“Lavorerò per la scienza al servizio della pace” ha detto Fabiola Gianotti poco dopo la nomina, avvenuta ieri, a direttrice generale del Cern di Ginevra, prima donna a ricoprire questo incarico nella storia del laboratorio scientifico più prestigioso del mondo. Un impegno importante, almeno quanto la nomina che contiene in sé almeno due primati: oltre a trattarsi della prima volta in 60 anni che questo incarico non è affidato a un maschio (Gianotti ha sbaragliato il britannico Terry Wyatt, dell’università di Manchester, e l’olandese Frank Linde, direttore dell’Istituto nazionale di fisica subatomica di Amsterdam), è la terza volta di un italiano alla direzione generale del laboratorio di fisica delle particelle. Dopo il contributo fondamentale di Edoardo Amaldi, il “ragazzo di via Panisperna” che è stato tra i padri fondatori del Cern, il Nobel Carlo Rubbia è stato il primo direttore italiano del Cern, dal 1989 al 1994. A distanza di cinque anni è stata la seconda volta di un italiano, con il fisico Luciano Maiani, direttore generale dal 1999 al 2003.
Ora arriva lei, Fabiola, fisico un po’ per scelta e un po’ per caso. Chi la conosce dice a EconomyUp che è considerata dai colleghi allo stesso tempo una mente brillante ma anche una persona “normale”, che si comporta con naturalezza nonostante abbia raggiunto i vertici professionali. Ed è anche molto spiritosa quando è insieme agli amici. Come ricostruisce l’Enciclopedia delle Donne, la Gianotti, figlia di un geologo piemontese e di una letterata siciliana, è nata a Roma nel 1962 e ha vissuto e studiato a Milano dove si è laureata in fisica e ha ottenuto un dottorato di ricerca in fisica sub-nucleare.
Ma la fisica non è stata una sua passione giovanile, e, come spesso capita, la scelta professionale è arrivata dopo un percorso ramificato e non lineare. Prima ha studiato al liceo classico e si è diplomata in pianoforte al Conservatorio. La fisica, alla fine, le è sembrata la scelta più adatta a rispondere alla sua curiosità di scoprire come sono fatte le cose. La fisica delle particelle, in particolare, va proprio a scavare dentro la materia, fino ai componenti più piccoli che oggi si possono indagare.
Così dopo la laurea e il dottorato di ricerca è approdata all’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN). Dopo un anno di attività ha partecipato ad un concorso per una borsa di studio per giovani fisici bandita dal Cern e, avendola ottenuta, è partita per Ginevra con l’idea di restarci un paio d’anni (la durata della borsa). Non lascerà più il laboratorio perché verrà assunta definitivamente come ricercatore nel Dipartimento di Fisica.
Al Cern la Gianotti ha lavorato in vari esperimenti: UA2, Aleph e Atlas, del quale è stata coordinatrice internazionale dal 2009 al 2013. Proprio l’esperimento Atlas ha fornito i dati che hanno portato a scoprire il bosone di Higgs, insieme all’esperimento Cms. Proprio come coordinatore dell’esperimento Atlas, il 4 luglio 2012 Gianotti ha annunciato la scoperta del bosone di Higgs, attesa da decenni dal mondo scientifico. Lo ha fatto accanto a Peter Higgs, padre della teoria che ha previsto l’esistenza della particella grazie alla quale esiste la massa.
È stata una scoperta da Nobel, per la quale sono stati premiati lo stesso Higgs e il collega Francois Englert e, per la prima volta nella storia del Nobel, ha meritato una menzione un’istituzione di ricerca, come il Cern.
Numerosi i riconoscimenti. La rivista americana Time nel 2012 le ha reso onore con una copertina speciale dedicata proprio a lei, quinta classifica nella lista della Persona dell’Anno. Lo stesso Time ha raccontato che, nel dicembre 2011, Gianotti non rinunciò a presentare al Cern i risultati preliminari della ricerca sul bosone di Hoggs, precipitandosi fuori dall’ospedale dopo un’operazione dentistica d’urgenza. “Era un caso ammirevole di una leader che tiene duro di fronte al dolore, ma la sua reputazione era già leggendaria”. Il Time ha anche osservato che dei tre scopritori, Gianotti è forse quella che ha ricevuto più attenzione per una “prevedibile quanto distorta” ragione di genere. “La fisica è un campo dominato da uomini e si presume che una donna debba superare ostacoli e respingere pregiudizi” che gli uomini non devono affrontare. “Ma non è così”, scrive Time, facendo notare che le donne che lavorano nella fisica sono abituate a fare i conti con questa idea sbagliata e ci scherzano su. “Naturalmente ci sono molte donne in posizione di leadership al Cern”, ha detto una fisica. “Perché credete che gli esperimenti abbiano avuto tanto successo?”.