Sempre più aziende stanno decidendo di dare un contributo al benessere sociale diventando Società Benefit.
Generare profitto e portare benefici a livello sociale e ambientale erano fino a poco tempo fa considerate attività in qualche modo distanti tra loro. Ma negli ultimi decenni ci sono stati cambiamenti profondi nel tessuto sociale, che naturalmente hanno avuto ripercussioni anche nel mondo dell’industria. L’emergenza economica e sociale causata dalla pandemia ha accelerato la percezione di disparità e acuito la necessità di azioni sostenibili. Per rispondere alle richieste dei consumatori e alla crescente attenzione dei mercati – oltre che alla pressione dei legislatori – è diventato necessario ridefinire il modo in cui l’attività d’impresa genera ricchezza e benessere in considerazione anche degli equilibri sociali e ambientali.
L’etica e la trasparenza nella produzione e distribuzione, unite a una sempre maggiore consapevolezza nei consumi, spinge da diversi anni verso nuovi approcci come quelli rappresentati dalle società Non profit, Onlus e dalle attività di Responsabilità Sociale d’Impresa.
Che cosa sono le Società Benefit
Al di là della RSI, che prevede solamente programmi specifici, e dell’approccio più radicale delle organizzazione non profit, sono nate qualche anno fa le Società Benefit (SB), vero elemento in grado di superare la presunta incompatibilità tra profitti e benefici socio-ambientali. A differenza delle organizzazioni non profit, le SB mantengono lo scopo di lucro (senza particolari limitazioni), ma aggiungono un’ulteriore finalità rappresentata da uno o più scopi sociali.
Le SB sono una forma giuridica innovativa legalmente riconosciuta in Italia dal 2016. Si tratta di aziende a duplice finalità che, accanto ai fini di lucro derivanti dall’esercizio dell’attività d’impresa, accolgono volontariamente uno o più obiettivi di beneficio comune: scopi di tipo sociale, di sostenibilità ambientale e di trasparenza che puntano a produrre un impatto positivo sulla biosfera (persone e ambiente). Oltre a cercare di massimizzare i dividendi per gli azionisti, come avviene con le compagnie for profit tradizionali, l’obiettivo è avere un impatto positivo su tutti gli stakeholder.
Che cosa sono le Benefit Corporation
Le BCorp sono tenute a misurare il loro impatto attraverso parametri di tipo ESG (Environmental, Social & Governance), attraverso un ente terzo, e a pubblicare il risultato. La misurazione avviene usando standard riconosciuti a livello internazionale come il Benefit Impact Assessment (BIA) sviluppato da B Lab, un’organizzazione non profit nata nel 2007 per diffondere questo diverso paradigma di business.
Storia e numeri
Il movimento delle B Corp è nato nel 2007 proprio per iniziativa di B Lab e ha trovato la sua prima realizzazione concreta nell’adozione da parte degli USA nell’aprile del 2010 (a oggi le SB sono diffuse in 33 Stati americani). Storicamente infatti la legge societaria negli Stati Uniti non era strutturata in modo da permettere ad aziende for profit di perseguire una missione sociale o ambientale.
Successivamente le B Corp sono state introdotte in Italia, primo – e per ora unico – Paese in Europa, con la Legge di Stabilità del 2015. Da allora nel nostro Paese sono state certificate più di cento aziende B Corp mentre sono circa 500 quelle che hanno adottato lo status giuridico di Società Benefit.
Alla fine del 2019 si contavano più di 3.000 società certificate in 150 settori e 71 Paesi diversi tra cui spiccano le quasi 1.300 degli USA e le oltre 3.400 esistenti in Svezia, una realtà all’avanguardia su questi temi. Il resto d’Europa fa segnare cifre più modeste: 330 nel Regno Unito, 113 in Francia e 36 in Germania. Nel resto del mondo, invece, spicca l’esperienza del Sistema B, uno status equivalente molto diffuso in America Latina.
Le B Corp sono tenute a misurare il loro impatto attraverso parametri di tipo ESG (Environmental, Social & Governance), attraverso un ente terzo, e a pubblicare il risultato. La misurazione avviene usando standard riconosciuti a livello internazionale come il Benefit Impact Assessment (BIA) sviluppato da B Lab, un’organizzazione non profit nata nel 2007 per diffondere questo diverso paradigma di business.
