L'EVENTO

Blockchain Business Revolution: i casi di applicazione, le opportunità, le regole

Pubblico delle grandi occasioni per l’incontro organizzato da Blockchain4Innovation ed EconomyUp. Una mattina intensa di confronto sulle applicazioni di una tecnologia che non è ancora matura ma offre grandi opportunità a tutte le industry. Servono regole e molto studio. Un panel dedicato alla questione calda delle ICO

Pubblicato il 17 Mag 2018

Blockchain Business Revolution

Un dialogo, quasi filosofico, tra l’Impresa e la Blockchain, con l’impresa “interpretata” da Diego Andreis, Managing Director at Fluid-o-Tech e Vice Presidente di Federmeccanica, e la blockchain da Roberto Garavaglia Strategic Advisor per i Digital Payment e autore del libro “Tutto su Blockchain”. Cosi si è chiusa la seconda edizione di Blockchain Business Revolution, l’evento organizzato da Blockchain4Innovation ed EconomyUp, in un’affollata sala del Centro Svizzero, dove i posti a sedere non sono stati sufficienti per tutti partecipanti, e con una grande attività sui social: su Twitter l’hashtag #Blockchainbizrev360 è stato in trend topic per tutta la mattina.

Andrea Rangone, Ceo di Digital360, in apertura ha sottolineato quale “lato” della Blockchain intendiamo veramente esplorare. «Da una parte ci sono fenomeni incredibili di accelerazione e decelerazione, con componenti dinamiche e speculative non da poco, rappresentate dagli hype legati a temi come Bitcoin o ICO, dall’altra siamo invece di fronte a un cambiamento paradigmatico, sistemico, infrastrutturale. Un cambiamento che tocca tutte le industry. Ed è questo il cambiamento che vogliamo analizzare».

Valeria Portale, direttore dell’Osservatorio Blockchain del Politecnico di Milano, ha portato un contributo decisivo per definire la dimensione e le potenzialità della tecnologia: la Blockchain come è una “Internet of Value”, vale a dire “una rete digitale di nodi che si trasferiscono valore, in assenza di fiducia, attraverso un sistema di algoritmi e regole crittografiche che permette di raggiungere il consenso sulle modifiche di un registro distribuito che tiene traccia dei trasferimenti di valore tramite asset digitali univoci”. Ma non esiste una sola blockchain, avverte la Portale. “Bisogna capire le piattaforme Blockchain, per scegliere quella più adatta al processo o industry che interessa, anche perché ad oggi non esiste una sola piattaforma che garantisce l’Internet of Value. Ve ne sono tante affiancate in parallelo”.

La Blockchain è nata con il bitcoin e ancora oggi il maggior numero di applicazioni è in ambito finance. Ma non c’è solo questo. Government, Logistic, Utility e Agrifood si stanno muovendo in modo evidente. E nel corso dell’evento sono state presentate diverse esperienze.

Claudio Meucci, Partner e Market Leader Advisory Med di EY ha raccontato un caso specifico per la filiera del vino, ricordando come la possibilità di avere una tracciabilità come mai è stato possibile sta coinvolgendo imprese anche nel settore ittico e caseario. In ogni caso diventa fondamentale lavorare in una logica di ecosistema: dai produttori ai retailer sono tutti coinvolti.  In questa direzione si stanno muovendo anche alcuni enti pubblici, come conferma l’intervento di Roberto Venturini  Funzionario PO, Regione FriuliVenezia Giulia. “È un progetto di tracciabilità per la filiera del vino che vede coinvolti il Ministero per le Politiche Agricole, Agea e Almaviva e che si sviluppa secondo quella che l’Unione Europea definisce la logica delle quattro eliche: ricerca, imprese, regioni, cittadini”. La tracciabilità è l’obiettivo anche per LorenzoVinci, la startup che sta per lanciare una ICO proprio nel settore food.
“Il settore agrifood è notoriamente uno dei più avanzati per quanto riguarda blockchain, un mercato in cui anche l’Italia può davvero dire la sua”, dice il CEO Walfredo della Gherardesca, CEO.  La Blockchain abilita il funzionamento di ecosistemi”, sostiene Meucci, il quale preconizza però ulteriori rivoluzioni per questo settore.
Se oggi si parla di Notarizzazione, ci si sposterà verso la Tokenizzazione; se oggi il focus è sulla segregazione, domani sarà sull’integrazione; e se oggi si parla tanto di crittovalute, domani sarà il momento delle valute Fiat. E probabilmente quel domani non è così lontano.

