L’Intelligenza Artificiale generativa si basa su un sistema di input solitamente testuali – attraverso l’utilizzo di una chat dedicata – capace di generare degli output articolati e perfezionabili “addestrando” direttamente “l’intelligenza” della macchina.
“Oggi si possono generare tramite AI generativa anche testi articolati, ossia nuovo materiale come un articolo, un’analisi o persino immagini. ChatGPT ha reso accessibile l’Intelligenza Artificiale generativa a milioni di utenti e per la prima volta anche a chi non ha competenze tecniche spinte”, spiega Fabrizio Milano D’Aragona, consigliere di IAB Italia e CEO di Datrix.
Gli investimenti in AI
Le imprese hanno compreso che l’Intelligenza Artificiale è un game changer. Ecco perché il loro atteggiamento è di “cauto ottimismo e, in taluni casi, di entusiasmo”. Non è un caso che, come attestano i dati del Politecnico di Milano, le imprese abbiano investito oltre 500 milioni di euro nelle soluzioni di Intelligenza Artificiale e “solo” nel 2022. In particolare, il 60% delle imprese legate al marketing e alla comunicazione ha investito nell’AI in modo diretto (creando team interni) o indiretto (delegando all’esterno), come riporta uno studio di Doxa.
Ad oggi i maggiori investimenti nel settore dell’Intelligenza Artificiale sono stati condotti da grandi imprese, come Google e Microsoft, e non a caso: come suggerisce il report Doxa, a frenare gli investimenti aziendali nell’AI per le piccole e medie realtà sono gli ingenti costi, le remore a cambiare processi consolidati e i potenziali problemi di sicurezza e privacy dei dati.
Come le aziende possono impiegare l’AI
“Considerando le funzioni aziendali, l’Intelligenza Artificiale viene impiegata maggiormente dalle funzioni Marketing, Comunicazione, IT e Operation. L’area meno aperta all’AI sono le risorse umane, che più di tutti temono vada contro le persone. In realtà, anche l’HR può avvalersi dell’Intelligenza Artificiale per ottimizzare le scelte del reclutamento”, precisa Antonio Filoni, Partner & Head of Business Unit Digital e Innovation BVA di DOXA.
“Una delle applicazioni più facilmente attivabili con ChatGPT è il supporto efficace a content production e content marketing, oltre che l’analisi dei dati, da cui ricavare profili target per specifiche soluzioni. Inoltre, l’Intelligenza Artificiale è grado di produrre dei rapporti di sintesi di diversi documenti”, continua D’Aragona.
I vantaggi dell’AI per le imprese
“L’analisi dei dati può essere condotta in modo più semplice con un approccio conversazionale. Inoltre, l’AI contribuisce all’efficientamento dei processi, quindi a un aumento della produttività”, specifica Filoni. L’Intelligenza Artificiale contribuisce anche alla riduzione dei costi operativi e organizzativi, permettendo di portare a termine più compiti in meno tempo, con un conseguente miglioramento della qualità del lavoro e delle varie funzioni aziendali. Fermo restando che, come spiega D’Aragona, “l’AI funziona benissimo, se sappiamo come impiegarla. Sono importanti, in tal senso, l’educazione al suo utilizzo e la formazione sui dati”.
Il ruolo di Datrix e IFAB
In questa prospettiva, un ruolo cruciale nella formazione delle PMI viene svolto da Datrix, che sviluppa modelli e soluzioni basati sull’AI con l’obiettivo di efficientare i processi delle imprese. “Per noi l’AI è cruciale, soprattutto l’evangelizzazione sul tema, perché rappresenta un elemento di crescita per le aziende italiane”, sottolinea D’Aragona.
Altrettanto importante per queste ultime è il ruolo di IFAB, fondazione privata promossa dalla Regione Emilia-Romagna nell’ambito della Data Valley, acronimo di International Foundation Big Data e Artificial Intelligence for Human Development. La fondazione si propone come “ponte” tra tecnologia, ricerca e le loro applicazioni concrete nel business: un ruolo chiave nel promuovere lo sviluppo di tecnologie nell’ambito Big Data e Intelligenza Artificiale e di metodi scientifici innovativi da mettere al servizio di uno sviluppo umano sostenibile.
I progetti guidati da IFAB
Tra i suoi obiettivi, l’Europa punta a recuperare terreno nei confronti di USA e Cina su tecnologie dall’alta potenzialità di applicazione, proprio a partire dal supercalcolo. In tale contesto, è cruciale il programma europeo EuroCC che punta a stimolare l’innovazione del sistema produttivo dei Paesi europei attraverso sinergie e collaborazioni tra enti di ricerca, aziende e Pubbliche Amministrazioni. Il progetto mobilita le competenze necessarie per creare una rete di centri di competenza nazionali in materia di HPC in 33 Stati UE e Paesi partner, per fornire un portafoglio di servizi ad hoc per le rispettive esigenze nazionali dell’industria, delle università e delle amministrazioni pubbliche.
IFAB è uno dei cinque partner del Centro Nazionale di Competenza HPC (BI-REX, CINECA, Dompé e Leonardo) che intende convogliare le conoscenze del mondo della ricerca in azioni di formazione e trasferimento tecnologico mirate a rispondere ai bisogni concreti del tessuto produttivo attraverso programmi di training e gemellaggio tra i centri per la condivisione di esperienze, casi di successo e collaborazioni internazionali per rispondere ad esigenze specifiche delle aziende e dei territori.
Infine, IFAB è anche uno dei soci del Centro Nazionale di ricerca in High Performance Computing, Big Data e Quantum Computing, che impiegherà fondi del PNRR per rafforzare e far evolvere l’infrastruttura digitale nazionale per la ricerca e l’innovazione, creando un ecosistema basato su partnership pubblico-privato.
La fondazione si prefigge di consolidare l’Hub Europeo dell’Intelligenza artificiale e dei Big Data che andrà a concentrare infrastrutture di eccellenza del Tecnopolo di Bologna, quali il supercomputer Leonardo (80% della capacità di supercalcolo nazionale e oltre il 20% di quella europea).
AI e supercalcolo
La domanda è dunque chiara: qual è il legame tra AI e supercalcolatori? Come racconta Marco Becca, direttore generale in IFAB, le assicurazioni utilizzano i dati dei clienti per ottenere informazioni. Le banche, invece, grazie ai dati e all’AI possono calcolare la probabilità di abbandono dei clienti dei conti correnti.
Nel settore farmaceutico, i test di laboratorio dei farmaci possono essere spostati su PC (in-silico trial), mentre nell’urbanistica si fa sempre più ricorso ai gemelli digitali delle città, ossia modelli che simulano i sottosistemi di traffico e la qualità dell’aria al fine di modificare la viabilità o ridurre l’inquinamento.
Assieme all’Università di Parma, IFAB ha condotto anche uno studio di medicina di precisione che ottimizza l’erogazione delle cure tramite l’analisi dei dati sul paziente. “L’analisi di una tale mole di dati non sarebbe possibile senza un centro nazionale di supercalcolo a Bologna”, afferma Becca.
Le competenze di domani
Per sfruttare appieno i dati e l’AI, serviranno molti ingegneri del dato, oltre a esperti di software e Intelligenza Artificiale. Un tema che molte professioni – e non solo quelle prettamente informatiche – dovranno dimostrare di saper padroneggiare, anche a grandi linee. “A tutti serve un’infarinatura sull’analisi dei dati, anche ai medici e alle professioni sanitarie. Occorre ibridarsi con la tecnologia per capire come i dati cambieranno il nostro lavoro, fin dai banchi di scuola”, conclude Becca.