L’Italia è il secondo Paese più vecchio al mondo, secondo l’ultimo Rapporto Istat, e ha triplicato in 10 anni l’esodo dei talenti verso l’estero: nel 2016 ha perso circa 10mila giovani laureati.
Il nostro Paese, in sostanza, non riesce a trattenere le menti più brillanti, quella fascia di giovane popolazione che, grazie alle proprie capacità e all’impegno, può aspirare alla leadership nel Paese, all’interno delle istituzioni ma anche delle aziende. Sono questi talenti il propellente di ogni cambiamento e innovazione, oggi quanto mai importanti nel quadro di trasformazione digitale e industria 4.0 che l’intero globo vive. Stiamo vivendo un cambiamento epocale, come capita a tutte le generazioni. Una rivoluzione economica e sociale nella quale l’Italia sta perdendo i generali del suo esercito della salvezza.
Vi sono tuttavia iniziative che si oppongono alla fuga di cervelli, in modo concreto, passando prima di tutto dalla valorizzazione e dal potenziamento del talento stesso, iniziative che possono rappresentare una best practice. Così è l’iniziativa ‘The future Makers’, ideata e realizzata da The Boston Consulting Group (BCG), che quest’anno si è svolta per il terzo anno consecutivo.
Cos’è The Future Makers?
Identikit dei leader del futuro
In Italia retribuzioni basse
Che tipo di difficoltà incontrano questi giovani talenti in Italia? «Credo che loro subiscano le conseguenze del fatto che negli anni scorsi vi sono stati degli svuotamenti di determinate posizioni lavorative. L’Italia soffre di due cose in ambito lavorativo: primo, un gap retributivo importante, per cui stessi lavori sono pagati molto meno in Italia rispetto ad altri luoghi nel mondo, purtroppo tutte le indagini un po’ strutturate in ambito retributivo lo confermano. Secondo, alcuni lavori proprio non esistono in Italia, forse esistono a Milano, ma sicuramente a Firenze, Roma, Genova, Napoli non ci sono. Ci sono lavori che oggettivamente puoi fare solo se vivi in centri come Londra, Francoforte, Parigi e, in Italia, Milano, che in effetti oggi è una piattaforma fantastica per qualunque imprenditore. Ma piuttosto che alle difficoltà italiane, guarderei ai suoi punti di forza. Il principale è quello di essere una straordinaria piattaforma di design, che ormai permea molto i giovani. All’apertura dell’edizione 2018 di The Future Makers abbiamo ricevuto un bellissimo messaggio, indirizzato ai 100 talenti, da parte del premier Paolo Gentiloni, che augurava buon lavoro a questi ragazzi e diceva ‘ragazzi portate avanti la bellezza’. L’Italia è il Paese della Bellezza e su questo tratto vanno costruite anche le carriere, i progetti, i successi».
The Future Makers avrà anche altre edizioni, sono già aperte le candidature per selezionare i 100 talenti per l’appuntamento 2019. E l’aspirazione di BCG è che l’iniziativa possa crescere, camminare con le sue gambe, essere capace di coinvolgere tante aziende e realtà italiane in una missione che può aiutare a formare e trattenere una classe dirigente più pronta ad affrontare le complesse sfide del mondo odierno. «The Future Makers è un progetto che abbiamo ideato, ma che assolutamente non vogliamo tenere solo per noi – conclude Francesco Guidara – anzi l’ambizione è coinvolgere altri partner, perché pensiamo che lo sforzo congiunto di altri soggetti possa produrre risultati ancora migliori per il Paese».