Cina, il mago delle previsioni economiche Gordon Orr tira le somme

I suoi vaticini sono il Vangelo di chi vuole sapere che aria tira oltre la Grande Muraglia. E, dopo cinque anni, l’indovino della società di consulenza McKinsey fa un bilancio critico, analizzando quali ipotesi si sono realizzate e quali no

Pubblicato il 23 Lug 2013

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Gordon Orr, direttore e presidente di McKinsey Asia

Da cinque anni Gordon Orr, direttore e presidente di McKinsey Asia, pubblica un report con le previsioni sull’economia cinese: inizialmente solo appunti da condividere con i colleghi della società di consulenza, le sue analisi sono diventate poi di dominio pubblico, via via sempre più seguite da decine di migliaia di persone attraverso i social network (e, nel caso della previsione più nota, addrittura da milioni di persone).

“Per vent’anni – racconta Orr introducendo il suo ultimo report – ho avuto l’onore di fare della Cina la mia casa e di immergermi nella trasformazione del suo modello di business, della sua economia, della sua società. Abito in Cina, ma non sono cinese. E spero che ciò mi consenta di essere abbastanza obiettivo da vedere sia i successi sia le pecche, e da riconoscere quando le fondamenta sono solide e quando invece sono pericolanti”.

Ora, dopo cinque anni, è il momento di tirare le somme. E così il nuovo report del dirigente di McKinsey guarda al passato anziché al futuro, con un riassunto di ciò che è successo dal 2009 a oggi, con un’analisi approfondita di quali previsioni si sono rivelate esatte e quali invece errate, di che cosa potrà realmente accadere in Cina (come il rallentamento del mercato automobilistico, correttamente previsto nel 2012) e di che cosa invece difficilmente succederà (come, ad esempio, il calo della partecupazione statale nell’industria, previsto invece nel 2011).

E nel 2013? Leggi il report completo

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