INNOVAZIONE ALIMENTARE

Carne coltivata: cos’è, come si produce, vantaggi e rischi di un alimento innovativo

La carne coltivata, detta anche “artificiale” o “sintetica”, non è ancora in vendita nel mondo (tranne che a Singapore), ma i ricercatori sono al lavoro e sono già nate startup per lo sviluppo di questo alimento ricavato da cellule animali coltivate in laboratorio. Vantaggi e rischi. Il decreto del governo italiano

Pubblicato il 20 Nov 2023

Carne coltivata

La carne coltivata non è ancora sulle nostre tavole, ma già sta facendo molto discutere. Questo innovativo prodotto alimentare, che in estrema sintesi è carne ricavata da cellule di animali coltivate in laboratorio, è stato preso di mira dal governo italiano. Il 16 novembre il nostro Parlamento ha approvato in via definitiva un decreto legge con l’obiettivo di proibire vendita, importazione e produzione di alimenti “prodotti a partire da colture cellulari”. Decreto che, tra le altre cose, ci mette a rischio di una procedura d’infrazione da parte dall’Unione europea. Questo mentre la “cultivated meat” non è ancora commerciabile in Europa e in quasi tutto il resto del mondo.  

Le autorità statunitensi l’hanno dichiarata legale, ma si attende la necessaria regolamentazione per metterla in commercio. Non è possibile venderla neppure in Israele, dove ci sono diverse startup che lavorano nel settore. L’Europa, per ora, non ha emanato alcun regolamento. Ci sono però tante sperimentazioni in giro per il mondo e i ricercatori sono più attivi che mai. L’unico Paese in cui viene venduta è Singapore. Nel frattempo le persone cominciano a interrogarsi su questo nuovo modo di alimentarsi. Si chiedono cos’è, come si produce, quali sono i benefici, i rischi, gli svantaggi. Si domandano quanto potrebbe costare (per ora molto). Vogliono capire cosa mangeranno quando (e se) si troveranno nel piatto una bistecca o una salsiccia che non ha richiesto l’uccisione di animali. Se sarà buona, salutare o pericolosa. Quali conseguenze avrà per la loro esistenza e per il pianeta.

Qui cerchiamo di spiegarlo.

Cos’è la carne coltivata

La carne coltivata, anche conosciuta come carne in vitro o carne cellulare, è un prodotto alimentare innovativo realizzato attraverso tecniche biotecnologiche avanzate. Il processo coinvolge la raccolta di cellule animali, generalmente attraverso una biopsia muscolare non invasiva, che vengono poi coltivate in un ambiente controllato per produrre carne.

Le cellule vengono coltivate in un terreno di coltura nutriente che fornisce loro tutte le sostanze necessarie per crescere e moltiplicarsi, tra cui aminoacidi, zuccheri, vitamine e minerali.

La carne coltivata può essere prodotta in una varietà di tagli e forme, a seconda di come le cellule vengono coltivate e strutturate. Ad esempio, possono essere coltivate per produrre hamburger, bistecca, petto di pollo e persino pesce.

L’innovazione della carne coltivata risiede non solo nella tecnologia in sé, ma anche nei suoi potenziali benefici. Poiché non richiede l’allevamento e l’abbattimento di animali, la carne coltivata potrebbe ridurre significativamente l’impatto ambientale dell’industria della carne, contribuire alla sicurezza alimentare globale e migliorare il benessere degli animali.

Si dice carne sintetica o carne coltivata?

Il termine “carne coltivata” è generalmente preferito dai ricercatori e dalle aziende nel settore, poiché ritenuto più accurato e meno fuorviante.

La parola “sintetica” può suggerire che la carne è artificiale o fabbricata con materiali non biologici, il che non corrisponde a verità. La carne coltivata è prodotta da vere cellule animali e la sua struttura e composizione sono molto simili, se non identiche, a quelle della carne convenzionale.

Il termine “carne coltivata” sottolinea il fatto che la carne è effettivamente coltivata da cellule animali in un laboratorio, piuttosto che essere “sintetizzata” da sostanze chimiche.

Tutti i modi di dire “carne coltivata”

D’altra parte, è importante notare che la terminologia in questo campo è ancora in via di sviluppo e può variare a seconda della regione e del contesto. Alcuni termini usati per descrivere questo tipo di prodotto includono “carne in vitro”, “carne cellulare”, “carne di laboratorio”, “carne artificiale”, “clean meat”, quest’ultimo per enfatizzare il suo effetto positivo per un ambiente più “clean”, cioè sano. Ognuna di queste definizioni porta con sé sfumature di significato e anche una certa carica “ideologica” (chi teme questo tipo di carne la chiamerà “sintetica”, chi la preferisce “coltivata”).

