Un “imprenditore seriale spinto dall’impazienza”, così si definisce Martìn Varsavsky, il personaggio che mercoledì 25 viene intervistato da Enrico Resmini, amministratore delegato e direttore generale del Fondo Nazionale Innovazione. Il webinar chiude il ciclo Venture Capital Outlook nato dalla collaborazione tra Innois, la piattaforma per l’innovazione della Fondazione di Sardegna, e CDP Venture Capital (qui ci si può registrare).
Ma chi è Martìn Varsavsky e perché può considerarsi a ragion veduta una star dell’innovazione e del venture capital? 60 anni, argentino di origine ebraica ma con passaporto americano e spagnolo, ha fondato otto società in 30 anni tra Stati Uniti ed Europa e nella maggior parte dei casi ha fatto exit miliardarie. Oggi Varsavsky si presenta come Presidente di Prelude Fertility, CEO di Overture Life, Goggo Network/VAS Ventures/MVB Fund. Di cosa ne ha fatte e ne fa ancora molte. Andiamo a conoscerlo meglio.
Martìn Varsavsky, un imprenditore diventato investitore
La carriera di imprenditore di Martin Varsavsky comincia negli anni Novanta con la costituzione di Viatel, il primo network di fibra ottica paneuropeo, poi venduto per 1,2 miliardi di dollari, e in seguito Jazztel, un operatore di telecomunicazioni venduto per 4,5 miliardi. Nei primi anni 2000, continua il suo percorso costruendo Ya.com, comprata poi per 650 milioni da Deutsche Telekom, e con la co-fondazione assieme a Miguel Salis di Eolia, una delle più grandi compagnie di energie rinnovabili in Spagna, venduta nel 2019 per 1,6 miliardi.
Nel 2015, con il sostegno di Lee Equity, fonda Prelude Fertility/ Inception, ora la più grande catena di cliniche per la fertilità negli Stati Uniti, a cui segue nel 2017 Overture Life, incentrato sull’automazione del laboratorio di embriologia e supportato da investitori quali Khosla Ventures, Marc Benioff e Allen & Company.
Infine, nel 2018 Varsavsky fonda Goggo Network, una startup sostenuta da Axel Springer/Softbank che si propone di sviluppare il quadro legale e ingegneristico per le flotte di veicoli autonomi e prevede di implementare queste flotte.
Varsavsky ha insegnato alla Columbia University, alla New York University e alla IE University e tuttora tiene occasionalmente corsi di imprenditorialità alla Columbia Business School.
Varsavsky è anche membro del consiglio della società di media tedesca Axel Springer ed investitore di Jazzya Investments, il suo family office. Possiede due fondi: Varsavsky Axel Springer o VAS Ventures, che fa investimenti early stage, e Martin Varsavsky Bankinter o MVB, che fa investimenti in fase avanzata.
Martìn Varsavsky, il personaggio
Varsavsky si definisce un “imprenditore seriale spinto dall’impazienza”. Le sue idee imprenditoriali nascono da esperienza personale, da un desiderio di “rendere le cose più veloci e più efficaci.” È figlio di uno scienziato e da bambino vuole seguire la stessa strada, ma non può permettersi di pagare gli studi necessari. Tuttavia, Varsavsky racconta che fin da giovane non voleva essere un dipendente. Quando appena laureato gli veniva chiesto ai colloqui “Dove ti vedresti tra 5 anni?”, la sua risposta era “Almeno come il tuo capo”.
Video – Martìn Varsavsky si racconta
Questa sua ambizione, unita al fatto di essere costantemente pieno di idee, non poteva che spingerlo a lanciarsi nell’imprenditoria. Qui racconta la sua storia in un’intervista per la Rai del 2019
Il consiglio di Varsavsky alle startup: attenzione ai costi
Come comportarsi quando ci si trova davanti a un investitore? Secondo Varsavsky, “Il maggiore ostacolo è non essere pienamente consapevoli della propria idea. Aggiungerei che i fondatori tendono a sovrastimare i ricavi e sottostimare i costi. Per me è essenziale che un impreditore sappia o riesca a stimare quanto qualcosa costi. Come investitore, spesso mi rendo conto che i fondatori di una startup non hanno un’idea precisa di cosa stanno affrontando. Quando ho questa sensazione in genere sono portato a non prendere in considerazione il progetto”