Si chiude per ripartire: la quarta edizione di Smart City Exhibition #SCE2015, che quest’anno si è trasformata in un vero e proprio festival, il Citizen Data Festival, ha chiuso i battenti dopo una partecipatissima tre giorni a Bologna (14-16 ottobre) , e già decollano i cantieri dell’innovazione: tavoli di lavoro tra amministratori, aziende innovative e centri universitari per far ripartire il Paese. Di cosa si tratta esattamente?
►Qui i contenuti e il programma della Smart City Exhibition 2015
I cantieri dell’innovazione sono in pratica il proseguimento naturale di questo evento, organizzato da FORUM PA con BolognaFiere, che ha portato in primo piano le contraddizioni sperimentate dal nostro Paese sul tema delle città: da una parte una sensazione diffusa di sfiducia, che deriva dall’assenza di una governance chiara in materia di politiche urbane e dalla mancanza di certezze sulle risorse economiche, ma dall’altra una fortissima spinta all’innovazione e la voglia di partecipazione che coinvolge gli amministratori e i cittadini più attivi e le città.
A SCE2015 si è incontrata una nuova generazione di amministratori (50 assessori all’innovazione di altrettante città, di cui dieci città metropolitane, solo nella prima giornata) in molti casi giovanissimi nativi digitali che hanno competenze e idee per fare bene, ma reclamano attenzione da parte del Governo centrale, coerenza delle politiche e costanza delle risorse. Insieme, vogliono provare a tradurre una diffusa sfiducia in propositività, innescando processi inclusivi e partecipativi, che consentano a tutti i livelli – vertici politici e dirigenti amministrativi – di fare co-progettazione, rendere duplicabili e scalabili le buone pratiche, accelerando la messa a sistema delle soluzioni virtuose e favorendo il confronto e il dialogo.
Per questo FPA – da sempre attenta alle tematiche della pubblica amministrazione e ai temi dell’innovazione nei centri urbani – lancia da Bologna i cantieri dell’innovazione: tavoli di incontro tra le amministrazioni più smart, le aziende più innovative e il sapere delle accademie, soprattutto quelle che lavorano su temi di frontiera.
Il rapporto ICityRate, che da quattro edizioni fotografa la situazione delle città sulla base dei dati oggettivi, rappresenta il punto di partenza ideale per georefenziare le politiche e guidare gli amministratori nella loro agenda dell’innovazione. Da quest’ultima edizione dell’indagine annuale realizzata da FORUM PA con la collaborazione di Openpolis è emersa una Milano prima in classifica che accelera, una Bologna che però frena e una Firenze che insegue velocemente: sono queste le città più smart d’Italia. Secondo la classifica, che ha preso in esame 106 Comuni capoluogo sulla base di 150 indicatori statistici, Roma è solo al 21esimo posto ed è la città che in assoluto avanza di meno nei punteggi. Il quadro è di un Paese spaccato tra Nord e Sud: le prime dieci città smart sono tutte al Centro-Nord. Qui è scaricabile una sintesi dell’indagine.
“L’obiettivo – spiega il Presidente Carlo Mochi Sismondi – è provare a rimettere in moto gli ingranaggi, cavalcando l’entusiasmo e la voglia di fare di una nuova generazione di amministratori che hanno desiderio e competenze per fare bene. Il nostro è un ruolo di advocacy verso il governo centrale e di sostegno delle amministrazioni locali, attraverso la diffusione della conoscenza: vogliamo innescare un processo virtuoso, fatto di condivisione e di dialogo. L’obiettivo – ha proseguito Mochi Sismondi – è lavorare a momenti di incontro che divulghino progettualità, competenze e relazioni. Il ‘cantiere Italia’ ha le risorse umane ed economiche: lavoriamo affinché le buone pratiche non restino confinate nelle singole città ma possano essere messe a sistema e contribuire a rendere veramente intelligenti le nostre città. La smart city non è uno slogan abusato, ma un paradigma quanto mai attuale, che ha bisogno di concretezza. Abbiamo davanti una grande opportunità di crescita, che deve essere governata, creando condizioni abilitanti”. (L.M.)