LE IMPRESE E LA BLOCKCHAIN

La blockchain è al centro di attenzione crescente anche nelle grandi aziende, come ha raccontato  Giovanni Vattani, Responsabile Incassi e Sistemi di Pagamento di Enel. Sulla blockchain e con la blockchain possono nascere nuove imprese, come è stato per Circle, startup che ha lanciato un sistema di pagamenti che ha già raccolto oltre 250 milioni di dollari. La notizia dell’ultimo investimento da 110 milioni è stata data durante l’evento da Elena Lavezzi, country manager Italia, che ha ricordato come “tutti i nostri prodotti sono basati sulla Blockchain: per esempio tutti gli scambi di denaro avvengono in maniera totalmente gratuita per il nostro utente, il tutto al di fuori dei tradizionali circuiti bancari”. Le applicazioni della blockchain sono numerose e in molte parti del mondo si sta correndo. Enrico Gallorini, CEO, GRS Ricerca e Strategia, racconta quel che con la sua società vede a Dubai, Paese dove c’è anche un ministro per l’Intelligenza Artificiale. Entro fine anno il registro delle case sarà gestito con la blockchain e si prevede che entro il 2020 il 50% delle attività degli Emirati saranno in blockchain. A proposito di banche e pagamenti Fabrizio Leoni, Head of Product Innovation di InfoCert, introduce il tema delle identità, in particolare dell’Identity for All che apre interessanti prospettive sia per le aziende sia per i clienti.  “Parliamo di standardizzare l’identità digitale”, spiega e cita su tutti un esempio applicativo: l’onboarding bancario. “Infocert sta lavorando all’erogazione di servizi per l’onboarding bancario basati su Blockchain per evitare la ripetitività delle attività necessarie per l’apertura di conti correnti o richieste di investimenti. Oggi, se apro 3 conti correnti vengono identificato 3 volte: questo è un problema di userer experience e un costo per l’istituto bancario”.

BLOCKCHAIN, REGOLE E ICO

Non si può parlare di blockchain senza parlare di regole e di ICO, le Initial Coin Offer. Massimiliano Nicotra, Avvocato, Esperto di diritto delle tecnologie, membro del Blockchain Education Network Italia, precisa: “Quando si parla di regolamentazione, è bene dividere il mondo finanziario da quello applicativo: sono pochi gli Stati che hanno già regolato gli scambi su Blockchain e gli smart contract. L’unico che abbia legiferato in materia è il Tennesse”, spiega, sottolineando l’importanza del lavoro da portare avanti. Diversa la questione delle ICO, tema caldo sul quale si sono confrontati oltre a Walfredo della Gherardesca, anche Gianluca Guerra, Owner & CEO, Virgilus Wealth, Stefano Tresca membro fondatore di Level39, Alessandro Cadoni , CEO di Friendz, Fabio Pezzotti, CEO di Iconium, e Michele Ficara Manganelli, Fintech Entrepreneur, ICO Advisor & Expert. Un dibattito animato che ha visto però convergere tutti su una conclusione: le ICO possono essere una cosa seria se fatte seriamente e finora non è sempre stato così.  “L’ICO non è una miniera d’oro. Dopo i picchi di fine 2017, l’83% delle ICO effettuate nell’ultimo trimestre sono al di sotto del valore”, spiega Guerra, mentre Tresca riconosce che: “Bisogna avere consapevolezza del rischio per chi investe. Tutto sommato non sono le ICO il punto debole: quando investi in startup e ICO puoi perdere solo i soldi che hai. Chi investe male si prenderà schiaffoni e imparerà a investire meglio”, dice pragmatico.
Alessandro Cadoni porta l’esperienza di una startup che opera nel digital marketing, che per finanziare la propria espansione in Europa preferisce la ICO al Venture Capital ed entra in un mondo molto più complesso e costoso del previsto, ne esce bene con una una raccolta di 30 milioni che però ancora non riesce a investire nel suo sviluppo. Michele Ficara Manganelli ricorda il punto fondamentale: “Per fare una ICO seria si deve investire almeno 1 Milione di euro tra consulenza legale, tecnologia e KYC, con un piano comunicazione da almeno 500 mila euro”. Perché tutti vanno in Svizzera? “In Svizzera il percorso ICO è molto agevolato dallo Stato, dal punto di vista normativo e fiscale. L’approccio consulenziale del governo svizzero è favorevole in tutto e per tutto all’imprenditoria”.

UN DIALOGO FRA INDUSTRIA4.0 E BLOCKCHAIN

In chiusura  il dialogo tra la Blockchain, “impersonata” da Roberto Garavaglia Strategic Advisor per i Digital Payment, coordinatore editoriale di PagamentiDigitali.it e autore del libro “Tutto su Blockchain”, e l’Industria, quella meccanica, per di più, impersonata da Diego Andreis, Managing Director at Fluid-o-Tech e Vice Presidente di Federmeccanica. Un dialogo dal quale emerge chiaramente che pensare alla Blockchain in industrie tradizionali, come quella della meccanica impone un ripensamento dei modelli di business e dei modelli di interazione lungo la supply chain.
Una bella sfida e un bel match, con una conclusione chiara: “Noi crediamo nella Blockchain come tecnologia, ma vorremmo più garanzie sulla maturità degli standard e sulla maturità tecnologica”, conclude De Andreis.

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