Sono più urgenti che mai le tecnologie in grado di contrastare un fenomeno emergente quale la siccità, per esempio la desalinizzazione, o dissalazione, il processo di rimozione della frazione salina da acque contenenti sale, in genere marine, allo scopo di ottenere acqua a basso contenuto salino per poi impiegarla per uso alimentare o industriale. Ma ad oggi gli investimenti per finanziare la ricerca di tecniche di desalinizzazione sono ancora scarsi, soprattutto nel mondo startup. Si inizia a notare qualche debole segnale negli ultimi mesi del 2022. Eppure i dati segnalano la necessità di intervenire.
Siccità: i numeri
Saranno tra i 4,8 e i 5,7 miliardi, secondo il report delle Nazioni Unite dal titolo Drought in Numbers, 2022 , le persone che, entro il 2050, vivranno in aree con scarsità d’acqua per almeno un mese all’anno, rispetto ai 3,6 miliardi di oggi. La siccità potrebbe dunque colpire più di tre quarti della popolazione mondiale. Dal 2000, il numero e la durata delle siccità sono aumentati del 29 per cento.
Le ondate di siccità hanno rappresentato il 15 per cento dei disastri naturali, ma hanno causato il maggior numero di vittime umane, circa 650.000 morti dal 1970 al 2019. Dal 1998 al 2017, la siccità ha causato perdite economiche globali per circa 124 miliardi di dollari. Nel 2022 più di 2,3 miliardi di persone stanno affrontando problemi legati a grave mancanza di acqua; quasi 160 milioni di bambini sono esposti a siccità grave e prolungata.
Desalinizzazione: le startup innovative e le loro tecnologie
Che fare? Occorre far riferimento al vasto ambito del climate tech, le tecnologie per contrastare i cambiamenti climatici. Una delle soluzioni può essere la desalinizzazione, già usata in Israele e nei Paesi arabi per contrastare la siccità dovuta al clima arido. I Paesi bagnati o circondati dal mare hanno dalla loro una risorsa che può essere ampiamente sfruttata: servono però le necessarie tecnologie, oltre a una profonda consapevolezza del problema e a una visione politico-economica di lungo periodo.
Ecco alcune startup che si occupano di desalinizzazione da osservare:
Ocean Oasis è una società norvegese di crescita tecnologica focalizzata sull’offerta di un’alternativa “pulita” alle attuali soluzioni di desalinizzazione, rendendo l’acqua dolce più disponibile nelle aree costiere di tutto il mondo. Ha raccolto un totale di $ 2,9 milioni di finanziamenti in 3 round (pre-seed). QUI un approfondimento.
Fonte di acqua potabile sostenibile a energia zero dall’oceano, utilizza sistemi di desalinizzazione all-in-one facilmente espandibili alimentati dalle onde. Ha raccolto un totale di $ 3 milioni (pre-seed e seed). Ha vinto $ 500k al Waves to Water Prize.
Nona Desalination sviluppa dispositivi di desalinizzazione dell’acqua che richiedono meno elettricità di un caricabatterie per telefoni cellulari. Il dispositivo di desalinizzazione a energia solare ha vinto il concorso del MIT da 100.000 dollari. QUI un approfondimento.
Qualche segnale iniziale arriva anche da VC (Venture capitalist) verticali:
PropellerVC investe nelle prime fasi di crescita di società che si occupano di innovazione nel campo degli oceani e dei cambiamenti climatici in mercati enormi.
Desalinizzazione: in Africa e Arabia è gestita dai governi
Nei paesi nordafricani e della penisola arabica il tema della desalinizzazione è più consolidato e viene gestito dai governi e dalle municipalità:
- L’Egitto costruirà 21 impianti di desalinizzazione nella fase 1 del fondo sovrano https://www.reuters.com/markets/commodities/egypt-build-21-desalination-plants-phase-1-scheme-sovereign-fund-2022-12-01/
- Muscat City Desalination Company http://mcdcoman.com/ Muscat City Desalination Company gestisce un impianto di desalinizzazione SWRO specializzato in operazioni e manutenzione di desalinizzazione dell’acqua.
- Hamma Water Desalination https://hwd-dz.com/cms/en/ La società deve fornire acqua potabile desalinizzata in base a un contratto di acquisto di acqua e vendita della durata di 25 anni.
(Ha collaborato a questo articolo Luciana Maci)
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