La differenza con la “carne non carne”

La carne coltivata non va assolutamente confusa con i prodotti “carne non carne” come Beyond Meat: sono entrambi tipi di “carne alternativa”, ma sono fondamentalmente diversi in termini di ingredienti e processi di produzione.

La carne coltivata, come abbiamo visto, è prodotta coltivando cellule animali in un laboratorio. Invece prodotti come Beyond Meat sono realizzati esclusivamente con ingredienti vegetali. Fondata nel 2009 a Los Angeles a causa della crescente domanda di alimenti che potessero sostituire e soddisfare i sempre più numerosi consumatori vegani e vegetariani, la società ha iniziato ad avere successo nel 2016, in seguito al lancio del primo hamburger vegan che riprendeva il sapore della carne.

Prodotti come questi, e di altre analoghe aziende, utilizzano una combinazione di proteine vegetali, grassi, minerali e coloranti per creare un alimento che assomigli alla carne in termini di sapore, consistenza e aspetto, ma che non contiene carne o altri prodotti animali.

Come cresce la carne coltivata?

La carne coltivata cresce attraverso un processo chiamato coltura di tessuti, che è lo stesso utilizzato in medicina rigenerativa per curare le ferite o per crescere organi per trapianti. Ecco una spiegazione semplificata di come funziona.

-Raccolta delle cellule: Il processo inizia con la raccolta di piccole quantità di cellule muscolari da un animale. Può essere fatto attraverso una biopsia non invasiva e l’animale non viene ucciso nel processo. Le cellule che vengono raccolte sono quelle con la capacità di rigenerarsi, come le cellule staminali.

-Coltivazione delle cellule: Le cellule vengono poi poste in un bioreattore, un ambiente controllato dove possono crescere e moltiplicarsi. Vengono nutrite con un terreno di coltura liquido che contiene nutrienti essenziali come quelli citati sopra.

-Crescita e differenziazione: Con il tempo, le cellule continuano a moltiplicarsi e a formare tessuto muscolare. Alcune delle cellule vengono differenziate in diversi tipi di cellule, come quelle che formano grasso e tessuto connettivo, per dare alla carne la sua struttura e sapore caratteristici.

-Raccolta della carne: Una volta che il tessuto ha raggiunto la dimensione desiderata, viene raccolto. Può poi essere lavorato in vari modi per creare diversi tipi di prodotti di carne.

Quali sostanze chimiche si usano nel processo

Il processo di coltivazione della carne in laboratorio richiede l’uso di vari tipi di sostanze, che sono generalmente presenti nel terreno di coltura utilizzato per nutrire e stimolare la crescita delle cellule. Oltre ai già citati aminoacidi, zuccheri, vitamine e minerali, ci sono i fattori di crescita. Si tratta di proteine che segnalano alle cellule quando e come crescere e dividersi. Alcuni dei fattori di crescita utilizzati nella coltivazione della carne possono essere derivati da sieri animali, come il siero fetale bovino, ma ci sono sforzi in corso per sviluppare alternative senza animali a questi prodotti.

Anche gli antibiotici possono essere utilizzati per prevenire la crescita di batteri e altri microrganismi che potrebbero contaminare la coltura cellulare. Va tuttavia ricordato che gli antibiotici sono ampiamente utilizzati nell’industria dell’allevamento di animali da macello per il trattamento delle malattie infettive e per promuovere la crescita degli animali. Questa pratica è ancora legale in molte parti del mondo, sebbene sia stata bandita dall’Unione Europea dal 2006. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha sottolineato i rischi legati all’uso eccessivo di antibiotici negli allevamenti, in particolare quello di sviluppare ceppi di batteri resistenti agli antibiotici, un problema di salute pubblica in crescita a livello globale.

Tra gli obiettivi di produzione della carne coltivata c’è comunque anche quello che sia sia sicura per il consumo umano. Pertanto le sostanze chimiche utilizzate nel processo devono essere approvate per l’uso in prodotti alimentari e il prodotto finale deve essere sottoposto a rigorosi test di sicurezza.

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Luciana Maci
Luciana Maci

Giornalista professionista dal 1999, scrivo di innovazione, economia digitale, digital transformation e di come sta cambiando il mondo con le nuove tecnologie. Sono dal 2013 in Digital360 Group, prima in CorCom, poi in EconomyUp. In passato ho partecipato al primo esperimento di giornalismo collaborativo online in Italia (Misna).

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