitalizzazione, rappresentativo delle funzioni aziendali, delle diversità di ruolo, genere, generazionali e di apertura al cambiamento e attitudine sulle tematiche tecnologiche e innovative. Il processo bottom-up lanciato tramite una call specifica ha facilitato l’individuazione dei colleghi e delle colleghe che sono stati successivamente coinvolti in una formazione mirata e nella stesura di un manifesto, volto a condividere e chiarire la visione e gli obiettivi del ruolo. “Vogliamo inoltre creare un processo strutturato di raccolta dei bisogni e un funnel che permetta agli Innovation Evangelist di partecipare all’innovazione in maniera sistematica e integrata con gli obiettivi del nostro piano strategico per il 2025”, afferma Valeria de Flaviis.

Cassa Depositi e Prestiti e la sperimentazione tecnologica

Cassa Depositi e Prestiti sta intraprendendo infatti un ambizioso percorso di trasformazione anche attraverso la sperimentazione tecnologica, allo scopo di migliorare e innovare i suoi processi attraverso l’adozione controllata e responsabile di tecnologie emergenti in via sperimentale. Il processo di ricerca e sperimentazione si articola in diverse fasi: le tecnologie meno mature, vengono esaminate attentamente, considerando fattori come l’impatto potenziale, il livello di sviluppo tecnologico raggiunto e i casi di uso più promettenti. Questi elementi sono poi condivisi attraverso white paper per fornire una visione strategica ed analitica delle capacità, delle limitazioni e dei rischi associati a tali tecnologie potenzialmente rivoluzionarie.  D’altra parte, per le tecnologie con un maggiore grado di maturità, vengono sviluppati Proof of Concept (PoC) con l’obiettivo di testare praticamente i casi di uso in ambienti realistici e controllati, verificando così la loro fattibilità e l’efficacia nel contesto di riferimento.

“Quest’anno abbiamo ampliato la nostra struttura con un focus specifico su alcune tecnologie emergenti e un’attenzione particolare all’impatto sistemico dei nostri progetti,” spiega Flavia Sciannandrone. “Lavoriamo sia sui white paper che sulle PoC allo scopo di avviare progetti realizzativi solo dopo aver costruito una base solida di conoscenza e consapevolezza tecnologica attraverso studio e sperimentazione, così da facilitare l’adozione e identificare subito il reale valore aggiunto potenziale.” Tra le aree di sperimentazione hanno occupato un posto di primaria importanza il quantum computing, la blockchain e l’intelligenza artificiale, applicate a contesti reali e concreti.

Parlando di tecnologie più mature, le iniziative sperimentali avviate, hanno ad esempio permesso di verificare come l’intelligenza artificiale può ottimizzare numerosi processi interni o, come per il progetto Digital Bond, esplorare come l’utilizzo della blockchain migliora la trasparenza, la sicurezza e l’efficienza delle operazioni finanziare. Questa iniziativa, pionieristica in Italia, ha rappresentato la prima emissione digitale di obbligazioni in Italia su Distributed Ledger Technology (DLT) nell’ambito del DL Fintech di recente emanazione e ha permesso di validare un modello tecnologico innovativo per l’emissione di titoli obbligazionari in forma digitale.

Il Fab Lab: spazio di sperimentazione e collaborazione “open”

Il FabLab di CDP costituisce un ulteriore esempio di come le strutture aziendali possono essere attivamente coinvolte nelle iniziative di innovazione e sperimentazione. Ispirato a modelli simili di laboratori di fabbricazione e ricerca, il FabLab di CDP integra la sua funzione di laboratorio tecnologico con uno spazio di discussione interna. Questo ambiente permette non solo la realizzazione pratica di progetti ma anche lo sviluppo o la sperimentazione autonoma di nuove tecnologie in un contesto accessibile e controllato.

Adriano Amalfi descrive il FabLab come un “luogo dove le tecnologie possono essere sperimentate direttamente e le idee trasformate in realtà. Un ambiente fisico che funge anche da punto di incontro continuo per l’innovazione.” Il FabLab rappresenta molto più di uno spazio fisico, è un centro di creatività e prototipazione collettivo, dove si conducono esperimenti tecnologici e si sviluppano prototipi di soluzioni innovative. In questo contesto, le tecnologie emergenti vengono esaminate per valutare la loro capacità di affrontare le sfide del business.

Il rapporto sinergico con IT e Procurement

Il rapporto con IT e Procurement di Cassa Depositi e Prestiti è caratterizzato da una collaborazione stretta e ben coordinata. Entrambe le funzioni sono guidate da Alberto Tavani, Direttore Innovazione, Trasformazione e Operations, il che favorisce un allineamento costante e una comunicazione efficace. “La sinergia con IT e Procurement è assicurata attraverso incontri specifici e uno scambio fluido di informazioni”, sottolinea Valeria de Flaviis.

Inoltre, Adriano Amalfi evidenzia che è stata effettuata un’ottimizzazione dei processi interni e sono state introdotte diverse agevolazioni per le interazioni tra i dipartimenti. Questo approccio ha consentito di identificare i principali punti di contatto tra i modelli operativi. “Abbiamo migliorato le interazioni tra i modelli operativi, stabilendo modalità di collaborazione specifiche che hanno reso i punti di contatto più chiari e strutturati, eliminando così le principali barriere e ostacoli nel processo di innovazione nelle varie fasi di ricerca, sviluppo e implementazione. Questo rappresenta un notevole avanzamento per la collaborazione e l’innovazione, assicurando un costante supporto multidisciplinare lungo tutto il percorso di innovazione, dalle valutazioni tecnologiche alla ricerca di soluzioni di mercato fino alla loro realizzazione. In sintesi: un modello operativo integrato e sinergico”, afferma Amalfi. Pertanto, la sinergia ha migliorato la fluidità del lavoro congiunto, rendendo le interazioni più efficienti, produttive e costantemente allineate nello sviluppo di soluzioni innovative efficaci e sicure.

Cassa Depositi e Prestiti e la collaborazione con le startup

In parallelo, CDP ha intensificato la sua collaborazione con le startup attraverso Call for Solution periodiche, allo scopo di esplorare e integrare nuove soluzioni dal mercato e individuare nuove partnership nell’ecosistema innovativo nazionale. Le esigenze regolamentari imposte a CDP possono rendere complessa la cooperazione con le startup. Per gestire queste difficoltà in modo efficace, CDP ha sviluppato un “fast track” che accelera i processi di sperimentazione e assicura rapidità e sicurezza grazie all’utilizzo di standard architetturali e sandbox tecnologiche per la sperimentazione, riducendo così il rischio e l’esposizione. Questo metodo faciliterà l’avvio di progetti innovativi capaci di sfruttare il valore aggiunto che una startup con competenze specialistiche può offrire, rispetto a soluzioni più generali.

Attraverso un impegno aperto e costante verso l’innovazione e una collaborazione interna ed esterna, CDP punta a tracciare la strada per un futuro tecnologico avanzato e sostenibile. L’approccio strategico, integrato e aperto al confronto, consente di affrontare le sfide del presente con soluzioni all’avanguardia, responsabili, inclusive e sostenibili, creando un valore duraturo per l’intero ecosistema economico.

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