A guidare il digitale in Europa arriva una paladina della battaglia contro i colossi di Internet (e non solo) per un fisco più equo: è Margrethe Vestager, politica danese che di fatto acquisisce un doppio incarico nella nuova Commissione guidata da Ursula Von der Leyen. Già Commissaria alla Concorrenza nella precedente squadra capitanata da Juncker, Vestager mantiene la delega Antistrust alla quale si aggiunge quella di Commissaria all’Agenda digitale. La Vestager sarà anche vicepresidente. Lo ha annunciato la stessa presidente della Commissione oggi presentando la sua squadra, di cui fa parte anche il nostro Paolo Gentiloni, Commissario Ue all’Economia
La scelta di affidare a Vestager entrambe le deleghe – scrive CorCom – non è casuale: nel discorso di insediamento davanti all’Europarlamento Von der Leyen ha sottolineato la necessità che l’Europa sia pronta a cavalcare la rivoluzione digitale tecnologica anche eliminando tutti gli ostacoli alla concorrenza per le imprese europee e realizzando un contesto che le metta in grado di competere con i big Usa.
Chi è Margrethe Vestager, l’economista social-liberale figlia di pastori luterani
Danese, classe 1968, figlia di pastori luterani, ha conseguito un master in economia nel 1993 all’università di Copenaghen. Entrata in politica a 21 anni, nel 2007 viene eletta capogruppo del suo partito, il Radikale Venstre. Significa “sinistra radicale”, ma in realtà è una formazione liberista in economia e progressista sulle questioni etiche, dal matrimonio per i gay alle politiche sull’immigrazione. Si può definire social-liberale. Infatti nell’Europarlamento siede nel gruppo Alde dei liberali, che è punto di riferimento anche dei radicali italiani.
Nel 2011 Margrethe Vestager diventa Vice Primo Ministro e Ministro dell’economia e dell’interno in Danimarca nel governo presieduto da Helle Thorning-Schmidt. Il 31 agosto 2014 viene designata dal governo danese Commissaria europea della Danimarca ed è nominata Commissaria europea per la concorrenza nella Commissione Juncker. Come il suo predecessore, Joaquín Almunia, Vestager si è concentrata su casi di aiuti di Stato.
Margrethe Vestager e le multe a Google e Facebook
Da Commissario alla Concorrenza Margrethe Vestager si è fatto presto notare per il maggiore impegno, rispetto ai predecessori, nel portare avanti accuse antitrust contro Google, tanto da essere ribattezzata “Lady Tax” dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump dopo l’annuncio, nel luglio del 2018, di una maxi multa da 4,3 miliardi di euro proprio ai danni della multinazionale statunitense. In quell’occasione Margrethe Vestager aveva puntualizzato: “La multa riflette la gravità e la natura continua della violazione da parte di Google della legislazione europea. Si tratta solo di far rispettare le regole”.
La politica originaria della Danimarca ha anche avviato indagini sugli affari fiscali di Fiat, Starbucks, Amazon (per la sua richiesta di versare in Lussemburgo tasse per 250 milioni) e Facebook (una multa di 110 milioni per avere ingannato Bruxelles nell’acquisto di WhatsApp).
Dopo aver avviato nel 2014 un procedimento nei confronti di Gazprom, uno dei principali fornitori di gas in Europa, per violazione delle norme antitrust dell’UE, e aver ordinato nel gennaio 2015 a Cyprus Airways di rimborsare oltre 65 milioni di euro di aiuti di Stato illegali ricevuti negli anni precedenti, ad agosto 2016 è stato il turno di Apple. In conseguenza di un’indagine dell’Unione europea durata due anni, Vestager ha annunciato che Apple Inc aveva ricevuto indebiti benefici fiscali dall’Irlanda. La Commissione ha ordinato ad Apple di rimborsare 13 miliardi di euro, più gli interessi, in imposte non pagate all’Irlanda per il periodo 2004-2014. Dopo molta resistenza, sia del governo irlandese sia della multinazionale americana, Apple ha versato nel 2018 un totale di 14,3 miliardi di euro per chiudere il caso. Il governo irlandese, però, ha dichiarato che avrebbe tenuto i soldi versati da Apple in un fondo separato fino alla conclusione del ricorso contro il provvedimento presentato alla Commissione Europea.
“Colpire i monopoli per fare spazio ai nuovi arrivati nell’innovazione”
“La società deve essere al comando quando si parla del rapporto con la grande industria tecnologica” ha detto la Vestager in occasione del FoglioTech Festival.-“Scorporare le aziende monopoliste per me è una misura di ultima istanza. L’obiettivo è fare in modo che il mercato funzioni. Fare in modo che i nuovi arrivati, gli innovatori, abbiano le loro possibilità di entrare nel mercato e di farcela”.
“Vorremmo utilizzare i metodi meno aggressivi possibile per fare in modo che questo avvenga” ha proseguito. “Per esempio nel caso degli ebook di Amazon abbiamo trovato un accordo con l’azienda e adesso ci sono prodotti innovativi e nuovi business che entrano in quel mercato. Questo è un modo non aggressivo di agire, che tuttavia cambia il mercato e lo apre alla concorrenza. Poi c’è stato il primo caso Google, in cui si sono state una multa, una diffida, c’è stato l’ordine di equo trattamento, e questo ovviamente è un metodo molto più aggressivo. Ma ovviamente, se non funziona niente, come ultima risorsa c’è lo scorporo delle aziende”.
La curiosità
Sposata con Thomas Jensen, insegnante di matematica e filosofia al liceo, è madre di tre figlie Maria, Rebecca e Ella. Occhi verdi e capelli cortissimi grigi, l’economista danese è nota in patria per lo stile informale: da ministra dell’Interno, e poi dell’Economia, andava al mercato a fare la spesa con il cane e girava in bicicletta per Copenhagen. Ha ispirato il personaggio principale di Borgen, una serie televisiva danese in dieci puntate trasmessa per la prima volta nel 2010 in cui la protagonista cerca di destreggiarsi tra la vita familiare e la politica e diventa a sorpresa premier della Danimarca.
Il ruolo di Vestager nella nuova Commissione europea
Nelle sue linee programmatiche Ursula Von der Leyen ha mostrato determinazione nel portare avanti la web tax, una tassa per le imprese digitali si cui si parla ormai da alcuni anni. La leader politica è convinta che il prelievo fiscale debba avvenire laddove vengono generati i profitti, dando contributo allo stato sociale, ai sistemi scolastici e universitari, e alle infrastrutture pubbliche. Tra le priorità c’è dunque la tassazione delle grandi tech companies: sulla digital tax sono in corso le trattative in ambito Ocse, ma “se per la fine del 2020 non si arriverà a una soluzione globale per una tassazione digitale equa, l’Ue dovrebbe agire in via autonoma”. Il nuovo ruolo di Margrethe Vestager come Commissario all’Agenda Digitale dell’UE sembra in perfetta armonia con questi intenti.