Differenze tra B Corp e Società Benefit
I termini Società Benefit e B Corp vengono a volte erroneamente usati come sinonimo, in realtà indicano due cose distinte. “Società Benefit” è un tipo di forma giuridica legalmente riconosciuta che un’azienda può assumere, mentre “B Corp” è una certificazione ufficiale rilasciata da B Lab attraverso la misurazione di alcune performance. Come si può intuire, si può quindi essere una SB pur non avendo la certificazione oppure si può essere riconosciuti da B Lab senza dover assumere a forma giuridica della Società Benefit. Almeno inizialmente. Se raggiungere il riconoscimento di B Corp comporta degli obblighi, la BIA rimane uno strumento del tutto libero e gratuito, per questo spesso viene utilizzato dalle imprese che vogliono valutare il passaggio alla forma di Società Benefit.
Un percorso tipico di trasformazione può quindi prevedere tre passaggi: verifica del proprio impatto attraverso la BIA, certificazione del proprio marchio come B Corp e infine trasformazione in SB (operazione possibile per tutte le società di cui al libro V titoli V-VI del Codice Civile).
Come si diventa Società Benefit
In generale le Società Benefit si differenziano dalle altre forme aziendali tradizionali negli obiettivi riportati nello statuto, nella responsabilità e nella trasparenza. Diventa evidente quindi come quello delle SB sia un nuovo concetto d’impresa che accomuna realtà molto diverse tra loro. Tutte le forme societarie previste dal Codice Civile, a prescindere da dimensione e settore, possono adottare questo modello, sia in fase di costituzione, sia modificando il proprio atto costitutivo, inserendo nell’oggetto sociale gli scopi di beneficio comune.
Come funziona una Società Benefit
In particolare una SB è una società tradizionale con obblighi modificati per management e azionisti a standard riguardo scopi, responsabilità e trasparenza. Un’azienda interessata deve infatti prevedere una dichiarazione esplicita nello statuto in cui definisce gli stakeholder – contemplando anche dipendenti, comunità e ambiente oltre a fornitori, clienti e azionisti – e stabilisce di prenderne in considerazione gli interessi senza speciali gerarchie. È necessario poi identificare una persona del management che sia responsabile dell’impatto dell’azienda.
Al di là della presenza dell’impatto positivo su società e biosfera nel business model accanto alla generazione del profitto, le aziende si impegnano a rendere determinate comunicazioni. Nello specifico ogni anno sono tenute a pubblicare, non solo per gli azionisti, i risultati conseguiti, con progressi e impegni futuri nella direzione del raggiungimento di impatto sociale e ambientale.
Questa Relazione d’Impatto annuale mira a creare valore per tutti gli stakeholder nel lungo periodo e a garantire che i valori aziendali possano essere mantenuti in caso di exit e acquisizioni, cambi management, ingresso di nuovi capitali, passaggi generazionali o quotazioni in borsa.
A stabilire se gli obiettivi siano stati raggiunti, o se comunque si è arrivati a un significativo impatto positivo, sono gli stessi azionisti. Le benefit corporation infatti offrono a questi una sorta di diritto privilegiato di azione chiamato “benefit enforcement”, che può essere esercitato per far rispettare la mission aziendale nel caso in cui l’azienda non persegua gli obiettivi prefissati.
Differenza tra B Corp e SB
A questo punto è bene notare che è diverso essere un Società Benefit dall’essere una società con certificazione B Corp. Lo status di SB infatti è una forma giuridica, mentre la B Corporation è una certificazione rilasciata da B Lab. Non è quindi necessario essere certificati per essere una Società Benefit, né viceversa. Diversamente da quanto accade negli USA la certificazione B Corp non ha valenza di legge, tuttavia in Italia le aziende certificate devono obbligatoriamente trasformarsi in SB entro 2-3 anni dalla certificazione per poterla mantenere.
Il protocollo B Impact Assessment è uno strumento gratuito e pubblico (anche se mostra solamente una sintesi dei risultati nelle aree di impatto valutate e il risultato finale). Se il punteggio raggiunto è di almeno 80/200 si può richiedere la validazione a B Lab (operazione soggetta a costi variabili) e passare alla successiva firma della Dichiarazione di Interdipendenza delle B Corp.
La certificazione si applica all’intera azienda e comprende tutte le linee di prodotto o servizio e tutte le aree aziendali. Il questionario da compilare viene rivalutato su base biennale da parte di un Consiglio indipendente dall’organizzazione che opera in maniera autonoma. Il processo di revisione culmina in un periodo di 30 giorni di pubblica consultazione prima del rilascio della nuova versione. Attualmente è in vigore la sesta versione del questionario disponibile in italiano, inglese, francese, spagnolo e cinese.
