Una recente ricerca dell’Osservatorio Startup Thinking indica che il 17% delle startup digitali italiane non ha ancora ricevuto finanziamenti in capitale di rischio, e oltre il 50% ha ottenuto investimenti inferiori al milione di euro.
Finanziamenti alle startup: il divario dell’Italia
Questi dati pongono l’Italia in un divario significativo rispetto alla media europea, con solo il 4% delle startup digitali che ha ricevuto finanziamenti superiori a dieci milioni di euro. In risposta, diverse iniziative, come Smart & Start di Invitalia, il Fondo Nazionale Innovazione e iniziative regionali come le StartCup cercano di potenziare l’ecosistema, testimoniando l’impegno delle singole Regioni. Tuttavia, dalla ricerca emerge come la consapevolezza delle startup sulle opportunità offerte sia limitata: meno del 69% conosce le misure governative dedicate a startup e PMI innovative e la percentuale scende ancora se ci riferiamo alla conoscenza dei fondi CDP (meno del 58%). È necessaria, quindi, una comunicazione più efficace e capillare, uno sforzo congiunto tra le istituzioni, le associazioni e il territorio per massimizzare l’uso di tali risorse.
Finanziamenti alle startup: il caso Puglia
Su questo tema l’Osservatorio Startup Thinking ha coinvolto Regione Puglia con la testimonianza di Gianna Elisa Berlingerio, Direttora del Dipartimento Sviluppo Economico della Regione Puglia.
La Puglia, infatti, si presenta come una Regione con particolare impegno negli investimenti in ricerca e innovazione, con l’obiettivo di valorizzare il sistema imprenditoriale, la disponibilità di lavoratori giovani qualificati, università ed enti di ricerca integrati con il sistema imprenditoriale per l’offerta e la produzione scientifica e tecnologica e per il trasferimento tecnologico. Lo sforzo è anche quello di aumentare l’interoperabilità tra pubblico e privato per favorire l’accesso ai servizi, e rispondere nel contempo alle sfide sociali.
Dati recenti indicano la Regione Puglia all’ottavo posto in Italia per startup innovative, il 50% a Bari. Secondo gli ultimi dati pubblicati su Registro Imprese, in Puglia vi sono 554 startup innovative, 123 PMI innovative e 4 incubatori certificati.
Introduce Berlingerio: “Se è evidente che il fine ultimo delle politiche regionali di sviluppo è il benessere delle persone che vivono, studiano e lavorano in Puglia, altrettanto impellente risulta il fatto che gli investimenti produttivi sono guidati dalla quantità e dalla qualità delle persone presenti sul territorio. Questo fattore pone le basi per l’emersione dei talenti del luogo, per il rientro di questi ultimi, ove essi siano partiti, o per l’attrazione di nuovi. Perché sono le donne e gli uomini, aggregati in comunità, a disegnare la dinamica del contesto e a farla evolvere ulteriormente, così come sono decisive le rispettive capacità collettive”.
I fondi europei alla Regione Puglia
Nel corso degli ultimi due cicli di Programmazione dei fondi europei (FESR e FSE) la Regione Puglia ha sfruttato attentamente i fondi; durante il periodo di Programmazione relativo al settennio 2014-2020 sono stati realizzati investimenti per 8,1 miliardi di euro: 2,1 miliardi sono stati investimenti promossi da grandi imprese e 6 miliardi sono stati rivolti a PMI e startup.
Questi numeri sono sostenuti dalle politiche che Regione ha messo in campo negli ultimi anni per l’imprenditorialità. Una serie di bandi, tutti a sportello, accompagna infatti le diverse fasi di sviluppo imprenditoriale.
Gli strumenti per finanziare l’imprenditorialità
Si parte da strumenti che finanziano percorsi di accompagnamento all’imprenditorialità, come “Percorsi di Impresa”, che offre informazione e un itinerario di acquisizione di consapevolezza ed esperienza mediante incontri di approfondimento e networking.
Si prosegue con “Estrazione dei Talenti”: la misura, il cui bando oggi risulta concluso, ha previsto che gruppi informali di tre persone ricevessero un voucher di 20.000 euro per essere accompagnati da una delle venticinque factories, gruppi pre-accreditati dalla Regione, che comprendono business angels, Università, associazioni di categoria, distretti tecnologici e produttivi. La metà di queste factories non è situata in Puglia, bensì nel resto d’Italia, e un terzo ha sede fuori dall’Italia.
Nella fase seed è intervenuto altresì il bando “Pugliesi Innovativi-PIN“, che ha contribuito alla nascita di numerose imprese, con l’obbligo di costituzione di soggetti giuridici e un sostegno finanziario, nonché servizi di accompagnamento fino a 30.000 euro.
La nuova programmazione dei fondi europei FESR-FSE+ relativa al settennio 2021-2027 riprende le misure che hanno avuto maggior successo, integrandole al contesto economico e sociale attuale. Eccone una descrizione.
“NIdI-Nuove Iniziative d’Impresa”, rinnovato recentemente, è il programma che offre supporto fino a 150.000 euro con quattro categorie specifiche – ordinario, giovani under 35, donne e turismo. Metà del finanziamento è a fondo perduto, e l’altra metà è a tasso agevolato.
