Bending Spoons che compra Evernote è una notizia insolita anche per americani. Una scaleup italiano acquisisce un brand storico della Silicon Valley: dal 2023 Evernote è una delle numerose app di Bending Spoons, società specializzata proprio nella produzione di app, che a settembre aveva raccolto 340 milioni di dollari e adesso si capisce anche per fare cosa, anche se il valore dell’affare non è noto.
Un’operazione che arriva come una scossa sull’ecosistema italiano dell’innovazione e dovrebbe dare la carica a tutti, perché dimostra che l’Italia non è solo terra di conquista. Che anche qui è possibile creare startup che diventano imprese in grado di competere sulla scena globale delle tecnologie digitali.
Che cos’è Evernote, l’unicorno in crisi
Evernote è un’app per la produttività personale: prendi appunti, salvi link, immagine, promemoria. Fondata nel 2004, è stata tra le prime aziende a cavalcare l’onda dell’adozione degli smartphone e molti si aspettavano che sarebbe crescita e sbarcata in Borsa come altre note aziende nate in quegli anni e che hanno seguito questo percorso (da Slack a Zoom, Uber e Lyft). Ma così non è stato.
Dopo essere stata valutata oltre 1 miliardo di dollari, assumendo quindi lo status di “unicorno”, Evernote si è trovata ad affrontare diverse difficoltà che hanno fatto crollare la sua valutazione. Negli ultimi anni la società ha perso il suo slancio innovativo, la sua app è stata superata da altre, diversi amministratori delegati si sono avvicendati inutilmente, sono arrivati i licenziamenti, chiusure di uffici e di numerosi progetti collaterali.
Nonostante tutto Evernote ha 250 milioni di utlizzatori nel mondo in oltre 25 lingue con circa 100milioni di entrate ricorrenti (abbonamenti annuali). Il suo futuro adesso è nelle mani di Luca Ferrari, CEO e cofounder di Bending Spoon.
La storia di Bending Spoons
La nascita in Danimarca nel 2013
Fondata nel 2013, Bending Spoons prende il suo nome da un personaggio di Matrix, il bambino che riesce a fare qualcosa ritenuta impossibile: piegare un cucchiaio con la forza del pensiero. E infatti il pay off della startup è: Impossible. Maybe. L’idea prende forma in Danimarca dove si ritrovano quattro giovani italiani: Francesco Patarnello, originario di Padova, Luca Ferrari di Verona, Matteo Danieli di Vicenza e Luca Querella di Torino. Tutti ingegneri, tre laureati all’Università di Padova, uno al Politecnico di Torino. Il quinto componente del team, Tomasz Greber, è polacco. Sono andati a Copenaghen per un master, hanno fatto una prima startup andata male ma hanno imparato dagli errori e ci riprovano con Bending Spoons, che nel 2014 viene trasferita in Italia.
La svolta del 2019
A luglio 2019 Bending Spoons decide di aprire il capitale in vista di possibili aggregazioni di mercato e di una futura quotazione a Piazza Affari. Nel capitale della società, con una quota complessiva in quel momento equivalente al 5,7%, entrano: H14, il family office di Barbara, Eleonora e Luigi Berlusconi, i tre figli di secondo letto del fondatore di Fininvest e Mediaset; Nuo Capital, la holding di investimenti della famiglia Pao-Cheng di Hong Kong; e StarTip, il veicolo al 100% controllato da Tamburi Investments Partners che concentra tutte le partecipazioni in startup e in società attive nel segmento del digitale e dell’innovazione.
Durante la pandemia Bending Spoons ha un’inaspettato momento di celebrità: a marzo 2021 il governo italiano, guidato da Giuseppe Conte, decide di affidare alla PMI innovativa lo sviluppo di Immuni, app pensata per il contenimento del Covid19. L’applicazione non ha mai davvero funzionato, ma non per responsabilità del team di Bending Spoons, che peraltro aveva offerto la propria collaborazione a titolo gratuito.
I numeri di Bending Spoons
Nel frattempo, Bending Spoons è diventata una delle aziende tecnologiche più note in Europa. Ad oggi conta oltre 350 collaboratori da tutto il mondo e ha ricevuto numerosi riconoscimenti come uno dei migliori luoghi di lavoro in Italia e in Europa. on oltre 500 milioni di download e 90 milioni di utenti attivi mensilmente,
Bending Spoons è tra i principali sviluppatori al mondo di app e molti suoi prodotti sono destinati alla creazione di contenuti foto e video. I suoi prodotti sono stati usati da più di mezzo miliardo di persone in tutto il pianeta. Tra le app più note di Bending Spoons troviamo Splice, uno dei primi editor di video al mondo in termini di ricavi, e Remini, un editor di immagini basato su un’innovativa tecnologia di intelligenza artificiale che ha già permesso a decine di milioni di utenti in tutto il mondo di migliorare miliardi di fotografie.
Settembre 2022: 340 milioni di dollari
A fine settembre 2022 Bending Spoons ha comunicato la chiusura di un round di finanziamento di 340 milioni di euro, cifra non frequente nell’ecosistema italiano. L’operazione è suddivisa in circa 300 milioni di debito e circa 40 milioni di capitale. Tra gli investitori figurano star internazionali nei settori della tecnologia, dei media, dell’intrattenimento e dello sport, oltre a gruppi bancari come Intesa Sanpaolo e Banco BPM.
L’oceano in cui sta nuotando con successo Bending Spoons ci chiama creator economy, un mercato che a livello globale vale già oltre 104 miliardi di dollari.
Gennaio 2023: Bending Spoons completa l’acquisizione di Evernote
Arriva a gennaio 2023 il perfezionamento dell’operazione di acquisizione, grazie alla quale Evernote diventa ufficialmente una delle app di Bending Spoons.
“In Bending Spoons, siamo entusiasti di poter contribuire al successo di Evernote. Faremo leva sulle tecnologie e le competenze che abbiamo sviluppato nel corso del tempo per elevare il prodotto al suo massimo potenziale”, spiega Luca Ferrari, cofondatore e AD di Bending Spoons. “Quasi dieci anni fa, ci siamo proposti di creare un’azienda tecnologica di calibro internazionale partendo da un luogo inaspettato—l’Italia. L’acquisizione di Evernote rappresenta un passo importante per Bending Spoons, e crediamo che questo sia solo l’inizio. Abbiamo ancora molti obiettivi da raggiungere.”
L’augurio è che serva da incoraggiamento a imprenditori e investitori ambiziosi per estendere la propria area di azione al di là dei tradizionali centri di eccellenza tecnologica.