“Non ci limiteremo a mettere quattro ruote con una batteria e un motore”. Con queste parole Benedetto Vigna, CEO di Ferrari, ha segnato la distanza da tante case automobilistiche e ha sintetizzato con straordinaria efficacia il principio base dell’innovazione: non basta aggiungere un pezzo di tecnologia in quel che c’è già per fare qualcosa di veramente innovativo.
Intervenendo a un incontro organizzato da Prysmian, davanti a una platea di analisti finanziari il manager che guida la Ferrari dal settembre 2021, non si è soffermato sui numeri ma ha dato una lezione di innovazione, annunciando l’arrivo della prima Ferrari elettrica: sarà presentata il 9 ottobre 2025, un evento storico che segna l’ingresso del Cavallino Rampante in una nuova era, quella della mobilità sostenibile.
Una svolta che, ha sostenuto, non intacca il mito, ma lo reinterpreta in maniera innovativa. “Stiamo lavorando su un’auto che sarà svelata nel quarto trimestre di quest’anno. Sarà unica, perché non ci limiteremo a mettere quattro ruote con una batteria e un motore, come fanno altri per motivi di costo nel mercato di massa. Stiamo creando qualcosa di entusiasmante, che renderà l’esperienza di guida unica”.
Ma chi è Benedetto Vigna? Qual è il suo percorso professionale e la sua visione manageriale? Perché dietro la Ferrari elettrica c’è una forte visione innovativa?
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Benedetto Vigna, il fisico che ha portato i sensori negli smartphone
Nato nel 1969 a Pietrapertosa, piccolo borgo tra le montagne lucane, Vigna si laurea in Fisica subnucleare a Pisa. Non fa in tempo a completare il dottorato che già approda in STMicroelectronics, colosso dei semiconduttori, dove sin ferma oltre venticinque anni. A renderlo famoso, nel mondo dell’ingegneria, è un’intuizione che cambierà per sempre la tecnologia di consumo: l’invenzione del giroscopio a tre assi miniaturizzato. È grazie a quella tecnologia se oggi i nostri smartphone ruotano lo schermo quando li incliniamo, se le console di gioco rispondono al movimento del corpo e se le auto moderne integrano sofisticati sistemi di assistenza alla guida.
Vigna diventa un punto di riferimento nell’ambito della sensoristica e delle microtecnologie, al punto da essere nominato presidente della divisione analogica, MEMS e sensori di STMicro. Un manager con uno sguardo lungo, capace di trasformare un laboratorio di ricerca in un centro di profitto globale.
Quando nel 2021 Ferrari annuncia il suo arrivo alla guida dell’azienda, molti restano sorpresi: un fisico, senza background nell’automotive, al timone di uno dei brand più iconici del mondo dell’auto? Ma la scommessa si rivela presto vincente.
La visione manageriale di Benedetto Vigna
Vigna non è un leader convenzionale. Non è un uomo da palcoscenico, ma da laboratorio. Ama parlare di numeri, di fisica applicata, di tecnologie che abilitano, più che di strategie astratte. Eppure, la sua visione del management è profondamente umanistica. Crede nella delega intelligente, nella responsabilità distribuita, nell’importanza della cultura aziendale come collante.
“Un leader deve creare le condizioni affinché le persone diano il meglio”, ha dichiarato in più occasioni. “Non si tratta di controllare, ma di mettere ciascuno nella condizione di esprimere il proprio potenziale”.
Alla Ferrari ha portato un metodo nuovo: più attenzione ai dati, maggiore interazione tra reparti, un’accelerazione sul digitale (lo scorso autunno alla guida del programma di Digital Transformation è andato Alfonso Fuggetta) Ma ha anche mantenuto quel rispetto profondo per l’identità del marchio, per la sua artigianalità, per il legame con il territorio.
A Maranello inizialmente era visto con sospetto, ma con il suo stile sobrio ha conquistato fiducia. Ha ascoltato, ha imparato, ha rispettato le gerarchie storiche del marchio. Ma ha anche tracciato una rotta chiara, portando Ferrari nel mondo dei bit, dei chip e dei nuovi materiali.
Il risultato? I numeri parlano chiaro: nel 2024, Ferrari ha consegnato 13.752 unità, registrando un utile netto di 1,526 miliardi di euro, in aumento del 21,3% rispetto all’anno precedente.
L’auto elettrica secondo Ferrari
Ma la sfida più grande per Vigna è, senza dubbio, la transizione verso l’elettrico. In un settore dove le pressioni ambientali e regolatorie impongono scelte drastiche, Ferrari ha deciso di non farsi trascinare, ma di guidare la trasformazione.
La prima Ferrari elettrica sarà presentata il 9 ottobre 2025 e Vigna ne parla con determinazione: “Sarà una vera Ferrari. Elettrica, sì, ma con le stesse emozioni, la stessa cura nei dettagli, lo stesso DNA”.
Secondo Vigna, l’elettrico non è una rinuncia, ma un’opportunità. Un’occasione per riscrivere il concetto di prestazione, per ridefinire il suono, la dinamica, l’interazione uomo-macchina. “Il rombo non è l’unico modo per emozionare”, ha affermato. “Ci sono altre frequenze, altri linguaggi, e Ferrari saprà parlare anche quelli”.
A Maranello, del resto, stanno investendo oltre 200 milioni di euro in un nuovo stabilimento dedicato ai veicoli elettrici, garantendo che la produzione rimanga in Italia
Benedetto Vigna, un innovatore silenzioso
Nel mondo industriale italiano, Vigna è considerato un innovatore silenzioso. Non ama le luci della ribalta, ma tutti ne riconoscono la visione. “È uno dei pochi manager italiani con un’autentica cultura ingegneristica e un mindset globale”, ha detto di lui Carlo Bozotti, ex CEO di STMicroelectronics. I colleghi lo descrivono come determinato, razionale, capace di semplificare anche i problemi più complessi. Non impone, ma convince. Non promette, ma realizza.
Come ha giustamente notato Vincenzo Borgomeo, giornalista grande conoscitore del mondo automobilistico e oggi direttore di FormulaPassion, il portale motori del Gruppo Jedi, il dialogo che Vigna ha avuto con Massimo Battaini, amministratore delegato di Prysmian, è una sorta di manifesto dell’innovazione. Eccolo sintetizzato in tre passaggi.
““Non ci limiteremo a mettere quattro ruote con una batteria e un motore” (già commentata)
“L’auto elettrica è una sfida, ma non è nulla rispetto a quella di 78 anni fa, quando non esistevano nemmeno le strade”. (Basterebbe guardarsi indietro con consapevolezza per non trincerarsi dietro la paura del futuro)
““Possiamo commettere errori? Certo. Il problema non è sbagliare, il problema è non imparare dagli errori” (non servono commenti).
Con questo approccio Benedetto Vigna sta guidando la Ferrari senza la preoccupazione di dover replicare il rombo ma con una nuova potenza basata su tecnologia e innovazione.