Quando aveva poco più di vent’anni, Sergio Tucci, 39 anni, milanese, lavorava nel settore elettrotecnico come progettista di impianti domestici e industriali. Per differenziarsi da tanti altri impiantisti, un po’ scettici verso i sistemi di automazione nelle case, comincia ad appassionarsi alla domotica.
Il suo sogno era di comandare tutti gli apparecchi in modo semplice da una sola postazione. Così, dal 2003, nel tempo libero, come secondo lavoro, si mette a progettare software che potessero connettere gli oggetti smart presenti in un’abitazione. Progettare componentistica, anche volendo, avrebbe richiesto risorse e investimenti che Tucci non poteva permettersi.
Nel giro di un paio d’anni, anche grazie all’aiuto di alcuni collaboratori, la prima applicazione è pronta. Tucci la presenta alla Microsoft per farsela certificare. Bussa più volte alla sede italiana del colosso dell’informatica ma all’inizio non ottiene nessuna risposta. Dopo qualche mese però, in casa Microsoft si accorgono che il progetto può essere interessante e nasce una vera e propria partnership nell’ambito della home automation che prevede, per il team di Tucci, la certificazione del sistema, l’accesso alle piattaforme Windows, il supporto nello sviluppo e la sinergia nelle operazioni di marketing.
Sull’onda dell’incoraggiamento ricevuto dal gigante di Redmond, Sergio continua a lavorare con i suoi collaboratori sui software di domotica per renderli più efficaci e dopo qualche anno, nel 2011, dà fondo ai suoi risparmi e crea un’azienda per commerciarli, Easydom, che ha sede a Mariano Comense, in Brianza.
Nel giro di tre anni, la sua società è stata premiata al Ces (Consumer Electronics Show) di Las Vegas, la più grande fiera internazionale
dell’elettronica (dal 6 al 9 gennaio), per il software di home automation Easydom Next. Il premio ricevuto è il Ces Innovation Awards Honoree nella categoria Software e Mobile Apps. Un riconoscimento non così frequente in terra americana per una tecnologia made in Italy.
Easydom Next è un software che permette di gestire i sistemi di automazione casalinga e smart home da un’unica interfaccia. «È un’applicazione – racconta Tucci al telefono da Las Vegas, dove la società da lui presieduta è appena stata premiata – che può essere basata su un qualsiasi computer. La si installa su un pc con sistema operativo Windows e consente di connettere facilmente tutti i dispositivi presenti nella rete di casa. Abbinandola a un account Microsoft, crea una mappa degli oggetti smart dell’abitazione su una sola interfaccia. A ogni oggetto è collegata un’icona: basta cliccare per regolare ogni impostazione e impartire i comandi».
Regolare la temperatura, alzare e abbassare le tapparelle, programmare la lavatrice, impostare gli elettrodomestici e l’illuminazione, controllare le telecamere di videosorveglianza, scegliere il livello di amplificazione degli impianti audio, configurare la rete wireless, monitorare i consumi energetici dell’abitazione. Easydom Next funziona come centralina di controllo per gestire e far interagire i vari dispositivi dell’Internet delle cose presenti in un’abitazione secondo scenari immaginati dall’utente.
A giudizio del presidente di Easydom, questa soluzione ha ottenuto il premio al Ces soprattutto per «la facilità di utilizzo: non c’è bisogno di configurare nulla, basta lanciare l’applicazione e la scansione degli oggetti connessi avviene automaticamente».
Gli altri vantaggi che hanno convinto i giurati della fiera a conferire il riconoscimento sono, a detta di Tucci, «la capacità di far interagire diversi sistemi in modo intuitivo, la quantità di protocolli integrati e il fatto che si tratta di oggetti belli dal punto di vista grafico ed estetico: non si tratta dei soliti bottoni, la customer experience (l’esperienza del cliente, ndr) è più soddisfacente». Oltre al computer di casa, l’applicazione che ha vinto al Ces è disponibile anche su piattaforme mobili: Windows Phone, iPhone e a breve anche Android.
Il riconoscimento per Easydom arriva a puntellare una storia che, per quanto breve, ha già visto risultati ritenuti soddisfacenti. «La società (che eroga anche formazione agli impiantisti, ndr) ha superato il milione di euro di fatturato già dopo un anno e mezzo – 1,2 milioni –, ha certificato 350 installatori, ha fatto centinaia di installazioni, ha lanciato una quindicina di piccoli punti vendita su strada chiamati Easydom experience, dà lavoro a dodici persone, sta stringendo collaborazioni importanti con aziende come Samsung, Gewiss e BTicino, e si sta espandendo all’estero: abbiamo aperto l’anno scorso uno showroom in Messico e una sede a Dallas, in Texas, per affrontare meglio il mercato americano e stiamo cercando nuovi business. In più, puntiamo anche ad assumere nuovo personale».
Negli Usa, in particolare, Easydom ha adottato una strategia diversa rispetto a quella seguita in Italia e in Europa. Pare infatti che a molti americani piaccia automatizzare la propria casa da soli. Anziché comprare sofisticati sistemi di domotica, preferiscono acquistare i singoli apparecchi e installare delle app che permettano di controllarli da remoto. È un Internet delle cose domestico fai-da-te, o do-it-yourself come dicono negli States, che da noi non ha preso piede.
Per venire incontro a questa tendenza tutta a stelle e strisce, un po’ da maker, la società ha lanciato dei moduli wireless, B.Bwi, a basso costo, che possono essere applicati da tutti facilmente ai vari dispositivi e interconnetterli secondo le proprie esigenze. In fiera, a Las Vegas, e sul mercato americano stanno ricevendo molto interesse. Ora l’obiettivo è di far affermare questi modulini anche sul mercato.
«In un periodo in cui l’Internet delle cose sta esplodendo – conclude Tucci –, la nostra sfida è far capire a installatori e consumatori che le soluzioni di smart home possono essere semplici da installare e utilizzare – a volte anche senza l’ausilio di un tecnico – e che possono avere costi alla portata di tutti».