Controparte tecnologica di NIDI è l’azione denominata “TecnoNidi“, che si rivolge a proposte più mature dal punto di vista tecnologico e finanzia per un investimento complessivo che può arrivare fino ai 500.000 euro. Ad oggi è allo studio una evoluzione della misura che consenta di portare l’investimento in parola ad 1 milione di euro nel caso in cui nella costruzione del capitale figuri un investitore, sia esso istituzionale o privato, nell’ottica di favorire la relazione pubblico-privato.
Ulteriore linfa per lo sviluppo delle PMI innovative e delle startup tecnologiche è data dal recente fondo “Equity Puglia”, un intervento di ingegneria finanziaria finalizzato a dare la possibilità di aumentare il livello di capitalizzazione e dunque la solidità patrimoniale, attraverso la partecipazione nel capitale aziendale di investitori specializzati. Si tratta di un fondo da 60 milioni di euro suddiviso in lotti che prevede il coinvestimento, attraverso società veicolo con le società di gestione del risparmio che hanno partecipato al bando, nel capitale di rischio di startup e scaleup a valere sul territorio regionale. Ad oggi quattro sono i fondi individuati all’esito dell’avviso pubblicato: Vertis, Avm Gestioni, Eureka! Venture, Indaco Venture Partners.
Un’ulteriore forma di valorizzazione delle startup è costituita dalle formule di “Contratti di Programma” e “PIA- Programma Integrato di Agevolazione”, bandi rivolti alle grandi imprese a condizione che sia riscontrata una collaborazione effettiva con imprese di dimensione più piccola, quali PMI e startup. Le progettualità di ricerca hanno un ruolo preminente e sono la condizione obbligatoria di accesso a questi aiuti (ad esempio per la transizione digitale e la tutela ambientale).
Il portafoglio di azioni è in costante divenire e a breve si arricchirà del bando “Reti”, per collaborazioni di ricerca; “Trasformazioni” per l’innovazione delle PMI in termini di transizione ecologica e di trasformazione digitale; “Open Innovation”, per la promozione di nuovi mercati per l’innovazione; e la riproposizione di “Estrazione dei Talenti” nella versione 2.0.
Nel dibattito sul miglioramento del supporto all’ecosistema imprenditoriale emerge un chiaro consenso sulla centralità delle competenze come leva fondamentale. In questa ottica si inseriscono le strategie regionali, in ordine cronologico, la Strategia di specializzazione intelligente, aggiornata agli obiettivi 2030, l’Agenda Digitale pugliese e “#mareAsinistra-Strategia di attrazione e valorizzazione dei talenti in Puglia” che intende porre le basi per attrarre i migliori talenti creativi e tecnologici a livello internazionale e nel contempo rafforzare l’evoluzione della condizione dei giovani della Regione Puglia coinvolgendo gli stakeholders (tra cui le università, le istituzioni e i fondi di investimento).
Gianna Elisa Berlingerio sottolinea come “nella strategia #mareAsinistra, i target, oltre agli studenti, i talenti, i lavoratori e i nomadi digitali, siano proprio gli startupper, perché essi, più che rappresentare una variazione sensibile del tasso di occupazione nella Regione, rappresentano una variazione assolutamente sensibile dell’energia emotiva e della capacità di creare competenze, non solo di portare quelle già acquisite”.
La Regione Puglia è recentemente diventata Regional Innovation Valley (RIV), a seguito della candidatura alla Call for expression of interest to become a Regional Innovation Valley della Commissione Europea, ed è presente nella Mappa di matchmaking europea, finalizzata a facilitare le interconnessioni tra quelle regioni che si impegnano verso gli stessi obiettivi, per preparare piani di innovazione congiunti per costituire valli dell’innovazione regionali collegate. Nel settore delle energie rinnovabili, ad esempio, la Regione Puglia può vantare un primato storico nel fotovoltaico ed eolico in Italia.
Il ruolo delle Regioni per l’ecosistema delle startup
Questo quadro ci offre spunti per comprendere il ruolo delle Regioni nel sostenere l’ecosistema startup nazionale e la varietà di azioni possibili. Inoltre, le azioni descritte evidenziano come l’approccio Open Innovation possa essere utilizzato anche a livello istituzionale per progettare ecosistemi, alleanze, sinergie tra competenze, progettualità e imprenditorialità come un volano per la crescita. Per valorizzare le startup è possibile agire sull’integrazione nei bandi dell’obbligo di coinvolgere piccole e medie imprese spingendo una consapevolezza crescente dell’importanza di integrare nuove realtà imprenditoriali per promuovere la crescita complessiva. Questa sinergia tra grandi e piccole imprese diventa quindi fondamentale per massimizzare il potenziale di crescita dell’ecosistema imprenditoriale (che in Puglia può godere anche di uno scenario geoculturale di grande attrattività!). Queste le parole conclusive di Gianna Elisa Berlingerio sulla sua visione di Puglia 2030: “una Puglia smart, digital, innovativa, green, blue, sostenibile e attrattiva”.