Vantaggi
Le aziende che scelgono di diventare B Corp attraverso la certificazione o di trasformarsi in vere e proprie Società Benefit ottengono nella stessa misura diversi benefici come differenziazione sul mercato e attrazione di investimenti e talenti. L’aumento della reputazione ottenuto può apparire difficile da misurare, ma risulta innegabile in termini di capacità attrattiva soprattutto in quei settori di mercato nei quali gli stakeholder premiano le scelte di trasparenza, responsabilità e sostenibilità come food & beverage, moda e lusso.
Al momento, in attesa di specifiche agevolazioni fiscali, chi volesse costituire o trasformare una SB può beneficiare, grazie all’ultimo Decreto Rilancio, di un credito d’imposta al 50%, mentre è stata annunciata una maggiore premialità nei bandi pubblici.
Esempi italiani di Società Benefit
Digital360, il gruppo di cui fa parte anche EconomyUp, è una Società Benefit. Tra i suoi progetti di responsabilità sociale c’è “Al lavoro 4.0”, che, in partnership con Caritas Ambrosiana e con la Fondazione San Carlo, offre un percorso di 5 mesi di formazione gratuita a 14 giovani dai 18 ai 25 anni che non lavorano né studiano (i cosiddetti “NEET” – Not in Education, Employment or Training) con il sostegno del Fondo Diamo Lavoro, lo strumento di politica attiva del lavoro promosso dalla Diocesi di Milano.
Undici importanti realtà industriali del territorio lombardo aderiscono al progetto. Dopo aver ospitato laboratori didattici o aver partecipato con i loro manager alle sessioni di formazione in aula, le aziende sono pronte ad accogliere i ragazzi per i tirocini di 3 mesi, che concluderanno il percorso di 5 mesi di formazione teorico-pratica sull’Industria 4.0, mettendo a disposizione concrete opportunità di impiego.
Altri esempi: la Assimoco spa è stata la prima compagnia assicurativa a ricevere la certificazione e a diventare SB, mentre la Fratelli Carli (specializzati nella produzione di olio d’oliva e prodotti gastronomici) è la più grande B Corp europea. Accanto a loro si segnalano realtà molto diverse come Chiesi Farmaceutici, Alessi (storico marchio di design italiano), Treedom (punto di riferimento internazionale nei sistemi di compensazione energetica), l’azienda aerospaziale D-Orbit e la recentissima trasformazione di Doorway, piattaforma di equity investing online e prima fintech “purpose driven” ad accedere alla nuova forma giuridica.
Società benefit nella digital trasformation: Intesa
Intesa, società del gruppo Ibm che dal 1987 affianca i clienti nel percorso di digitalizzazione aziendale, ha avviato nel 2020 il percorso di certificazione come società benefit, e conta di completarlo nella prima metà del 2021. “La scelta di diventare una BCorp vuole evidenziare un dato di fatto: Intesa mette sullo stesso piano interessi di business e attenzione al benessere delle proprie persone e del contesto sociale e ambientale nel quale operano” dice Marco Broggio, Chief Innovation Officer di Intesa.
Società benefit nel retail: armadioverde
Fondata nel 2015 da David Erba ed Eleonora Dellera, armadioverde è un marketplace della moda second hand in Italia, dove gli utenti possono vivere un’esperienza di shopping sostenibile e senza sforzo. Imperniato sui principi dell’economia circolare, offre una piattaforma full service dove gli utenti possono rinnovare il proprio guardaroba (vestiti e accessori) senza dover preoccuparsi di seguire tutto il processo di compravendita. A febbraio 2021 ha ricevuto un round da 2,6 milioni di euro guidato da Growth Capital. Nella partecipazione al round ha giocato un ruolo importante a|impacte – Avanzi Etica SICAF EUVECA SPA, che ha contribuito alla trasformazione di armadioverde in società benefit.
Società benefit nell’ecommerce: Cortilia
Contemporaneamente all’annuncio, a gennaio 2021, di un nuovo round di finanziamento da 34 milioni di euro, Cortilia, ex startup e oggi azienda online che consegna a casa prodotti freschi di agricoltori selezionati, ha comunicato di aver modificato il proprio statuto per diventare ufficialmente una società benefit. Con la trasformazione in società benefit, Cortilia conferma il suo impegno ad operare in modo responsabile e trasparente verso persone, comunità, territori, ambiente, beni, attività culturali e sociali, enti, associazioni e altri stakeholder.
Società benefit nella mobility; Jojob
Jojob, il Carpooling Aziendale sviluppato da Bringme Srl, è una società benefit dal 2018. La società è in grado di portare un’alternativa di trasporto per gli spostamenti casa lavoro all’interno delle realtà aziendali. Attraverso una suite di servizi consente di integrare il carpooling nel piano di mobilità aziendale, certificarne l’impatto ambientale ed incentivarne l’utilizzo.
(Articolo aggiornato al 12/10/2021)